Varie, 6 marzo 2002
Tags : Mickey Rourke
Rourke Mickey
• Schenectady (Stati Uniti) 16 settembre 1956 (ma varia da biografia a biografia). Attore. «Chi ha vent’anni oggi forse non sa che chi aveva vent’anni negli anni ”80 stravedeva per lui. E ce n’era motivo. Nove settimane e mezzo con Kim Basinger che faceva lo spogliarello per lui sulle note di You can leave your hat on lo aveva portato al successo. Poi è stato un poliziotto alla Mitchum in L’anno del dragone, un detective stralunato sedotto dal diavolo Robert De Niro in Angel Heart e ha indossato i panni dell’etilico Bukowski in Barfly. Era famoso a Hollywood in egual misura per il suo carisma, la sua fama di duro e la vita spericolata: pugile dilettante (ha tentato brevemente il professionismo col nome di Marielito), motociclista alla Hell’s Angels, coatto ”all american” e seduttore (ultima conquista celebre: la modella Carre Otis – sposata un paio di volte e divorziata altrettante - con cui ha intrattenuto un rapporto burrascoso e violento per tutta la durata degli anni ”90). […] ”Mi faceva schifo la politica degli studi, ovvero la logica del profitto. Per me fare un film equivaleva a qualcosa di magico, di mistico. Non più. diventato anche per me solo questione di soldi, quindi non me ne frega niente e lo faccio con più semplicità e quindi meglio […] Mi sono sfiancato in palestra. Avevo un corpo bestiale. A Hollywood facevo paura per via della mia seconda professione. Muscoli e pugni veri, altro che Vin Diesel, Van Damme o tutti i VD”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 10/3/2003). «Ha avuto tutto e ha perso tutto [...] Era fuggito da Hollywood, nessuno più gli voleva dare lavoro e coprirlo con una assicurazione durante le riprese. Problemi di alcol, di droghe, di conflitti estremi nelle sue relazioni private con donne molto amate e anche molto violentate, di ostentato disprezzo per l’industria del movie business, che l’aveva eletto star, non gli furono perdonati. Insuccesso dopo insuccesso, Mickey si ritrovò al fondo, con tutti i ponti bruciati alle spalle. [...] Ex ragazzo selvaggio che un tempo viveva in una villa a Beverly Hills; pugile inquieto con sette tatuaggi sulle braccia; divo che girava in Harley Davidson e veniva arrestato a Beverly o a Rodeo Drive ogni sera, di fronte al club che aveva aperto, con gli amici motociclisti di una gang che pensava di poter fare tutto. [...] ”Quando sono ritornato a Miami nel 1991 - racconta - ero disgustato dal cinema. Volevo riaffermare a me stesso il bisogno di fare pugilato, il ring mi sembrava molto più vero di qualsiasi set. Ho dovuto smettere. Mi hanno dovuto ricostruire la faccia, il setto nasale e le mandibole e, inoltre, mi sono reso conto che ogni giorno perdevo uno spicchio di memoria e vivere nel vuoto mentale mi faceva sempre più paura. stato un agente, David Unger, sono stati gli amici attori e registi, con testarda tenacia, a ridarmi fiducia, a offrirmi piccole parti. Non avevo quasi più alcunché, tranne la loro tenace amicizia”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 12/8/2003). «[...] l’ultimo vero dannato di Hollywood. L’ultimo rinnegato. O, come dice lui, ”l’ultimo fottuto romantico”. La sua storia è emblematica: nei primi anni Ottanta era considerato l’erede di James Dean o di Marlon Brando. Una decina d’anni dopo era un attore disoccupato, bandito dagli studios, evitato dagli agenti. ”Colpa” ammette ora ”delle mie stupide impennate sul set e della mia ingenuità. [...]. Non mi sentivo bene nella mia pelle: davo la colpa alla recitazione, ma ero io che non funzionavo. [...]» (Alessandra Venezia, ”Panorama” 23/5/2005).