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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Rumsfeld Donald

• Chicago (Stati Uniti) 9 luglio 1932. Politico. Ex ministro della Difesa Usa (con George W. Bush) • «Nella sua carriera è stato pilota di caccia, capo dello staff presidenziale, uomo d’affari e (due volte) ministro della Difesa» (’Corriere della Sera”, 28/11/2001). «Nel 1984, Beirut era il posto peggiore in cui un americano potesse festeggiare Capodanno. Tre mesi prima, un kamikaze aveva fatto brillare la caserma dei marines, lasciando sotto le macerie 240 morti. L’ambasciata Usa, diretta da Reginald Bartholomew, era protetta da sacchi di sabbia e seminascosta in locali di fortuna. Ben pettinato, un’eterna camicia bianca con cravatta e giacca dei grandi magazzini, occhiali da impiegato di concetto, Donald Rumsfeld, inviato del presidente Reagan, lavorava anche sotto le feste, finché l’esplosione di una bomba non interruppe il frusciare dei dossier segreti e i calcinacci invasero l’ufficio. Una macchina da scrivere elettrica Ibm volò in aria attraversando micidiale la sala. ”Se Rumsfeld si fosse mosso di un centimetro, addio Rumsfeld, decapitato a Beirut – racconta Bartholomew, poi ambasciatore a Roma – . Invece disse solo ”Gesù!’ e tornò al tavolo”. Un aneddoto sconosciuto ai tanti che, in America, in Europa e nel Medio Oriente, odiano il ministro della Difesa Donald Rumsfeld ma indispensabile a capirlo. L’uomo che ha scatenato una bufera diplomatica insultando Francia e Germania come ”Vecchia Europa”, sarà alla fine dell’amministrazione Bush il più vecchio ministro della Difesa della storia degli Stati Uniti. Un record accompagnato da quello di più giovane ministro della difesa, che Rumsfeld detiene grazie alla nomina del presidente Gerald Ford, a soli 43 anni. Entrando in ufficio, ”Rummy” passa sotto il suo ritratto, allineato sulla parete con gli altri ministri del passato. Dipinto ad olio, è il solo in maniche di camicia, il bagliore del cotone che stordisce i visitatori. Non credete a un caso. Rumsfeld ha posato senza giacca, per evocare il gesto di levarsela, rimboccandosi le maniche a battersi per le proprie idee. Sul suo tavolo una placca di bronzo, comprata al mercato delle pulci, riproduce la massima del presidente più aggressivo, Theodore Roosevelt: ”Lottare a morte per la giustizia è lo sport più nobile”. uomo in perenne lotta, contro Saddam Hussein, contro Al Qaeda, contro il presidente francese Jacques Chirac, contro il ministro degli esteri tedesco Fischer e contro una serie di obiettivi che, di solito, i suoi colleghi al Pentagono coccolano anziché aggredire. Nominato ministro da George W. Bush, Rumsfeld, che aveva invano sfidato Bush padre per la presidenza nel 1988, ha tracciato su un foglio di carta un triangolo: su un vertice ha scritto ”Congresso”, su un altro ”lobby dell’industria militare” e sul terzo ”ufficiali dello stato maggiore”. Ai suoi fidi, Paul Wolfowitz, Stephen Cambone, Richard Armitage, Douglas Feith, John Bolton e Richard Perle, alcuni assunti alla Difesa, altri spediti dal vicepresidente Dick Cheney al Dipartimento di Stato per marcare il moderato Colin Powell, dà un mandato nitido: ”Togliete le ciotole di riso, affamate il triangolo”. Le ”ciotole di riso” sono i miliardi di dollari che il bilancio della Difesa (ultimo approvato, 400 miliardi di euro) assegna al ”triangolo”. l’uomo che ha scatenato una bufera diplomatica insultando Francia e Germania. […] Intimidirlo sembra impossibile. Henry Kissinger, che se l’è cavata con leader tosti come Nixon e Mao, riconosce: ”Rummy è il più duro”. Quando era alla Casa Bianca, consigliere economico di Nixon, ”Rummy” incrociò in un corridoio un ex compagno dell’università di Princeton, come lui campione di lotta. I due si intrecciarono subito sul tappeto in una serie di ”cravatte” proibite e gli agenti del Servizio Segreto, increduli, tirarono fuori le pistole per difendere il presidente che temevano venisse aggredito: ”Lasciateli stare, sono bulli di Princeton” bofonchiò, rassegnato, Kissinger. A 30 anni alla Camera dei deputati, consigliere e ambasciatore alla Nato con Nixon, capo di gabinetto e ministro della Difesa con Ford, inviato a Beirut con Reagan e ministro della Difesa con Bush figlio, ha servito con i repubblicani ma ha fatto i soldi durante le presidenze democratiche di Carter e Clinton, come amministratore delegato dell’azienda farmaceutica G. D. Searle e poi presidente di General Instruments e Gilead Sciences. Il suo patrimonio personale è stimato tra i 30 e i 125 milioni di euro. […] L’11 settembre ha rivisto, tra le rovine del Pentagono, Beirut 1984. In maniche di camicia ha aiutato ad estrarre i feriti dalle macerie. Ha ricordato la mattina della Ibm e il 3 dicembre 1983 quando, in gran segreto, incontrò la sua nemesi, Saddam Hussein. Invano provò a convincere il raìs di Bagdad a fare da pilastro mediorientale per gli Usa e assumere il ruolo che fu dello Scià di Persia fino al 1979. Non ci riuscì e con due lettere del 1998, una a Clinton il 28 gennaio e una al Congresso il 29 maggio (firmata insieme a Cheney) chiamò alla crociata contro Saddam, l’alleato mancato. Idee, grinta, mai dubbi, flessibilità. […] Sposato da mezzo secolo con Joyce Pierson, ride quando la rivista ”National Review” scrive che tante signore trovano ”sexy” il suo look da manager. stato lui, ”senza dubbi”, a bocciare la censura imposta nella guerra del Golfo 1991, e invitare i cronisti, telecamere digitali e videotelefono in pugno, al fronte» (Gianni Riotta, ”Corriere della Sera” 22/3/2003).