Varie, 6 marzo 2002
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Rania DiGiordania
• Al Yaseen (Kuwait) 31 agosto 1970 • «La regina misericordiosa, l’erede di Diana nei cuori della gente sempre più affamata di bellezza e bontà, alla ricerca di icone da venerare. E lei è perfetta. […] Disciplinata come un soldato questa ragazza palestinese, vissuta per anni in esilio in Kuwait, lo è sempre stata. A scuola, all’Università sempre la prima della classe. Laurea in gestione di impresa all’Università americana del Cairo, specializzazione in Informatica e poi la carriera. Grande ambizione tanto che si racconta che quando la sede giordana della Apple computer le rifiutò la promozione a dirigente (aveva solo 22 anni), sbatté la porta dell’ufficio e si presentò alla City Bank di Amman, di proprietà della sorella e del cognato del re Abdallah. E fu proprio in questi uffici, nella primavera del 1993, che la ragazza e il principe incrociarono per la prima volta gli sguardi. Tre mesi dopo, a giugno, il matrimonio. Solo quando morì re Hussein e la regina Noor, splendida americana anche lei star del glamour internazionale, fu costretta a farsi da parte, la stella di Rania ha iniziato a brillare. Era il giugno del 1999 quando la corona hashemita fu posata sulla sua testa. Diana d’Inghilterra se n’era andata due anni prima sconfitta dalla vita e dall’amore ed ecco che la regina di Giordania era pronta a prendere il suo posto nei cuori e nella fantasia della gente. Un’eroina, una fata, la protagonista di una favola capace di dare fiducia e di far sognare. Dopo l’incoronazione disse: ”Non vedo perché le cose devono cambiare per il fatto che mio marito è divenuto re”» (Maria Corbi, ”La Stampa” 21/10/2002). «[...] Alta e snella, occhi scuri e pelle d’avorio, bocca generosa che la fa assomigliare alle nuove bellezze di Hollywood (Come Julia Roberts) [...] ha ricevuto un’educazione moderna e un’istruzione occidentale: ha studiato Business Administration all’Università Americana del Cairo, va a cavallo e pilota auto sportive [...] famiglia della buona borghesia palestinese della Cisgiordania [...] Nel 1993, sposando Abdallah, figlio primogenito del sovrano hashemita, Rania diventa ”al amira”, la principessa, ma non ereditaria, perché, per le complesse ragioni politiche dello scacchiere mediorientale, destinato al trono non è il figlio di Hussein, ma il fratello Hassan. Almeno fino al colpo di scena [...] quando ”il piccolo re”, ormai morente, designa suo erede il trentasettenne Abdallah, figlio della seconda moglie Toni Gardiner, chiamata Moona. [...] con l’incoronazione ufficiale, Rania diventa ”al maleka”, la regina [...]» (Maria Vittoria Carloni, ”Sette” n. 47/1999).