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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

SASSOLI

SASSOLI David Firenze 30 maggio 1956. Giornalista tv. Della Rai. Politico (Pd). Nel 2009 eletto al Parlamento Europeo • «Nel sito ”www.dariofranceschini.it” bastano due clic per arrivare a David Sassoli. La sua firma compare all’interno del blog ”I ragazzi di Zac”, dove [...] aveva depositato un commento che inizia così: ”Che estate quell’estate. Io c’ero quando venne eletto segretario Benigno Zaccagnini, in quel palazzone dell’Eur gelido come la morte e intricato come un bosco di mangrovie”. Un incipit letterario per ricordare ai frequentatori del sito di Franceschini le comuni radici zaccagniniane. Ma in quello stesso scritto, l’allora mezzobusto del Tg1 chiariva le sue simpatie: ”Dopo il terrorismo, i 55 giorni, la P2, non restava che leggere Mounier”, ”sperare che Giorgio Amendola e Enrico Berlinguer riuscissero a far uscire dalla clausura il Pci”. In poche pennellate c’è il racconto di chi è David Sassoli: un personaggio che appartiene a quel milieu cattolico-democratico e democristiano, vicino al comunismo berlingueriano, un’ origine che ne fa il primo vero candidato di Dario Franceschini, voluto a tal punto da oscurare una personalità come Goffredo Bettini. Nei primi commenti i giornali si sono inevitabilmente soffermati sulla natura televisiva della candidatura, ma se nel ”franceschinismo” c’è l’idea che il cattocomunismo è l’identità vera del Pd, pochi come Sassoli rappresentano l’incarnazione di quella suggestione. Certo, al grande pubblico degli elettori il messaggio che arriva è quello del Pd che candida un mezzobusto noto, anche se non popolare come la Gruber, [...] capace alle Europee di un formidabile exploit con quelle 850.000 preferenze raccolte nella sua prima uscita in politica. E invece Sassoli è uno che la politica l’ha respirata in famiglia. Il papà Mimmo, personaggio di proverbiale finezza e riservatezza, democristiano fiorentino del gruppo raccolto attorno a Giorgio La Pira e a Nicola Pistelli, è stato direttore del ”Popolo” e de ”La Discussione” ed è proprio nelle file della sinistra dc che David muove i suoi primi passi. Amicissimo di personaggi come Paolo Giuntella e Giovanni Bachelet, nel 1979 David arriva in piazza Nicosia pochi minuti dopo l’attentato delle Brigate rosse che costò la vita a due agenti, i poliziotti sono tesissimi e finiscono per picchiare quel ragazzo dai capelli lunghi che, per difendersi, urla invano ”Sono democristiano!”. Collabora con l’ufficio stampa della Dc ai tempi della segreteria De Mita, ma la sua vocazione è quella giornalistica. Racconta Guglielmo Nardocci, oggi inviato di ”Famiglia Cristiana”: ”David tornò da Parigi dove era stato con la sua Sandra, conosciuta sui banchi di scuola e alla quale è sempre stato legatissimo, e mi disse: ho sentito con le mie orecchie Gianni De Michelis dire a Oreste Scalzone che si sta lavorando ad un’amnistia...”. La notizia viene pubblicata da ”Famiglia cristiana”, il presidente della Repubblica Pertini si infuria e lo scoop consente a Sassoli l’assunzione al ”Giorno”, osteggiata dal ministro De Michelis e caldeggiata da Clemente Mastella, allora uomo-stampa di De Mita. Ma è nel successivo passaggio in Rai che si precisa la caratura ”catto-diessina” del giovane Sassoli. l’uomo dei collegamenti dalle piazze in una delle tante trasmissioni di Michele Santoro (’David dove sei?”), si rivela conduttore efficacissimo dell’edizione delle 20 del Tg1 e ne diventa vicedirettore nel ”lotto” lasciato libero dalle dimissioni della diessina Daniela Tagliafico. Ma Sassoli non taglia mai con le sue radici. Democristiane. E cattoliche, come dimostra l’amicizia fraterna con don Bruno Forte, uno dei teologi più apprezzati da Papa Benedetto XVI» (Fabio Martini, ”La Stampa” 18/4/2009) • «[...] uno dei volti del principale telegiornale e della principale edizione. il Tg1 delle 20. [...] l’aria del bravo ragazzo, il look da eterno ulivista, girotondista perfetto [...] a un certo punto, Carlo Freccero gli affidò persino un impegnativo programma di approfondimento. Qualche critico storse il naso, scrisse che certi programmi hanno bisogno di maggior peso specifico, di esperienza, di necessità morale, di scarsa soggezione nei confronti dei politici, di curiosità, di idee, di cultura. Ma i critici sono fatti così, prentendono. Ebbene, succede che Sassoli si trova al prestigioso desco, la sera in cui bisogna fare il bilancio del primo anno di governo del centro-destra. Un bilancio, di solito, è composto da due voci principali: costi e ricavi o crediti e debiti o incassi e pagamenti. Insomma, luci e ombre. Quella sera, però, Sassoli preferisce la luce, e basta. Dimentico della sua passione politica e dei suoi trascorsi militanti, per una serena valutazione chiama quattro testimoni. Che sono il vicepresidente del Consiglio Fini, l’onorevole Calderoli e due ministri, Pisanu e Giovanardi. E, inevitabilmente, il bilancio risulta positivo, certificato, vantaggioso per tutti. Non ci permetteremmo mai di addossare una qualsiasi colpa al povero Sassoli (fosse stato per lui, il microfono l’avrebbe porto anche all’opposizione, magari a Rutelli e a Fassino o a Freccero o a Fiorello, cui ha poi ceduto la sedia). Questi, purtroppo, sono i rischi del mestiere, della celebrità, del realizzarsi alle otto della sera, a Saxa Rubra» (Aldo Grasso, ”Sette” n. 21/2002) • «[...] Sono stato 14 anni a Il Giorno, dove ero cronista politico. Poi sandro Curzi mi portò al Tg3, Era il ”92 [...]» (Cristina Taglietti, ”TvSette” n. 9/1997).