Varie, 6 marzo 2002
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Sakamoto Ryuichi
• Tokyo (Giappone) 17 gennaio 1952. Compositore • «[...] guru della musica giapponese, si tiene alla larga dal successo e dalla ripetitività con costanza quasi maniacale [...] da anni affascinato dai suoi acustici [...] trafficava con l’elettronica come tastierista della Yellow Magic Orchestra (la band che inventò il techno pop): “Il piano ormai fa parte del mio corpo, è un suo prolungamento [...] Ma l’elettronica non l’ho mai lasciata [...]”. [...] ha speso gli ultimi anni a girovagare attorno alla bossa nova: “È una musica che amo, ma tre anni a suonarla sono abbastanza. Ci sono tante altre cose che si possono fare”. E non si può dire che nella sua ormai lunga carriera Ryuichi si sia fermato: è passato dal rock alla dance, all’ambient, all’etnica, alla classica (e non finisce qui, perchè il sogno è quello di realizzare un giorno un’opera lirica), naturalmente alle colonne sonore. [...] non ha rinunciato al suo mestiere di autore di colonne sonore con quel suo naturale talento per le melodie (“non mi ritengo un grande autore di melodie, sono piuttosto orgoglioso del mio senso delle armonie” precisa con la sua pignoleria retaggio di un’educazione formale da cui si è da tempo emancipato). [...] le note di Merry Christmas mr. Lawrence, il tema del film di Oshima, Furyo, in cui aveva anche una parte come attore. Ma il suo cammino cinematografico è legato soprattutto ai film di Bertolucci (da Te nel deserto all’Ultimo imperatore, al Piccolo Buddha) [...]» (Marco Molendini, “Il Messaggero” 15/10/2005) • «Musicista eclettico e tra i più apprezzati compositori di musica elettronica [...] “sono un mix di noise e melodia. Sono un fan di Debussy e di Ravel ma anche di John Cage [...] Sono nato a Tokyo ma la musica giapponese non rappresenta le mie radici. Come molti musicisti della mia generazione, dopo la guerra sono cresciuto ascoltando musica occidentale. Non ho subìto il peso delle radici, come può accadere a un musicista europeo, per questo forse sono più libero di trovare ispirazione in ogni parte del mondo”» (carlo Moretti, “la Repubblica” 25/11/2004) • «Attore, musicista a 360 gradi, fondatore della Yellow Magic Orchestra, protagonista di uno sfrenato nomadismo sonoro con le sue colonne per il cinema, da Bernardo Bertolucci (L’ultimo imperatore, Il tè nel deserto) a Nagisa Oshima (Merry Christmas, Mr.Lawrence), fino all’ultimo Brian De Palma (Femme fatale). Ma anche popolare per i suoi flirt trans-etnici, techno-acustici, disco-musica colta da jet-society. Collaboratore di David Sylvian, David Byrne, Atzec Camera, Hector Zazou, Caetano Veloso, Jaques Morelenbaum e tanti altri, è uno dei più versatili compositori di oggi. […] Sono diventato più responsabile dopo i 40 anni. Prima ero troppo giovane, troppo limitato e seguivo l’onda. Adesso fisso le priorità nelle cose che faccio. Sento molte più responsabilità nei confronti delle future generazioni. Ho quattro figli, l’ultimo di undici anni vive con me, e mi spaventano la violenza, l’inquinamento, la corruzione, l’aria di distruzione che sta avvelenando il pianeta. Non posso ignorare gli enormi problemi della politica internazionale. È duro vivere a New York dopo quanto è successo. Sono terrorizzato, ho paura, vorrei proteggere la mia famiglia, ma mi sento impotente. Non sopporto più la retorica del patriottismo americano. La gente è cambiata dopo quell’infausta data. Anche i miei fans, che sostenevano i diritti civili e il multiculturalismo, sono totalmente mutati”» (Giacomo Pellicciotti, “la Repubblica” 26/6/2002).