Varie, 6 marzo 2002
ROSI
ROSI Francesco Napoli 15 novembre 1922. Regista. Abbandona gli studi di Giurisprudenza e debutta nel ”46 come aiuto regista in teatro, poi diviene assistente di Visconti, Emmer, Matarazzo, Antonioni, Monicelli. Laureato ad honorem alla Sorbona di Parigi e al Politecnico di Torino. «Gira film per ”vedere la realtà, con la volontà di arrivare alla realtà”. Lucio Colletti lo chiama ”Il nostro inviato speciale nella realtà”. Mosso da tale impegno neorealista, ha rappresentato con largo anticipo sui tempi quel ”disagio italiano” che la magistratura italiana solo trent’anni dopo di lui avrebbe iniziato a perseguire sotto il profilo penale, riprendendo per altro, come lui stesso sottolinea, il titolo di un suo famoso film del 1963: Mani sulla città. […] Superato dalla realtà, ha abbandonato le riprese sugli scandali, sulla corruzione, sulla collusione tra mafia e politica scegliendo di inseguire la poesia della storia» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini” 31/10/1998). «Preferisce essere considerato come artista ma quando parla, parlano anche il cronista, lo storico, l’uomo che ha fatto politica. […] ”Mi considero un testimone del mio tempo e con il mio cinema ho proposto di riflettere sui momenti critici della storia d’Italia. La grande guerra in Uomini contro, la mafia, la corruzione politica, il conflitto d’interessi. Cos’era Le mani sulla città? Un imprenditore che è anche assessore all’urbanistica vuole essere riconfermato per dare le licenze di costruzione alle proprie imprese... […] Per me fare film ha sempre significato essere utile. Salvatore Giuliano: dieci anni dopo i fatti, durante i quali sono stati scritti fiumi di inchiostro a partire dal famoso articolo dell’’Europeo” ”Di sicuro c´è solo che è morto”, è arrivato il film. Con il potere d’urto che solo un film ha, perché nel cinema ci sono le emozioni, c’è il ritmo che coinvolge lo spettatore, che io ho reso interlocutore. Ecco la novità. Salvatore Giuliano, Il caso Mattei, Le mani sulla città, Lucky Luciano: soprattutto quando ho trattato personaggi veri, io non faccio fiction […] Spesso ho chiesto il contributo di giornalisti. Tutti i miei film sono strutturati come inchieste. Solo che di questa struttura facevo il punto di partenza di una narrazione che mette l’uomo al centro di tutto. Le mani sulla città ha raccontato una Napoli che non si era mai vista, dove non c’era più niente di pittoresco […] Si affacciava il predominio della camorra come organizzazione criminale. Con La Capria capimmo che lo sfregio che si stava facendo alla città avrebbe cambiato l’anima della gente. Abbiamo trascorso giornate intere in consiglio comunale e visto come si decidesse la sorte dei nostri figli […] Salvatore Giuliano fu proiettato all’Ariston di Roma in una mattinata voluta dai senatori Li Causi comunista e Gatto socialista per sostenere la legge costitutiva della commissione parlamentare antimafia. Il film contribuì alla sua nascita […] Quanto al Caso Mattei, la commissione d’inchiesta aveva escluso l’attentato. Il caso era chiuso, il film lo ha riportato all’attenzione. Mettendo in contrasto la versione ufficiale con le notizie uscite, usando tutto quello che poteva servire a esprimere un dubbio. Poi è stato aperto un procedimento a Pavia e ha detto che Mattei era morto per un’esplosione a bordo... […] Ho fatto parte dell´Assemblea socialista credendo veramente nella partecipazione degli intellettuali, ma davamo fastidio. Sono stato ai comizi di Cofferati, ero a Piazza Navona la sera dello ”schiaffo” di Moretti, sotto al Senato contro la Cirami e alla manifestazione del 14 settembre, ho manifestato per la giustizia e in difesa dei giudici. Voto Ds, sto col centrosinistra, spero si possano superare le divisioni nella sinistra. Come quando mi sentivo vicino a Nenni. Ma ho avuto amici cari comunisti […] Quando firmai il manifesto degli intellettuali napoletani a favore del centrosinistra fui insultato come ”riformista’ da Mario Alicata […] Elio Petri, comunista fino al ”56, era un amico. E siamo stati felici di condividere la Palma d’oro ex aequo al suo La classe operaia va in paradiso e al mio Mattei. Ma anche con Franco Solinas che scrisse con me Salvatore Giuliano, rimasto sempre ortodosso, siamo stati amici. Io ero e sono un riformista. Prima era un insulto, adesso tutti sono riformisti. Voglio raccontarle un episodio. C’era un comizio di Nenni in piazza Plebiscito a Napoli, era gremitissima. A un certo punto Nenni fece un richiamo al Vaticano e io nella foga giovanile gridai ”abbasso il papa!’. Si gira un operaio, di quelli con la faccia da altiforni dell’Ilva, mi fulmina con lo sguardo e mi dice: e che cazz’, si ”ncominciamm’ a di’ strunzate nuie... Mi ha seguito tutta la vita”» (Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 10/11/2002). Vedi anche: Patrizia Carrano, ”Sette” n. 8/1997.