varie, 6 marzo 2002
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Romario DeSouzaFaria
• Rio de Janeiro (Brasile) 29 gennaio 1966. Calciatore. Campione del mondo con il Brasile nel 1994. In Europa ha giocato con Psv Eindhoven e Barcellona (squadra con la quale nel 1994 perse per 4-0 una storica finale di Champions League contro il Milan) • «Il più grande realizzatore brasiliano degli ultimi anni, soprannominato ”il cobra” perché rapido e istintivo. La sua specialità sono le finte di corpo e il tiro potente. Dovunque abbia giocato, in Brasile come in Olanda e Spagna, è sempre stato il re dei cannonieri» (D.P., Enciclopedia dello Sport, Treccani 2002). «Una leggenda vivente. In Brasile hanno imparato ad amarlo prestissimo, lui, nato in una favela di Rio de Janeiro, dotato di un fisico minuto, tanto da essere soprannominato: ”O Baixinho”, il bassetto, ha iniziato a incantare a soli 19 anni, quando, il 18 agosto ”85 realizzò il suo primo gol con il Vasco, in un’amichevole contro il Nova Venecia. Il giovane e talentuoso carioca divenne subito titolare e venne schierato al fianco di una leggenda vivente: Roberto Dinamite. Insieme formarono una coppia strepitosa, ma ad aggiudicarsi il titolo di capocannoniere del campionato fu proprio lui, Romario. Da allora è trascorso tantissimo tempo e sulle sue spalle si sono alternate tantissime maglie di famosi club brasiliani ed europei, ma il suo passo strascicato, le sue polemiche e i suoi gol non hanno mai smesso di far parlare i tifosi brasiliani. ”Date la palla al Baixinho, che lui risolve tutto”, questo è il motto proclamato dai suoi fans, presenti nelle tifoserie di tutte le squadre. […] In un recente sondaggio fatto tra gli appassionati brasiliani per stabilire qual è stato il più grande giocatore della storia in ogni club, lui compare nei primi tre posti sia per quanto riguarda il Flamengo che il Vasco, la squadra con cui ha vinto di più e quella in cui ha iniziato la sua lunghissima carriera. […] Ma le sue reti, come detto, ne raccontano solo in parte il mito. La sua irriverenza, definì Pelè una ”caffettiera”, le sue polemiche, clamorose quelle con Edmundo e Zagallo, dei quali fece fare i ritratti sulle porte dei bagni del suo bar, il Cafè Gol, le storie dei suoi amori con modelle famose come Monica Santoro, Andrea de Oliveira e l’attuale moglie Daniele Favatto e gli scontri con i suoi tantissimi allenatori e con qualche compagno, ne hanno fatto un personaggio praticamente ineguagliabile in quanto a popolarità. […] Il suo innato odio per gli allenamenti. ”Non mi sono mai piaciuti - confidò un giorno - quei giretti intorno al campo. Non servono a nulla”. Per la sterminata platea dei suoi fans è stato preparato pure l’elenco delle cose che piacciono al Baixinho. Lui adora le scarpe di Ferragamo e i jeans Versace, la musica Hip hop, i colori azzurro e nero, il crocifisso da portare al collo, il profumo Kouros e non usa schiuma da barba e mutande. Sì, proprio così, non sopporta le mutande e chissà quanti fans lo imitano in giro per il Brasile. I vezzi e gli atteggiamenti da divo, però, non sono tutto. Dietro la sua aria scanzonata c’è anche un cuore grande. Nel ”95 ha creato l’Istituto Romario, di cui è tuttora presidente, per prestare a ssistenza ai bambini poveri del Brasile e avviarli allo sport. Ogni anno paga a 200 ragazzini dell’interno una vacanza a Rio, con torneo calcistico, giro della città e la visita al Maracanà. Dietro la sua aria scanzonata c’è l’amore sconfinato per la Selecao, la nazionale brasiliana, le sue liti con i vari c.t. hanno fatto epoca, ma a colpire tutti sono state le sue lacrime dopo l’esclusione dai mondiali 2002 decretata da Scolari» (Alessio Da Ronch, ”La Gazzetta dello Sport” 14/1/2003).