Varie, 6 marzo 2002
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Rampling Charlotte
• Surmer (Gran Bretagna) 5 febbraio 1946. Attrice • «Il viso chiuso e puntuto dell’attrice inglese, i suoi occhi allungati e malinconici, il suo corpo scarno, fanno parte della storia del cinema: il suo primo film, Non tutti ce l’hanno di Richard Lester, portò a Cannes, nel 1965, il fascino della Swinging London e vinse la Palma d’Oro: Liliana Cavani in Portiere di notte la rese indimenticabile come eroina di un sadomasochismo chic, Nagisa Oshima la fece innamorare di uno scimpanzè consenziente in Max amore mio. Intanto l’ormai defunto Helmut Newton, che l’aveva fotografata ventenne nuda seduta su un pianoforte, la riprese cinquantenne nella stessa posizione e apparente identica nudità, turbando ancora moltitudini di nuovi maschi innocenti. [...] nel ruolo di scrittrice di successo, si offrì a seno nudo a un vecchio contadino perplesso in Swimming pool di François Ozon. Redenta ed espiante, è stata [...] la mater dolorosa di una figlia gravemente disabile in Le chiavi di casa di Gianni Amelio. [...] è riuscita ad avere una vita privata delle più turbolente (ai giovani bei tempi ribelli, con due mariti alla volta) ma anche delle più discrete. [...]» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 12/5/2005). «Per l’attrice anglo-francese, c’era una volta la canzone: prima di Richard Lester, Luchino Visconti, Liliana Cavani... duettava con la sorella nella banlieue londinese. Locali di fortuna, e un padre colonnello che non si può dire apprezzasse la vena musicale, e ancor meno l’entusiasmo borgataro per le sue figlie minorenni. Il primo vero impresario la mise alla porta. Ignorava che per Charlotte l’alternativa sarebbe stata, qualche anno più tardi, girare Portiere di notte» (Enrico Benedetto, ”La Stampa” 7/5/2002). «Non c’è lifting, né traccia di collagene, né l’incubo della ginnastica perenne o della dieta punitiva nella sua bellezza ancora intatta, elegante, ambigua. Inglese, figlia di un colonnello dell’esercito britannico, cattiva ragazza fin dai tempi della Swinging London, poi divenuta icona di un cinema intellettuale e trasgressivo, simbolo di una femminilità assolutamente libera e moderna [...] esibisce la forma impeccabile di un’ultra-cinquantenne che non ha paura del tempo: ”Mi è stato detto che ho la muscolatura di una ventenne, ma non è merito mio, lo devo a mio padre che era un atleta; non faccio né diete né palestra, solo yoga, da tutta la vita” [...] ”Il motivo per cui accetto solo un film all’anno è perché ogni personaggio finisce per divorarmi. Dopo, per staccarmene, ho bisogno di tempo, di dedicarmi a me stessa e alla casa; direi che, quando non lavoro, sono una donna d’interni” [...] Luchino Visconti la volle per La caduta degli dei, nella parte di una madre trentenne quando lei aveva solo vent’anni: ”Ero spaventata, ma lui mi disse una cosa bellissima: ’Tu hai il tempo in fondo agli occhi’. Subito dopo arrivò il Portiere di notte di Liliana Cavani e l’immagine dell’attrice con le bretelle sul seno nudo fece epoca: ”Certo, quel film è diventato un punto di riferimento, quando vengo citata lo si fa in rapporto a quel titolo: è stato un segno, ma non negativo, perché per gli attori non è male avere dei marchi che li rendano riconoscibili”. E anche dopo, quando ha lavorato con Celentano in Yuppi du oppure con Woody Allen in Stardust Memories, l’ombra di quel particolare fascino ambiguo l’ha sempre seguita: ”Nella vita reale non sono mai stata così, ma evidentemente nel recitare ho messo in risalto qualcosa che mi corrispondeva, anche se inconsciamente”» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 14/1/2001). «Helmut Newton nel ’73 ad Arles, mentre lei stava girando Zardoz, con Sean Connery, le scattò qualche rullino a colori su commissione di "Playboy" e uno in bianco e nero solo per sé, da cui è tratta una foto diventata famosa con l’attrice inglese desnuda sopra un tavolo, i piedi appoggiati su una poltrona intarsiata, il profilo delicato del seno, il muscolo teso della coscia. Un anno dopo, nel ’74, sarebbe uscito Il portiere di notte, per la regia di Liliana Cavani: la Rampling con il cappello da nazista, stesso seno pudico e sfacciato, bretelle maschili, sarebbe diventata un’icona dell’erotismo ambiguo e raffinatissimo» (’Corriere della Sera” 27/5/2001). «Porta sempre con sé il fascino tragico della sua bellezza astratta e inafferrabile e dei suoi ruoli più celebri; la giovane moglie sacrificata al nazismo della Caduta degli dei di Visconti, l´ex deportata che riallaccia il rapporto sadomasochista con il suo torturatore de Il portiere di notte della Cavani, la seduttrice assassina di Marlowe poliziotto privato, brutto titolo dato ad Addio mia amata tratto dal romanzo di Chandler. Giovane, esibiva le sue convivenze a tre in anni di gioioso peccato da Swinging London: padre severo colonnello inglese, madre ammalata di nervi, sorella suicida, due mariti, con doloroso abbandono, dopo vent´anni del secondo, il musicista Jean-Michel Jarre. Tre figli grandi, un lungo esaurimento nervoso, l´infelicità, il silenzio smarrito e punitivo. Poi, eccola risuscitare, guarita, nel giugno del 2001, a 56 anni, sulle pagine di "Vanity Fair": fotografata da Helmut Newton, seduta su un tavolo, sandali con tacco a spillo, un bicchiere in mano, una sigaretta tra le labbra, occhiali con la grossa montatura sul naso: e completamente nuda. Nella stessa posa in cui lo stesso fotografo l´aveva ripresa, nuda, 28 anni prima, nel 1973, nella luce piena della sua enigmatica bellezza» (Natalia Aspesi, "la Repubblica" 19/5/2003). Il videoartista Steve McQueen: «[...] La sua faccia mi ricorda quella di Buster Keaton. La faccia di Keaton aveva un pallore estremo ma era bellissima. E anche quella di Charlotte è bellissima. bella e triste come il blues: ”fa così male, ma è un male bello”. Sì, proprio così, una cosa che ti fa star male ma che allo stesso tempo è bellissima. Una bellezza dolorosa. Charlotte è per me l´equivalente femminile di Buster Keaton» (’la Repubblica” 11/4/2005).