Varie, 6 marzo 2002
Tags : Marat Safin
SAFIN Marat Mosca (Russia) 27 gennaio 1980. Ex tennista. Nel 2000 vinse Us Open e Master, nel 2005 gli Australian Open • «[
SAFIN Marat Mosca (Russia) 27 gennaio 1980. Ex tennista. Nel 2000 vinse Us Open e Master, nel 2005 gli Australian Open • «[...] Nel 2000, per conquistare il primo Slam della carriera, dovette inventarsi la partita della vita contro Pete Sampras. A Melbourne, dopo Federer, ha trovato l’avversario più incandescente che il tabellone potesse proporgli, il Gattuso del tennis, l’ercolino facilmente infiammabile che si alimenta di adrenalina e tifo, Lleyton Hewitt, il ragazzo che tutta l’Australia avrebbe voluto veder alzare la coppa e che invece, seppellito in quattro set (1-6, 6-3, 6-4, 6-4) [...] Il Marat- show è un mix di potenza, urla, atletismo e smorfie. Chissà se Safin è così esuberante anche quando palleggia con Boris Eltsin, l’ex presidente che ha tenuto a battesimo la nouvelle vague russa che, dalla Sharapova e dalla Kuznetsova in poi, non smette di stupire. Marat ha lasciato Mosca giovanissimo per andare a studiare da tennista in Spagna, ma della grande madre Russia ha mantenuto vizi e virtù. Continua a piacergli la bella vita, però dice di essere cresciuto. ”Il tennis non è solo una questione fisica. Sono due cervelli che si scontrano. Il successo a Melbourne è un grande sollievo per me: uno Slam si può vincere per sbaglio, ma due non sono più una coincidenza”. [...]» (Gaia Piccardi, ”Corriere della Sera” 31/1/2005) • «[...] l’intellettuale matto del tennis, proprio agli Aussie Open ha visto nascere la moda delle ”safinette”; una moda che gli fa male, un po’ come a Di Caprio ha fatto male Titanic. Entrambi bravi, ma più noti al grande pubblico per l’avvenenza che per il talento. [...]» (Andrea Scanzi, ”il manifesto” 18/1/2005) • «[...] Ha un talento spaventoso, la sua facilità di cambio ritmo è sconcertante. In passato ha perso partite oscene (la finale agli Aussie Open), non va a rete neanche sotto tortura ed è sempre attorniatodalle ”safinette”, le avvenenti groupie che lo idolatrano (pare che Marat sia ritenuto uno degli uomini più sexy del mondo, a dispetto della espressività cyborg). Eppure il ragazzo, oltre che bravo, è anche personaggio curioso. Eclettico (al Roland Garros gli venne tolto un ”quindici” perché esultò tirandosi giù i pantaloncini), pazzo (’rompe le racchette in maniera emozionale, ed è così che si devono rompere le racchette”, così di lui Ivanisevic). Dotato di cultura (organizza sedute di lettura con gli amici) e ironia. Giornalista: ”Marat, andrai a vivere negli Stati Uniti?”. Lui: ”Ah, volete che mi suicidi...”. Giornalista: ”Marat, verrai a giocare in Cina a settembre?”. Lui: ”Ragazzi, siamo in gennaio, e io non so nemmeno se sarò vivo domani”. E su Wilander, che per un po’ lo ha allenato: ”Ci abbiamo provato, ma non c’è feeling. Lui pensa in svedese, io penso in russo, e tra noi parliamo in inglese” [...]» (Andrea Scanzi, ”il manifesto” 17/11/2004) • «[...] Se anni fa un signore in Russia non avesse investito 300 mila dollari su di me, solo perché qualcuno gli aveva parlato di un ragazzo promettente, adesso forse sarei a raccogliere bottiglie in un parco di Mosca. [...] Non puoi prendere la vita troppo sul serio. Vivo la mia vita, mi piace come la vivo. Quello che so fare è giocare a tennis e far divertire la gente. Mi pagano per questo [...] Il fatto che io finisca una volta all’anno su ”GQ’ o ”Vanity Fair’ non cambia nulla. [...] Monica Bellucci, bellissima. Ma è al di sopra delle mie possibilità, lo ammetto [...]» (Stefano Semeraro, ”La Stampa” 25/7/2005).