varie, 6 marzo 2002
ROSSELLA
ROSSELLA Carlo Corteolone (Pavia) 19 ottobre 1942. Giornalista. Dal luglio 2007 presidente del gruppo Medusa (produzione e distribuzione cinematografica). Dal novembre 2004 al luglio 2007 direttore del Tg5. Ex direttore anche di ”Stampa”, ”Tg1”, ”Panorama” ecc. • «Il direttore dall’aplomb più anglosassone del giornalismo italiano. [...] Nel 1994 era alla direzione del Tg1 dove rimase per due anni, dal 1998 al 2000 era a Verissimo, il fortunato magazine del pomeriggio di Canale 5. Le prime voci di un suo trasferimento alla direzione del telegiornale della rete ammiraglia della Fininvest iniziano allora. Carlo Rossella è il primo a smentirle. Un vezzo, più che un’autodifesa. Nel 2000 torna a ”Panorama” come direttore. C’era già stato nel ”71, inviato di politica ed attualità internazionale, di casa a Beirut come a Washington. C’era tornato poi venti anni dopo, vice direttore vicario, un occhio ai grandi scenari internazionali, un altro ai pettegolezzi di casa nostra. Grande passione per i gossip politici, finanziari, di costume, di ogni genere. Gli inizi della sua carriera sono alla ”Notte”, il quotidiano del pomeriggio di Nino Nutrizio. Nel ”69 scrive sulla ”Stampa” di cui diventerà direttore dal 1996 al 1998. In mezzo c’è una breve parentesi alla guida di ”Stampa sera”, il quotidiano torinese del pomeriggio. [...] il suo insediamento al Tg1: ”Ero in vacanza a Lampedusa. Una sera mentre stavo sotto la doccia squillò il telefono. Era Letizia Moratti (allora presidente Rai, ndr) - ”Le comunico che il consiglio d’amministrazione l’ha nominata direttore del Tg1. Venga subito a Roma’”. E Carlo Rossella volò. Come volava sul Concorde che lo portava in uno dei tanti viaggi in America. Meta preferita Miami che gli avrebbe ispirato un libro d’ambiente. Ma non disdegnava nemmeno Washington, dove avrebbe raccontato gli ultimi anni della presidenza Clinton - compreso il sexygate di Monica Lewinsky che deve averlo divertito parecchio - e poi quelli dell’era Bush con una storica intervista a Condoleeza Rice. Memorabile l’ultima copertina del settimanale di Segrate: ”Bush. Bush. Bush”. [...] Le copertine lo hanno sempre divertito molto: tanto da dedicare la foto di prima pagina anche al suo splendido labrador Oliver» (Fabio Poletti, ”La Stampa” 12/11/2004) • «Possiede il naturale talento di adeguarsi al contesto, la stessa voglia di risultare simpatico. Infiniti, nel campo, gli aneddoti che lo riguardano. Una volta, raccontano, si recò a teatro a Palermo, città che si apre sempre con una certa prudenza. Lo accompagnavano amici locali. Nel giro di qualche minuto, il pavese Rossella salutava i presenti, e da loro veniva salutato, come se fosse cresciuto tra la Vucciria e Mondello. Dal ”94 ad oggi, da quando insomma la direzione del Tg lo trasformò in volto familiare, ha concesso interviste sui più disparati argomenti, dai regali di Natale alla morte del gossip, dalla conoscenza dell’America ai rapporti con la politica, senza mai, proprio mai, scivolare su una critica, su un giudizio cattivello. In questo, e nell’intatta passione per il giornalismo, somiglia un poco anche all’altro suo sponsor, il riservato Gianni Letta. Per entrambi, in fondo, vale il Rosella pensiero, secondo il quale ”in Italia bisogna parlar bene di tutti”. Straordinario fabbricante di aneddoti sulla sua medesima persona è, secondo i colleghi che lo conoscono dai tempi del vecchio ”Panorama” un po’ affabulatore e un po’ bugiardo. Passato dall’adesione al Pci alla simpatia per Forza Italia, se l’è cavata in fondo morbidamente, senza le accuse anche violente scagliate per la stessa ragione su qualche altro, per esempio su Giuliano Ferrara. La ragione sta nel fatto che per l’appunto, Carlo Rossella è uomo senza spigoli, è concavo e convesso, come diceva Silvio Berlusconi. D’Alema, col quale andava a cena ai tempi dell’Ulivo, l’ha sempre considerato spiritoso. Fini ne diffidava, ma Rosella, ha saputo rassicurare i suoi emissari. Molti giornalisti della sua età e anche più giovani hanno la pancia, mostrano le occhiaie. Lui sembra sempre appena uscito da una settimana a Quiberon. L’ipocondriaco futuro presidente della Rai ha anche la fortuna di avere per moglie un medico, il che lo rassicura sui tanti piccoli malanni che un poco inventa e un poco teme. Mi sono riuscite cose che ad altri sarebbero costate molto. Dal direttore del Tg1 per dire, confidò che nel difficile compito l’aveva aiutato lo Spirito Santo» (Maria Latella, ”Corriere della Sera” 14/2/2002) • « Chiedete tutto, a Rossella, ma non chiedetegli di bere male. Il pubblico non ignora nè il nome nè il volto di questo [...] pavese, provvisto di cane elegante e riservatissima moglie medico, compagna ideale per uno che si sente spesso paziente e a volte ipocondriaco. [...] I lettori di ”Panorama” lo conoscono da quand’era un cronista ragazzino, i lettori di ”Stampa Sera” prima e de ”La Stampa” poi, l’hanno conosciuto come direttore dalla felpata presenza, i telespettatori si sono divertiti con Rossella 2000, direttore del TgUno. Rossella è anche autore prolifico: dalla microrubrica quotidiana per ”Il Foglio”, ”Alta società” [...] C’è il Carlo inviato di esteri che vi racconterà come nessuno mai splendori e miserie della Corniche di Beirut (’Vai sempre diritto, svolta a destra, troverai un nuovissimo dehor, accanto ”’è un albergo dove fanno i Daquiri migliori del Medio Oriente, me l’ha detto un mio amico libanese che ha sposato una diplomatica israeliana”). C’è il Carlo direttore di ”Panorama” [...] buon conoscitore dell’amministrazione repubblicana, amico del clintoniano marito di Christiane Amanpour e affascinato intervistatore di Condoleeza Rice. C’è, infine, il Carlo che negli anni Settanta viaggiava in coppia con Cossutta e firmava come sceneggiatore un film di Roberto Faenza, un film politico, sulla Dc, piuttosto bello, se i ricordi non mentono, in bianco e nero. Si intitolava, sul serio, Forza Italia. Dite voi se Rossella non è un predestinato. Con Berlusconi ha un rapporto ormai rodato. Li accomunano il gusto di piacere, quella stessa consumata abilità nel farsi ”concavi e convessi”, quando serve, se serve. [...]» (m. la., ”Corriere della Sera” 12/11/2004).