Varie, 6 marzo 2002
QUILICI
QUILICI Folco Ferrara 9 aprile 1930. Giornalista e scrittore • «’Ho iniziato a sognare sulle carte leggendo Salgari”. Conosce il mondo da mille angolazioni. Dalle strade del sale nel deserto del Sahara, agli atolli della Polinesia. Dall’intrico della foresta amazzonica, alle coste dense di storia del Mediterraneo. Ma piccolo e nudo come lo disegna l’occhio di un satellite artificiale, il grande viaggiatore ferrarese non l’ha mai visto. ”Coltivo un sogno che non si avvererà mai - confessa -: andare nello spazio. E non perché mi attirino le stelle, ma perché vorrei guardare la Terra da lassù. Questo è il motivo per il quale aspetto con curiosità l’Atlante satellitare”. Che cosa si aspetta di vedere? ”La realtà. Il mondo come appare davvero; senza l’azzurro del mare e il giallo dei deserti colorati dai cartografi. Mi aspetto di vedere la "radiografia" dell’Italia, con la spina dorsale degli Appennini bene in vista. Una cosa inimmaginabile appena 50 anni fa. Per me è come raggiungere un sogno”. C’è qualcosa nella fotografia del pianeta che il tratto del cartografo non possa svelare? ”Vorrei rispondere con un aneddoto. Durante la Seconda guerra mondiale l’aviazione americana scattò su tutta l’Italia migliaia di fotografie, fatte con filtri speciali per scoprire basi e depositi nascosti. Finito il conflitto, le lastre furono abbandonate nel nostro Paese. Le recuperò un archeologo rumeno che lavorava in Italia, Dinu Adamestenu. Studiandole capì che potevano rivelare elementi del nostro passato: vi si vedeva il disegno dei resti lasciati dalle civiltà antiche. Ed è così che è stata scoperta la città etrusca di Spina”. Ricorda la sua prima carta geografica? ”Io sulle mappe un po’ ci sono nato. Ho cominciato a sognarci quando leggevo Salgari. Avevo un vecchio Atlante, sul quale mio padre, che volava con Italo Balbo, aveva tracciato dei segni di matita rossi e blu. Su quell’enorme volume, che trattavo con una certa sacralità, io cercavo disperatamente Mompracem e tutti i luoghi dei miei libri di avventure. E questa curiosità è continuata”. Che uso fa adesso delle carte geografiche, nei viaggi e nei documentari, ma anche nei romanzi? ”Per i viaggi e i documentari mi preparo sulle carte geografiche e vi resto fedele. Nei romanzi invece la mappa diventa lo stimolo alla fantasia, la base sulla quale creare una carta immaginaria. [...] Per muovermi con la fantasia ho bisogno di sentirmi sicuro, di partire dalla realtà. Come alcuni scrittori di romanzi gialli, che cominciano a inventare dall’elenco del telefono. O come quando da bambini, a Ferrara, ci figuravamo un nostro mondo, in cui ciascuno aveva dei propri territori, all’interno di un disegno immaginato che però prendeva nomi e forme dalla realtà”» (Alessandra Coppola, ”Corriere della Sera” 8/1/2001).