Varie, 6 marzo 2002
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Sabani Gigi
• (Luigi) Roma 5 ottobre 1952, Roma 4 settembre 2007. Attore, presentatore, comico, imitatore ecc. • «Era l’imitatore più imitato. Tutti coloro che sono arrivati dopo di lui, dovevano qualcosa alle sue caricature, a quelle di Beppe Grillo, Enzo Tortora, Mike Bongiorno che sapeva riprodurre con un’espressione, un tic, un verso. [...] con le sue imitazioni aveva conquistato fin dai tempi di ”Fantastico” una folta platea di pubblico e aveva creato un vero e proprio stile [...]» (Mauro Evangelisti e Marcella Smocovich, ”Il Messaggero” 5/9/2007) • «[...] Una voce che dopo aver fatto ridere e divertire milioni di spettatori era diventata improvvisamente triste a causa di una lunga serie di vicissitudini giudiziarie e familiari [...] ”Vallettopoli” era ancora una parola priva di senso, nel 1996, quando Gigi all’apice del successo si ritrovò improvvisamente in manette per un’accusa che sarebbe risultata del tutto infondata. A dare origine allo scandalo le parole di una diciassettenne di nome Katia che davanti ad un pm disse di essere stata convinta a dimostrarsi carina sul sofà del presentatore in cambio di una foto con dedica (’a spaghettino”) e della vaga promessa di una comparsata in tv, dando così origine alla prima ”vallettopoli”. E alla distruzione della carriera di un uomo di spettacolo fino ad allora amato e rispettato da tutti. L’amarezza di quei giorni non è mai sparita rendendo quasi di marmo quella faccia che fino ad allora sembrava di plastica tanta era la capacità di trasformarsi per assumere, di volta in volta, le sembianze di Andreotti, di Celentano, di Costanzo, di Baudo o del Papa. E di certo non lo ha aiutato, nel momento più buio, il ricordo dei successi alla guida di Domenica in, di Stasera mi butto o di Fantastico tanto che [...] aveva ammesso: ”C’è il dolore personale, che mi è rimasto. Una consapevolezza che non ti abbandona più. Penso alla famosa canzone della Caselli, le parole ”Si muore un po’ per poter vivere’…”. Curiosamente sono stati proprio alcuni dei suoi ”bersagli” preferiti a tendergli una mano aiutandolo a tornare sul piccolo schermo: primi fra tutti Maurizio Costanzo che non mancava mai di invitarlo al Parioli, e Pippo Baudo che ha avuto il merito di averlo lanciato in tv dopo averlo ascoltato alla Corrida radiofonica di Corrado. Senza dimenticare Michele Guardì che è stato tra i primi a credere nella sua innocenza e ad offrirgli una concreta opportunità di lavoro nella piazza televisiva dei ”Fatti vostri”» (Niki Barbati, ”Il Messaggero” 5/9/2007) • «Nato in una delle tante famiglie che sono il sale di questo Paese (madre casalinga e padre cameriere), si racconta con la semplicità che lo contraddistingue: ”I miei genitori mi hanno insegnato rispetto, educazione, onestà e dignità. Mi hanno insegnato a non inseguire chimere ma la normalità, che poi in fondo è la vera rivoluzione: non c’è nulla di più eroico del quotidiano”. Dice che fino a qualche anno fa, l’ansia era non solo la sua colazione ma anche la sua cena: ”Mica lo so perchè...Bastava che un ragazzino mi guardasse troppo a lungo che subito mi chiedevo: oddio, che ho fatto? E saltavo per uno squillo di telefono, per il tono della radio che si alzava all’improvviso. Poi ho conosciuto Fabiana, la mia fidanzata, e lei è riuscita a farmi riassaporare la serenità, la dolcezza della vita”. La delusione più grande? Quando è stato accusato di non essere una persona perbene. La vittoria più grande? Quando ha dimostrato di essere una persona perbene. La paura più forte? ”Quando poco tempo fa mi hanno puntato una pistola alla tempia, mi hanno rubato tutto quello che avevo con me. E mi hanno lasciato con una grande rabbia, pieno di amarezza e impotente di fronte alla violenza, al sopruso”. La tv? ”Lo so che è banale, ma è il mio lavoro che amo”» (Mi. U., ”Il Messaggero” 30/8/2002).