varie, 6 marzo 2002
ROSSI
ROSSI Valeria Tripoli (Libia) 7 marzo 1969. Cantante. Ebbe grande ed estemporaneo successo nell’estate 2001 con la canzone dal ritorno Dammi tre parole /sole, cuore, amore/ dammi un bacio che non fa parlare • «Mai sentita nominare prima. [...] In tre settimane Tre parole ha venduto 10 mila copie, e l’estate è appena cominciata. Un successone che, a sentir loro, avrebbe preso in contropiede persino la casa discografica. ”Non volevamo neppure stamparlo quel singolo - racconta Gianfranco Arnaldi, direttore marketing della Bmg record -. Ne abbiamo fatte 350 copie per le radio, poi il progetto era di concentrarci sul cd”. [...] Nata a Tripoli, non è figlia né nipote di. Suo padre è imprenditore, ”piccolo imprenditore”, precisa; la mamma fa la chimica, i due fratelli maggiori sono appassionati di musica, ma la cosa finisce lì. Neppure una spintarella, ”ho fatto tutto da sola ed è stata dura”, dice. Il successo l’ha frastornata, ma non sorpresa. ”Ho le spalle larghe, sono solida - racconta -. Tutto quello che c’è nella canzone, musica e testi, è farina del mio sacco”. Così promette: ”Non sarò una meteora”. E dire che per un soffio non se ne faceva nulla. Perché le tre parole che restano stampate in testa - sole, cuore, amore - le sono venute in mente quasi a tempo scaduto. La prima versione della canzone infatti era diversa: Sono il guaritore / sono il tuo dolore / Sono la notte che deve passare. Bellina, ”poetica e un po’ crepuscolare”, chiosa. Ma con poco appeal. Il cambio è stato fatto in corsa, fuori dallo studio di registrazione. ”Sapevo di avere una bella melodia e mi servivano parole che ci viaggiassero sopra senza sciuparla. Mi sono scervellata per settimane e alla fine la folgorazione è arrivata”. E ancora: ”C’è una parte di me in quella canzone. L’ho scritta mentre ero alla ricerca di una soluzione semplice per una situazione complessa, volevo comunicare dei sentimenti ad una persona contorta, complicata. Quando ho trovato il canale espressivo giusto l’ho capito subito. Non è facile essere semplici”. Successo al primo ascolto? Macché. [...] All’inizio c’è voluto intuito. Per esempio: alle selezioni per Sanremo giovani 2001 (vinto dai Gazosa), Tre parole è stata bocciata. ”Sono entrata in finale, mi sono esibita davanti ai cinque della giuria ma non sono riuscita a passare. No, non me la sono presa, io sono fatta così: so che nella vita bisogna sempre aspettare il momento giusto”. Anche qualche discografico ha storto il naso, ”finché sono arrivata alla Bmg e il produttore artistico, quando l’ha sentita, ha fatto un salto sulla seggiola”» (Daniela Monti, ”Corriere della Sera” 12/7/2001). «[...] aveva 32 anni, parecchi dei quali passati a scrivere canzoni per gli altri (un contratto da autrice per la Sony firmato nel 1997). Una ragazza normale, Valeria, capelli mossi e lunghi sulle spalle, l’abbigliamento tipico, finto trasandato dei giovani del duemila. Interessi? Tanti tanti tanti. Cresciuta artisticamente frequentando gli ambienti della Roma musicale colta, essenziale, magari un po’ snob, Valeria un giorno tira fuori un testo simpatico, facile, non banale, che strega l’Italia. Il successo arriva come un tornado e proprio per questo si lascia dietro un senso di vuoto. Giornate in apnea, settimane e mesi passati senza sapere in che città si dormirà la sera. Festivalbar, Italian Music Award, trasmissioni in cui fai l’ospite e dopo un minuto stai viaggiando su un’autostrada che ti porta verso la prossima apparizione. [...] ”[...] Vivevo una vita attutita. Tutto mi scorreva addosso, di fianco, sotto e a me sembrava di non toccare nulla. Quando scoppiò la bomba stavo registrando il primo album; lo studio neppure lo ricordo. Fortunatamente avevo e ho una rete di affetti, mamma papà e due fratelli più grandi, abbastanza forte. Mi hanno aiutato a rimanere con i piedi per terra anche se in verità devo dire grazie a due cose importantissime [...] Avevo già 32 anni e anche se mi spacciavano per una ragazzina che piaceva ai ragazzini certe ’sirene’ non mi hanno obnubilato [...] Ringrazio Dio di non aver mai fatto uso di droghe. Può sembrare pesante da dire ma quando il Gatto e la Volpe che ti hanno fatto credere di essere la regina del mondo spariscono, rischi molto e la testa, si sa, è una brutta bestia, può far fare cose strane [...] Naturalmente [...] dei soldi di Tre parole non mi è rimasto nulla, ma sono contenta così [...]”» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 15/8/2005).