Varie, 6 marzo 2002
RAVERA
RAVERA Lidia Torino 6 febbraio 1951. Giornalista e scrittrice. Ha conosciuto la notorietà con il romanzo Porci con le ali del 1976 scritto insieme a Marco Lombardo Radice da cui è stato tratto il film di Paolo Pietrangeli. Successivamente ha scritto diversi romanzi dedicati a temi di protesta sociale ed esistenziale, Ammazzare il tempo (1978), Bambino mio (1979), Bagna i fiori e aspettami (1986), Voi grandi (1990), Due volte vent’anni (1992), Nessuno al suo posto (1996), Compiti delle vacanze (1997). autrice anche di numerose sceneggiature cinematografiche e televisive tra cui Oggetti smarriti, Amori in corso e Dopo la tempesta (’liberal” 9/12/1999) • «[...] il nome della Ravera [...] viene immancabilmente associato all’opera degli esordi: Porci con le ali (1976, coautore Marco Lombardo Radice), ovvero il diario di due adolescenti, Rocco e Antonia, simboli di una generazione, quella del Sessantotto, sganciata finalmente dal tabù del sesso e legata all’impegno politico (di sinistra), ancora lontano dalle derive del terrorismo. Un titolo fortunato che coniugava la ”materialità” delle pulsioni amorose con il sogno e il progetto di cambiare il mondo.[...]» (Marisa Fumagalli, ”Corriere della Sera” 28/12/2006) • «[...] Polemista appuntita, da sempre a sinistra (fa parte della commissione codice etico del Pd) [...] due figli, Nicola e Maddalena. Un diagramma delle sue fortune editoriali, a parte i picchi di Porci con le ali, mostrerebbe un tracciato quasi lineare, in positivo: ogni suo titolo si attesta sulle 25 mila copie. ”Ho un pubblico fidelizzato. Solo Il freddo dentro, che raccontava la storia di Erika De Nardo, ha avuto una leggera flessione, un po’ meno di 19 mila” precisa la scrittrice, che lamenta la scarsa attenzione critica. ”Ci sono state alcune tesi di laurea sul mio lavoro [...] Le studentesse, che hanno fatto fatica a convincere i loro docenti, mi chiedevano: ”Dove sono gli apparati critici?’. In fondo ho una lunga carriera di artigiano serio, onesto. E, diciamocelo, in giro non è che si leggano capolavori [...] Non voglio rimanere per tutta la vita l’autrice di Porci con le ali” [...] ”Attenzione ne ha avuta, forse non quanta voleva lei” dice il critico della Stampa Giovanni Tesio [...] Mariarosa Mancuso, critico di punta del Foglio: ”A me i libri di Lidia Ravera sembrano romanzi rosa, con l’aggravante che sono generazionali, quindi poco avvincenti per chi non fa parte del gruppo delle Eterne ragazze, come dice il titolo di un suo libro. Niente contro i romanzi rosa. Possono essere divertentissimi e perfino pubblicati dall’Adelphi, come la Lettera d’amore di Cathleen Schine. Molto, invece, contro i romanzi rosa che vogliono sfuggire al genere, quindi invece di intrattenere adottano una scrittura inutilmente ricercata. [...]”. Filippo La Porta, studioso della nuova narrativa italiana: ”Il problema di Lidia è che ha scritto tanto, ci ha dimostrato il suo talento eclettico, con fin troppa disinvoltura. [...]” [...]» (Manuela Grassi, ”Panorama” 31/1/2008).