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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

SETTIS

SETTIS Salvatore Rosarno (Reggio Calabria) 11 giugno 1941. Storico dell’arte. Direttore della Normale di Pisa (1999-2010, eletto tre volte) • «[...] per quasi sei anni ha guidato il Getty Research Institute di Los Angeles. storico dell’arte e dell’archeologia. Lo considerano un’autorità indiscussa e da quando ha preso a lanciare i suoi appelli (anche dalle colonne di ”Repubblica”) ha scosso un ambiente rimasto tramortito dalle iniziative del governo Berlusconi» (Francesco Erbani, ”la Repubblica” 19/10/2002) • «[...] il perenne outsider, amato fino alla venerazione, o detestato a mezza voce. [...] Ruvido, deciso, organizzato, studioso di fama internazionale non solo per l’arte antica, protagoniste di epiche battaglie sulla legislazione dei Beni Culturali (ora presiede il comitato consultivo del Ministero), il professore tira dritto [...] due matrimoni, cinque figli dai 41 ai 9 anni, riconoscimenti accademici e premi, come il ”Viareggio” vinto nel ”78 con un saggio su Giorgione, La tempesta interpretata (Einaudi), laureato nel ”63, docente nel ”69, ha il passo di chi non ha tempo da perdere. Nel ”94 diventa direttore del ”Getty Center”, il più ricco museo del mondo, dal cui consiglio d’amministrazione se ne era andato Federico Zeri, dopo l’acquisto di una statua greca che riteneva falsa. Inutile dire che i fatti, poi, gli diedero ragione. Settis considerava Zeri un maestro. Ci accadde di chiedergli se l’avvicendamento non creò problemi, e la risposta fu: ”Per nulla. Solo una volta, quando gli scrissi per errore su carta intestata del Getty, mi supplicò di non farlo mai più perché aveva avuto, disse, ”un vero choc’”. Resta in California otto anni, e nel ”99 torna in Italia, direttore della Normale, dando inizio al suo lungo regno. Dinoccolato, look stropicciato da professore americano, sguardo diretto e a tratti ironico, da allora ha fatto della sua scrivania pisana il centro di un rete che arriva lontano. consulente di grandi istituzioni internazionali, ma anche uno dei più accreditati e talvolta spinosi interlocutori della politica; è membro dell’alto consiglio europeo per la ricerca. E non è un devoto della diplomazia, col risultato che di tanto in tanto gli si rovesciano addosso polemiche di fuoco, come è accaduto per il ”Papiro di Artemidoro”, la più antica carta geografica al mondo. Lui ne aveva avallato l’autenticità, datandolo al primo secolo. Venne contestato da Luciano Canfora, secondo il quale il documento, acquistato dalla torinese Compagnia di San Paolo, è un falso. Ne è venuto fuori [...] uno scontro furioso. [...] Il Signor Normale non abbozza mai. Laico e di sinistra, ha idee precise sulla riforma dell’Università e l’estensione generalizzata delle ”lauree brevi”. L’ha definita, per esempio, ”una cosa demente”. anche grande amico di Adriano Sofri e si batte per la grazia. Non ha invece un passato sessantottino. All’epoca studiava sodo. ”Quando lo conobbi alla Normale - racconta il senatore Umberto Carpi, ex sottosegretario all’industria, - invece di abbandonarsi alla goliardia vessatoria d’allora, mi disse: ”Vuoi studiare latino? Ti spiego come funziona il seminario e com’è sistemata la biblioteca’. Mi tenne lì inchiodato per due ore; alla fine sapevo tutto”. Era già quello che sarebbe diventato: ”Un raro tipo di studioso con grandi capacità anche amministrative - conclude Carpi -. A ogni finanziaria che si discute in Parlamento, da quando è direttore della Normale, si scatena. Ha sempre svolto, rispetto a noi politici, un ruolo prezioso”. E tenace. Tenacissimo. ”Ricordo bene come mi stava addosso, secondo dopo secondo. Mai visto niente di simile”» (Mario Baudino, ”La Stampa” 6/6/2007).