Varie, 6 marzo 2002
ROSATO
ROSATO Roberto Chieri (Torino) 18 agosto 1943, Chieri (Torino) 20 giugno 2010. Calciatore. Disputò sei stagioni nel Torino, sette nel Milan e quattro nel Genoa. Giocò 362 partite in A (11 gol) e 39 in B. Col Milan vinse lo scudetto ”68, una Coppa Campioni (’69), una Intercontinentale, due C. Coppe (1968, 1973) e tre C. Italia. 37 presenze in nazionale, nel 1968 fu campione d’Europa, nel 1970 vicecampione del mondo. «[…] Lo chiamavano Faccia d’Angelo. Era bellissimo, dolce e gentile. Era uno dei ragazzi di Nereo Rocco, el Paron del Milan (e non solo). Centrocampista e poi stopper, veloce e deciso negli anticipi e nelle marcature. Soave fuori campo, spietato in difesa […] comincia a Chieri, lo portano al Torino. Ha 12 anni, provino al Filadelfia. un cuoricino granata, Ellena e Rabitti lo prendono subito. Giovanili, tutte, poi l’esordio in serie A contro la Fiorentina. Qualcuno storce il naso: ma ha le gambe a ics! Diventano, quelle gambette sgraziate un marchio e una barriera. Il faccino, è vero, è tenero ma provate - scrivono i commentatori degli anni Sessanta - a dribblarlo. Il Toro è la sua scuola e la sua palestra. Cresce con Rocco allenatore e Ferrini capitano. Poi va al Milan e lì ritrova, un po’ di tempo dopo, il Grande Nereo. Robertino piace a tutti perché è buono e, soprattutto perché, dice Rocco ”xe omo”. Perché un uomo. Prima uomo e poi calciatore. Come Rivera. Anzi di Rivera è il gemello: sono nati il 18 agosto 1943, circa cento chilometri di distanza. Con Gianni Rivera e il Golden Boy? Rosato è Baby Face? Allora andava di moda così. Il Ragazzo d’oro e Faccia d’Angelo. Amici, gemelli, protagonisti di partite e battaglie. Rocco diceva: ”nel Milan go tanti fjoi e due gemelli”. Roberto di Rocco diceva: ”Mi ha insegnato il calcio e la vita”. Rosato esordisce in nazionale ad Amburgo contro la Germania e i suoi interventi, sui centravanti di turno, sono chirurgici. Gambe incrociate, palla mia. E vai. Lo chiameranno il Martello di Amburgo. Poi torna Faccia d’angelo. In azzurro e nel Milan. Diventa campione d’Europa (1968) con la Nazionale di Ferruccio Valcareggi. Diventa campione d’Italia e Europa con il Milan di Rocco e Rivera. Nel 1969 a Madrid, Stadio Bernabeu, i rossoneri schiantano l’Ajax. Il giovane Cruijff incrocia, quella sera, le gambe a ”ics” di Rosato. Non sarà una bella sera. Che battaglia Rosato è protagonista nella battaglia nella Bombonera di Buenos Aires contro l’Estudiantes. Milan campione Intercontinentale. Rosato va ai mondiali in Messico come terzo stopper (dopo Puja e Niccolai) e diventa il primo. Anzi, di più: miglior difensore di Mexico 70. Partecipa a Italia-Germania 4-3, entra nel mito. Poi, quando Rocco lascia il Milan lui va al Genoa, quattro anni. Va in B e lotta con squadra di grande cuore, come il Toro, come il Grande Milan. Rosato vive intensamente le sue stagioni. Con quei sorrisi con quelle clamorose, incredibili gambette d’acciaio. Chiude in serie D, dalle parti di casa e poi si mette a lavorare. ”Ramo assicurazioni, scelta di vita”. […]» (Germano Bovolenta, ”La Gazzetta dello Sport” 21/6/2010).