Varie, 6 marzo 2002
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Sarandon Susan
• (Susan Abigail Tomalin) New York (Stati Uniti) 4 ottobre 1946. Attrice. Debutta al cinema nel ”70, il primo successo arriva cinque anni dopo con The Rocky Horror Picture Show. Nell ”82, per La tempesta, a Venezia ottiene il premio come miglior attrice. Nel 1996 ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista per Dead Man Walking. Nomination anche per Atlantic City Usa (1981), Thelma&Louise (1991), L’olio di Lorenzo (1992), Il cliente (1994). stata sposata con l’attore Chris Sarandon. Dalla relazione con Franco Amurri è nata Eva. L’attuale partner è Tim Robbins da cui ha avuto due figli , Jack Henry e Miles. «Ottima attrice e donna spiritosa […] la ”sovversiva” più glamour di Hollywood […] sempre stata un simbolo femminile-femminista […] stata leader delle marce per la pace, della lotta al governo Bush. […] ”Ero una ragazza del New Jersey, in fondo lo sono ancora, una non più giovane hippy per certi aspetti, e amo ancora Bruce Springsteen. Decisa ad arrivare vergine al matrimonio, ero la maggiore di nove figli di una famiglia non ricca, scuole cattoliche. Ho dovuto imparare tante cose. Sono battagliera, ma non sono una donna disinibita”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/5/2003). «Non ho mai studiato recitazione. In genere seguo l’istinto e cerco di essere più coraggiosa che posso. Sul mio copione non c’è neppure una nota. Io preferisco fare una scena in uno, massimo due ciak […] Ho sempre seguito una sola regola: fare quello che volevo seguendo le mie passioni. Non mi sono mai preoccupata dell´immagine: se il regista è interessante io recito. E questo mi ha ripagata» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 23/9/2002). «[...] La protagonista di film-mito come The Rocky Horror Picture Show e Thelma e Louise [...] ”La condizione necessaria per partecipare a un film - chiarisce [...] - è che ne condivida il significato, perché mi sento corresponsabile di ciò che trasmetterà al pubblico. Tutti i film sono politici, anche quelli di Schwarzenegger. Però i film con messaggio focalizzato - come la pena di morte o la guerra - sono più difficili da vendere, in una Hollywood dominata dal marketing. Anche se la programmazione del successo, con i recenti flop di blockbuster da 100 milioni di dollari, non si può proprio dire scientifica [...] ho sempre improvvisato. Ho fatto ogni tipo di parte. Non bisogna mai pensare di essere troppo bravi per interpretare piccoli ruoli, o per la tv. Quel che conta è avere idee e registi appassionati [...] Mi preme di più evitare la mediocrità. Si può avere successo in un mondo di mediocri; ci sono tanti attori mediocri che hanno molto successo. Il cinema è la seconda voce nelle esportazioni americane, dopo le armi; e spesso esportiamo degli orrori [...] Un attore deve fare tutto. Il teatro da più sicurezza in sé e, insieme, più emozione. Al cinema, in fondo, fai tutto da solo. Tra cinema e teatro esiste la stessa differenza che c’è tra fare l’amore e masturbarsi”» (Roberto Nepoti, ”la Repubblica” 9/8/2005). «[...] La carriera dell’attrice più militante d’oltreoceano, almeno da quando Jane Fonda si ritirò dalla scena [...] è stata eccentrica fin dagli esordi [...] Nel ”69, laureata di fresco alla Catholic University di Washington e già giovane contestatrice, Susan accompagna il marito attore Chris Sarandon a un provino a New York per il film Joe e, vedi caso, scartano lui e prendono lei. La ragazza scopre che recitare le riesce facile ed è anche divertente: ”Ma ci ho messo dieci anni per capire che quella era la mia strada”. [...] compagna di Tim Robbins, conosciuto nel 1988 sul set di Bull Durham, il film che insieme a Pretty Baby (1978) e Atlantic City (1980) di Luis Malle le ha assicurato la notorietà internazionale, la Sarandon prima di impegnarsi valuta attentamente il ruolo, il senso e il messaggio della storia. Un po’ perché reputa che ogni film sia ”politico”, persino un banale action movie; un po’ perché deve avere una buona ragione per stare lontana dai due figli avuti con Tim. Il tema della famiglia è essenziale: se per esempio sei arrestata (le è capitato nel 1999 durante una marcia di protesta a New York) devi poter fornire ai tuoi ragazzi una valida spiegazione. Assodato che la prole capisce, la Sarandon va avanti per la sua strada, attivandosi sullo schermo e nella vita contro la guerra, la pena di morte e a favore dei paesi poveri. Alla stampa conservatrice non piace e neppure in certi studios il suo nome è gradito, ma come dice lei: ”Non devi cercare di piacere a tutti perché allora non piacerai a nessuno. Significa che non hai né idee né passione”» (Alessandra Levantesi, ”La Stampa” 9/8/2005). «[...] Nota per essere una bravissima attrice (Rocky Horror, Thelma & Louise) ma anche la Pasionaria delle battaglie civili col marito Tim Robbins [...] il cinema non sono rose e fiori: ”All’inizio ti piace, ha tanti stili, racconti storie, ti vesti, ti trucchi. Ma è un business difficile che bisogna fare con passione, non basta la tecnica. Le attrici poi vengono messe a riposo presto, ti usano fino ai 30 o 40 e via [...]” Susan ha studiato lettere e poi recitazione, ma alla figlia avuta con Amurri consiglia di imparare la filosofia e la teologia, a Bologna. Sul set non le piace andare per le lunghe e non vuole mai rivedersi: ”Due ciak vanno bene, l’energia se no si spreca: così faceva Billy Wilder in Prima pagina”. I film li sceglie per la storia e per il messaggio. ”Bisogna capire bene e discuterne a lungo col regista perché col cinema si influenza la gente, è un gran mezzo”. Lei si considera cittadina di New York, Hollywood la vede col cannocchiale e preferisce i progetti indipendenti. ”O quelli in cui si parla di un tema come la pena di morte partendo dalla coscienza del condannato come Dead Man Walking. [...]”» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 9/8/2005).