Varie, 6 marzo 2002
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SCOTT Ridley South Shield (Gran Bretagna) 30 novembre 1937. Regista • «[...] del kolossal moderno è un maestro
SCOTT Ridley South Shield (Gran Bretagna) 30 novembre 1937. Regista • «[...] del kolossal moderno è un maestro. E non solo per Gladiator, ma anche per quel migliaio di spot girati prima di esordire coi Duellanti che gli regalarono una tecnica di montaggio e di racconto che cambiò per sempre la nostra visione cinematografica. Ridley Scott è un padre dell’epica contemporanea. Ogni suo film è un viaggio: è un viaggio in un’altra fantascienza quella di Alien che per la prima volta ci mostrò una tecnologia arrugginita e imperfetta dove l’organico vince sull’inorganico. Un viaggio profetico nel futuro caotico, soffocante e fallimentare delle nostre metropoli fu Blade Runner e un viaggio ai confini della catastrofe di un’identità femminile l’indimenticabile Thelma e Louise. E come ogni vero viaggiatore Ridley Scott è un inguaribile romantico dotato però di uno sguardo veloce e sintetico che non conosce i rischi della retorica. [...]» (Alessandra Mammì, ”L’Espresso” 31/3/2005). «[...] la pubblicità è stata la mia vera scuola! Quando ho girato il mio primo film, I duellanti, avevo alle spalle l’esperienza di almeno 2 mila spot. Sono orgoglioso di arrivare da lì e non da una scuola di cinema. Lì ho imparato davvero il mestiere. Io mi sono battuto per sfatare il pregiudizio che un regista pubblicitario non possa essere un vero autore cinematografico. Era un pregiudizio idiota, ma ben radicato a Hollywood, contro cui abbiamo dovuto combattere in molti: da Alan Parker ad Adrian Lyne, da Tony Scott a Hugh Hudson. Oggi credo che i nuovi talenti stiano emergendo proprio nel campo della pubblicità e dei video musicali. Per questo insegno tecnica e comunicazione, che sono l’essenza di ogni film. Perché la domanda che un regista deve farsi alla fine di un lavoro, che sia un kolossal di quattro ore o un corto di pochi minuti, è sempre la stessa: ”Sono riuscito o no a comunicare qualcosa?”» (Alessandra Mammì, ”L’Espresso” 17/2/2005). «’Creo dei mondi: che siano storici o futuristici poco importa perché creare un mondo è comunque la cosa più interessante nel lavoro di un film maker”. Ridley Scott [...] parla del suo lavoro con una semplicità che rasenta a volte il semplicismo. Eppure, come per una legge del contrappasso, molti dei suoi film, I duellanti, Alien, Blade runner, Thelma & Louise, sono tra i soggetti preferiti dei critici e degli storici del cinema, dissezionati e analizzati in ogni sequenza. Perché questi suoi ”romanzi visuali” (così lui ama definire i suoi lavori) hanno lasciato un marchio indelebile. Sin dal primo film, I duellanti, del 1977, basato su un racconto di Joseph Conrad e vincitore del premio della giuria, presieduta da Roberto Rossellini, al Festival di Cannes, Scott si è infatti imposto come uno dei più grandi ”stilisti” del cinema. E anche i suoi insuccessi (i più clamorosi sono: 1492: la conquista del Paradiso con Gèrard Depardieu nel ruolo di Cristoforo Colombo e G.I. Jane con Demi Moore) sono comunque opere visualmente affascinanti. Scott è anche responsabile della rivoluzione stilistica dei commercial televisivi: negli anni 60 ha fondato una società di produzione, la Rsa films, con cui ne ha creati più di 3 mila: celebri e superpremiati quelli per Apple Computer, American Express, Chanel e Pepsi. riuscito persino a convincere Gèrard Depardieu a girare uno spot di 45 secondi per la pasta Barilla: la star francese si esibiva in una spaghettata con pomodori, aglio e basilico pur di lavorare con quel mago di Ridley Scott. [...] ”Tutti i film di Welles sono stati un’importante fonte di ispirazione per il mio lavoro. La battaglia di Falstaff è un ricordo vivido nella mia mente: ho visto quel film parecchie volte e credo abbia esercitato su di me un effetto subliminale. [...] Entro nella realtà del film in modi diversi e una delle vie principali è la creazione dei set, perché sono soprattutto un designer. un procedimento ovvio, ma proprio dalla ricerca scenografica e dei costumi mi arrivano tutte quelle informazioni sulla vita quotidiana politica e sociale in cui inserisco poi i personaggi e le loro storie” [...]» (Alessandra Venezia, ”Panorama” 6/7/2000).