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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Saviola Javier

• Belgrano (Argentina) 11 dicembre 1981. Calciatore. Medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Atene (2004). Campione del Mondo under 20. Dal 2007 al Real Madrid. Lanciato dal River Plate, ha giocato con Barcellona, Monaco, Siviglia. Detto ”el conejo” (il coniglio) per via della dentatura. «Adolfo Perdenera, classe 1918, non poteva sbagliare. Uno dei più grandi centravanti della storia del calcio (con Moreno e Labruna diede vita al leggendario trio d’attacco del River Plate anni Quaranta) e uno dei migliori tecnici sudamericani aveva notato un ragazzino di nove anni su un anonimo campo di calcio ed era rimasto incantato da come il bimbo si muoveva in campo e da come trattava il pallone: non lo calciava, ma lo accarezzava. ”Prendetelo e sarà la vostra fortuna”, aveva detto ai suoi datori di lavoro, i dirigenti del River Plate, perché non si lasciassero scappare questo potenziale fenomeno. Così a nove anni il destino di Javier Pedro Saviola era già segnato, anche se lui era il più piccolo e il più magro della compagnia. La promessa è stata mantenuta. [...] Il ruolo è quello dei predestinati ad accendere la fantasia della gente: centrocampista d’attacco e soprattutto attaccante. Uno che segna tanto e fa sognare, nonostante la statura (168 centimetri di altezza, appena 60 chili di peso) e i denti sporgenti, che gli valgono il soprannome di ”el Conejo” (il coniglio). un fuscello, che resiste a tutto. Saviola non ha fatto nulla per passare inosservato, da quando a nove anni, nell’80, entrò nel college del River allo stadio Monumental, per giocare a calcio, ma anche per studiare, condizione indispensabile per continuare a divertirsi con il pallone. A 17 anni non ancora compiuti, il 18 ottobre ”98, viene lanciato in orbita dall’allenatore del River Plate, il famoso Ramon Diaz, che lo fa esordire in campionato. Nel ”99, dopo aver vinto il titolo di capocannoniere del ”campionato d’apertura” (15 gol in 19 partite, quasi una rete a partita), viene eletto ”Rivelazione dell’anno” dal quotidiano di Buenos Aires ”El Clarin”. Alla premiazione, il portiere del Paraguay, Chilavert, confessa: ”Un giovane così bravo e promettente non lo si vedeva emergere da tantissimi anni”. Saviola mantiene le promesse con puntualità: nel 2000 esordisce in nazionale e in agosto, il Barcellona parte alla carica, offrendo 22 milioni di dollari (più di 45 miliardi di lire) al River per portarlo in Europa, offrendogli un contratto di sei anni. Il direttivo del River, che viene eletto dai soci e che può essere sfiduciato in qualsiasi momento se sbaglia mossa, resiste, si riunisce più volte e alla fine il responso è negativo. Ma il caso si ripropone dodici mesi dopo. Il Barcellona ha capito che serve un campione così per cancellare le amarezze di una stagione sbagliata, il River è stretto alle corde: da un lato c’è un deficit pesantissimo (60 milioni di dollari), dall’altro il Boca Juniors, che ha appena vinto la Coppa Libertadores. Il River vorrebbe tenersi stretto ancora per un anno il suo gioiello, ma Saviola va all’attacco anche fuori dal campo: invia ai giornali una lettera aperta, spiegando che ”il River non ha mai impedito ad un suo giocatore di attraversare l’Oceano per cercare fortuna in Europa: Fate così anche con me”. E minaccia di trasferirsi comunque a Barcellona, costi quel che costi, con il padre ammalato, che in Spagna potrebbe essere curato meglio. Saviola capisce che c’è un’occasione da prendere al volo per far cambiare idea ai dirigenti del River ed è rappresentata dal Mondiale Under 20, che si gioca proprio in Argentina. Lo aiuta il contorno perché la nazionale di José Pekermann, che ha già vinto le edizioni del ”95 e del ”97, raccoglie talenti straordinari. Saviola fa in fretta a incantare la gente: tre gol all’Egitto, due alla Giamaica nella prima fase; tre (su tre) alla Francia nei quarti; due al Paraguay in semifinale. [...] Il River Plate ha finalmente ceduto alle pressioni del Barcellona e ha venduto il suo gioiello» (Fabio Monti, ”Corriere della Sera” 7/7/2001).