Varie, 6 marzo 2002
RAZNOVICH Camila
RAZNOVICH Camila Milano 13 ottobre 1974. Conduttrice tv • Durante l’infanzia gira il mondo assieme ai genitori con uno spirito hippie. Il suo girovagare la porta a Londra dove nel 1995 inizia la sua carriera ad Mtv. Oltre la veejay per il canale musicale, Camila ha fatto la deejay per due emittenti: Radio 105 e Rin. Il suo programma più famoso per Mtv è Loveline, un talk show sul tema del sesso. «[...] I ragazzi fanno domande su masturbazione, rapporti orali, omosessualità. Lei [...] li smista agli esperti. Con molta classe e senza risate cretine» (’L’Espresso” 7/6/2001) • «Kamla, Mala, Osho, Poona, Vivek, Medina, Mohan, Veeresh, Devaki, Bindu. Chi non associa nulla a queste parole se la berrà l’autobiografia di Camila Raznovich, volto storico di Mtv e [...] testimonial della generazione figli-dei-figli dei fiori, ”un network che da San Francisco arriva a Byron bay”. Erano gli anni Settanta, le comuni, gli arancioni, le Citroen squalo azzurre, i viaggi in India dai santoni, il sesso libero. Colonna sonora le percussioni dei bonghi, il film è Hair, la dieta è quella macrobiotica-vegetariana. Camila la veejay c’entra. stata la sua vita, da zero a dieci anni. L’ha ripercorsa a trenta. Raznovich-morale? ”Lo rifarei” (è il titolo del libro, di Baldini Castoldi Dalai […]). Per cominciare. Camila aveva un altro nome, Ma Anand Kamla, beata nel fior di loto. E portava sempre al collo il Mala, la collana dell’iniziazione, che per lei fu decisamente precoce: non aveva ancora due anni. Nelle (belle) foto del libro porta quasi sempre la frangetta (oggi è il clone di sua madre) e quasi sempre sorride. Però l’infanzia che racconta è in salita. Rivela le molestie subite da un amico di papà ”quella volta a Paraggi”, aveva nove anni. ”Mia madre lo saprà soltanto adesso, mio padre è morto senza saperlo”. Spiega: ”Questo libro è un grande percorso di autoterapia”. Mamma cattolica e papà ebreo – ”alternativi”, è una sua definizione – scoprono l’India negli anni Settanta. ”Sono stata lasciata da mia madre diverse volte, la prima avevo tre mesi, lei partì con mio fratello Martin per Poona. Quella decisione avrebbe cambiato l’esistenza della nostra famiglia”. Mamma Raznovich torna dall’India con il maestro spirituale, Osho. ”Me lo sono ritrovata, come fosse un nonno”. Seguire questo santone ”ci avrebbe portato su un percorso da nomadi, senza fissa dimora”. Niente indirizzo da scrivere sul diario delle amiche, cameretta e vestitini nell’armadio. ”Cambiavamo casa come in un film si cambia location”. Ha vissuto in molte comuni, tutte avevano un nome e un sovrannumero di inquilini. Quella di Milano si chiamava Vivek, era l’attuale Speak Easy, un locale in zona Solferino. Molto diversa da quella di Londra, riservata ai figli dei sannyasin. Si chiamava ”Rajneesh school” o medina. Camila ci va a dieci anni, da sola, per quattro mesi: sveglia alle sei, meditazione, vietati gli indumenti privati. ”Ho lavorato, dai cessi, alla cucina. La vita a Medina non era tanto diversa da quella di una caserma”. C’è anche molto da salvare, i valori. E ci sono le domeniche al parco Sempione a ballare la sufi dance degli arancioni. I ”raduni”, con i falò e la luna piena. C’è l’hashram di Poona, magico a 5 anni, per Kamla. (Molto diverso quando Camila ci torna diciottenne: ”Un club meditazione”). A tutto sopravvive il network dei figli-dei-figli, l’amica Bindu, l’ex marito (per sette anni) Mohan e la cara Kusum, che prima di essere Kusum era Maddalena Rostagno, figlia di Mauro, amico di mamma e papà. Nessun rimpianto. Nessuna nostalgia. ”Oggi quando mi sento chiamare kamla mi dà un po’ fastidio, mi sembra anacronistico. Ho vissuto due vite che quasi non si toccano”» (Federica Cavadini, ”Corriere della Sera” 19/10/2006) • Nel 2006 ha condotto su La7 il talk show Le relazioni pericolose. «[...] ”Mi aveva cercato Paolo Bonolis [...] e sono stata sua ospite in 4 o 5 puntate. Quando mi hanno offerto uno spazio tutto mio ho realizzato che non mi convinceva il meccanismo. Ho rischiato di mangiarmi le dita per aver rinunciato a soldi e popolarità immediata, ma credo che se avessi accettato non sarei stata premiata nel lungo periodo. Certo che chi semina bene raccoglie bene [...] A 31 anni sono la ragazza più giovane con un talk show tutto suo” [...] Dell’esperienza nella rete musicale Camila vorrebbe portarsi dietro ”la freschezza e la spontaneità” e lasciarsi invece alle spalle ”l’arte di arrangiarsi e il pressapochismo”. Lei che non ha nemmeno il televisore in casa [...]» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 18/2/2006) • Ha scritto Aldo Grasso: «Quando si dice essere attratti dall’antipatia. Confesso: è una mia debolezza, una mia idiosincrasia, una fola personale, ma non riesco a farmi piacere Camila Raznovich. Più giusto dire: il fantasma di Camila Raznovich, quello che appare in tv. Non la signorina Camila, con una elle sola, in carne ed ossa, che non conosco e che, ne sono certo, sarà cento volte più interessante e simpatica di me. La tv però fa brutti scherzi e, in questo tiro mancino, Camila dà il meglio di sé: una picconata in faccia sarebbe più piacevole. Dio come se la tira, chi si crede di essere, che spocchia! In virtù della sua evidente simpatia, Camila conduce ben due programmi, ”Loveline” (Mtv, martedì, mercoledì, giovedì, ore 23.30, più repliche) e ”Relazioni pericolose” (La 7, domenica, ore 23.30). Loveline, una trasmissione sul sesso [...] Il trucco è questo. In studio c’è una sessuologa, Laura Testa, che risponde alle ”domande che non hai mai osato fare”. Così, dietro la facciata di uno studio ginecologico, di un consultorio, di una lezione di educazione sessuale, ”si parla liberamente di sesso, inteso in tutte le sue possibili varianti”. [...] Non contenta di occuparsi di sesso, Camila si occupa anche di donne. ”Relazioni pericolose” è un programma ”focalizzato sulla complessa dinamica delle relazioni, dal taglio femminile, con uno sguardo sul mondo delle donne. In ogni puntata le storie di due donne, sintetizzate in brevi videoclip, rappresentano il punto di partenza del dibattito”. La furbata è questa: ”Relazioni pericolose” è la versione generalista di ”Loveline”, è il tentativo di trasferire un programma ”giovane” di Mtv (con un’interpretazione più leggera dei temi affrontati) per il pubblico adulto de La 7. Qual è il contrario di fan club?» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 17/3/2006).