Varie, 6 marzo 2002
RONCHEY
RONCHEY Silvia Roma 13 marzo 1958. Storica. Figlia di Alberto • «[...] docente di storia bizantina all’Università di Siena [...] ”Ricordo un episodio quando ho fatto il concorso per entrare alla Normale di Pisa. Un gruppetto di studenti e di assistenti, mentre ero in fila per entrare alla prima prova, mi venne incontro e mi chiese: tu sei la Ronchey? Sei quella che ha il padre e la madre fascisti e stronzi tutti e due? Prega di non superare la prova perché ti facciamo nera” [...] Capitava a tutti i figli di padri moderati, conservatori, reazionari o semplicemente liberali. A tutti veniva imposto questo rito sovietico-mafioso. [...] Io non sono mai stata d’accordo con mio padre in nulla. Bastava che mi dicesse di fare una cosa e io facevo il contrario. Bastava che mi dicesse di non leggere un libro e io sapevo immediatamente quale era ill libro che avrei assolutamente dovuto leggere. Lui ha sempre incarnato il progressismo di tipo illuministico proiettato nella società tecnologica e capitaliastica e io mi sono occupata del passato, di studiare antiche carte, delle soluzioni alternative date dalla storia, o dalla fantasia, a questa società orrenda [...] Il mio maestro, Kahdan, era un sovietico marxista fino al midollo. Il mio primo fidanzato era un poeta sovietico. Io sembro più anticomunista di quanto non sia. I miei amici sono quasi tutti di sinistra [...] Io vado d’accordo quasi esclusivamente con quelli che hanno da settant’anni in su” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 31-32-33/1999).