varie, 6 marzo 2002
RICCIARELLI
RICCIARELLI Katia (Catiuscia Ricciarelli) Rovigo 18 gennaio 1946. Soprano. Ex moglie di Pippo Baudo. Alle elezioni politiche del 2001 si candidò con il partito Democrazia Europea (D’Antoni e Andreotti) come capolista alla Camera (e non fu eletta). - «Nata, cresciuta e alluvionata in una casa sotto gli argini di Bassanello, periferia di Rovigo, [...] cadenza veneta, ingentilita quando studiava bel canto a Venezia, ”dove, come se non mi fosse bastata quella in Polesine nel ”51, finii alluvionata una seconda volta nel ”66”. Dopo qualche decennio passato in giro per il mondo e tre lustri di matrimonio con un catanese romanizzato quale Pippo Baudo, però, mischia di tutto. E può infilare ”Cossa ti vol che te diga...” e ”’un se ne parla nemmeno”. [...] ”Sono sempre stata dc. Il mio mondo, quello in cui sono cresciuta, è quello dei Mariano Rumor, dei Toni Bisaglia, degli Aldo Moro. Solo che, come dicevo, non ho mai votato. Prima ero troppo giovane, poi ero sempre in giro... E quando ho cominciato a pensare che era il caso di votare non mi andava di votare per nessuno. Insomma: sono vergine. E non mi dispiace affatto, devo dire, con tutti i riciclati che si vedono... [...] Quel suo amabile vizietto di giocare (’l’unica volta che sono passata per Las Vegas sono stata tre giorni e tre notti senza dormire davanti a una slot machine”) o di spendere qua e là senza pensieri. Leggende strepitose. Che Pippo un giorno riassunse così: ”non è che lei spenda i soldi. No: li sperpera. Li distrugge. Quando prende del denaro non vede l’ora di liberarsene. Potrebbe decidere di comprarsi una collezione di farfalle o di libri coreani, qualunque stupidaggine, pur di spendere”. E avanti: ”Le scarpe, ecco, parliamo delle scarpe. Io dico: ma come si può comprare lo stesso paio di scarpe per cinque volte senza rendersene conto? Indubbiamente favorirà l’industria calzaturiera ma è una mania che io non accetto. immorale, Katia avrà qualcosa come mille paia di scarpe!”. Spendacciona? ”Per me il denaro non ha importanza. Son soldi miei. Non spendo solo per me: se vedo qualcuno mi piace essere grande”. A proposito di soldi: la residenza a Montecarlo... ”No, caro, non ce l’ho più”. tornata a Spoleto? ”Sì. Avessi avuto ancora la residenza a Montecarlo non mi sarei esposta... Quando arrivi a una certa età pensi anche a tornare a casa”. Aveva preso un quartierino lì, al Residence Rosa Maris in avenue des Papalins, disse, non per pagare meno tasse ma per i cornetti: ”Montecarlo è l’unico posto dove non si corron rischi quando si va a prendere un gelato la sera”» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 12/5/2001).