varie, 6 marzo 2002
RUGGERI
RUGGERI Enrico Milano 5 giugno 1957. Cantante e autore. Due volte vincitore al Festival di Sanremo. Conduttore tv • «Il Ruggeri di oggi è molto diverso da quello che esordì, nell’80, con Contessa, ancora leader dei Decibel. Veniva dal punk, portava gli occhialoni con la montatura bianca, aveva i capelli. Sette anni dopo, lasciatosi alle spalle il punk - ma non l’attitudine rock - piazzava la mossa vincente di Si può dare di più con Morandi e Tozzi, consacrando musicalmente il triumvirato storico della Nazionale Cantanti. L’addio agli occhiali segna gli Anni Novanta, insieme con l´en plein festivaliero del ”93, Mistero, l’unica canzone rock premiata nella storia di Sanremo. All’alba del Ventunesimo secolo l´evoluzione si completa con la rinuncia ai sempre più radi capelli, rimpiazzati dallo sbarazzino ”look Zio Fester”, e con una più marcata vocazione di raffinato chansonnier. una nuova stagione anche per l´uomo: rinomato charmeur, mette la testa a partito fidanzandosi con la collega Andrea Mirò, che diventa anche sua partner artistica: è lei che dirige l’orchestra sul palco dell’Ariston durante l´esibizione di Enrico. Il quale Enrico conserva nel profondo del cuore due passioni grandi: la scrittura - garbato narratore, il suo nuovo libro s’intitola La vie en rouge - e il calcio. Interista di fede adamantina, se potesse scegliere tra un grande concerto e una grande partita con la Nazionale Cantanti, non avrebbe dubbi di sorta» (’La Stampa” 7/3/2002). «[...] anche quando ho cominciato, suonando in un gruppo punk e tingendomi i capelli di biondo platino, la mia ribellione era più estetica che sociale o politica. Resto dell’idea che le inclinazioni creative vadano riversate nel lavoro, e che non sia indispensabile, per essere artisti, condurre una vita trasgressiva, spericolata, anticonformista a ogni costo [...] Scrivo canzoni e pubblico dischi dal 1977. I miei redditi derivano dall’attività di autore, da quella di interprete e da quella di performer dal vivo: questo mi garantisce una stabilità finanziaria che non dipende del tutto dall’andamento di un singolo album, senza crolli verticali ma anche senza picchi fenomenali. Ho sempre mantenuto la stima e l’attenzione del pubblico. Non mi sono mai comperato ville da miliardario né ho collezionato fuoriserie: il regalo più costoso che mi sia mai fatto è l’orologio [...] Baume & Mercier da 6mila euro. [...]» (Franco Zanetti, ”Capital” aprile 2002).