Varie, 6 marzo 2002
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Polanski Roman
• Parigi (Francia) 18 agosto 1933. Regista. Palma d’Oro a Cannes e Oscar nel 2002 con Il pianista. Golden Globe per Chinatown nel 1974, suo ultimo film girato a Hollywood: fu poi espulso dagli Usa con l’accusa di aver avuto un rapporto sessuale con una tredicenne (Samantha Geimer, nel ”77, nella villa di Jack Nicholson, a Hollywood). Da allora non ha potuto più rientrare, pena l’arresto, avvenuto infine in Svizzera il 27 settembre 2009. Regista di Rosemary’s baby, L’inquilino del terzo piano, attore nei film Una pura formalità di Giuseppe Tornatore e Zemsta di Andrzej Wajda • «Gli anni ”70 furono un periodo d’oro per Hollywood. Per me lavorare nel lotto della Paramount con un produttore estravagante come Robert Evans fu un grande divertimento. Oggi lavorare con gli studios è completamente diverso: invece di avere a che fare con un singolo produttore devi vedertela con un comitato, cosa molto difficile da affrontare per un artista […] Mi considero un cittadino del mondo. Mi sento a casa a Parigi, ma sono cresciuto in Polonia, la mia lingua madre è il polacco. Ma non credo che tutto ciò importi molto: nel mondo di oggi la parola ”patria” non significa più molto» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 1/10/2002). Il 10 marzo del 1977 «invitò una ragazzina di 13 anni, Samantha Geimer, a posare per lui per una sessione fotografica sull’edizione francese di ”Vogue”. E finì invece per usarle violenza, dopo averla costretta a bere vari bicchieri di champagne e anche a ingerire una dose di Quaalude, un barbiturico. Non fidandosi di un giudice che prima gli aveva assicurato un trattamento di clemenza e che poi si rimangiò la parola, prese un aereo per Parigi. E agli occhi della giustizia americana, da allora, è diventato un fuggiasco. […] Nel 2003, in una lettera aperta al ”Los Angeles Times”, la stessa Geimer ha chiesto alla procura dstrettuale di Los Angeles che il caso venga chiuso e archiviato una volta per tutte. Non solo[…] Quando avvenne il fatto Polanski, che otto anni prima aveva perso la moglie Sharon Tate, incinta di otto mesi, per mano della furia omicida della setta satanica di Charles Manson, era all’apice della sua popolarità. Film come Chinatown e come Rosemary’s baby ne avevano fatto uno dei registi più acclamati e ricercati di Hollywood. E quando chiese alla mamma di Samantha di portarle via la ragazzina per un paio di ore non ci furono obiezioni. ”Andiamo in una casa dove ci sono molti altri amici”, la rassicurò. La portò a casa di Jack Nicholson, sulle colline di Hollywood, dove invece non c’era nessuno. La invitò a spogliarsi, ad entrare assieme nella vasca di idromassaggio. E anche quando Samantha a un certo punto svenne, avrebbe continuato a violentarla, interrompendosi solo quando Anjelica Huston, allora nel mezzo di una burrascosa relazione con Nicholson, rientrò a casa. Seguì la denuncia alla polizia e Polanski si trovò addosso sei capi di imputazione, tra cui quello di stupro, di sodomia e di sesso orale con una minorenne. Alcuni amici cercarono di sostenere che la ragazza era una Lolita tutt’altro che ingenua e il giudice sembrò accettare una pena ridotta. Ma poi rinnegò le sue promesse e lui appunto scelse la fuga» (Lorenzo Soria, ”La Stampa” 25/2/2003).