Varie, 6 marzo 2002
SGARBI
SGARBI Vittorio Ferrara 8 maggio 1952. Critico e storico dell’arte, ex direttore della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia e di Ferrara, è stato sindaco di San Severino Marche (Macerata) dal novembre 1992 all’ottobre 1993. Eletto deputato nel 1992 per il Pli, è stato riconfermato per Forza Italia nel 1994, 1996, 2001. Sottosegretario ai Beni e le attività culturali nel Berlusconi II (2001.2002) • «Seconda serata di Canale5: 1987. Vittorio Sgarbi appare al grande pubblico televisivo nei panni di un giovane storico dell’arte. Dal palco del ”Maurizio Costanzo Show” una professoressa poetessa legge una poesia, che Sgarbi commenta con espressioni di disgusto e poi con parole durissime. Lei gli dà dell’asino ”impoetico”, una prima, una seconda e una terza volta e lui infine l’apostrofa: ”E lei è una stronza”. Per quest’offesa il tribunale anni dopo lo condannerà a pagare 60 milioni di lire. Ma nel frattempo il critico s’è trasformato in personaggio, corteggiato dai programmi tv per la vis polemica e il modo paradossale di argomentare. L’uomo sembrava allora a molti come uno spirito libero . Aveva sì molti detrattori, ma anche entusiastici sponsor. Fra i più critici, Eugenio Scalfari, che lo definì un ”D’Annunzio in sedicesimo”, e come D’Annunzio – in effetti di cui condivideva la foga oratoria ”, Sgarbi ha sperimentato in politica nel tempo sia la destra sia la sinistra, compiendo anzi l’intero periplo del panorama dei partiti, dal Pci a Forza Italia. Per molti anni è stato alla corte del Principe dei media, per il quale conduceva una rubrica giornaliera, ”Sgarbi quotidiani”, su Canale5, con la funzione che oggi ricopre Feltri: bastonare gli avversari politici fingendo che si tratti dell’espressione di un libero pensatore . Sgarbi è stato un formidabile ”fast thinker”. Uno che pensava e parlava più veloce degli altri. Un atleta della parola. Un impareggiabile centometrista con cui era difficile rivaleggiare. Ma col tempo la sua abilità dialettica si è andata impoverendo e delle qualità antiche sopravvive oggi quasi esclusivamente la virtù del turpiloquio. Che lui reitera fino all’ossessione, urlando come un forsennato. Lo vediamo spesso ospite di ”Pomeriggio cinque”, su Canale 5, condotto da Barbara D’Urso, uno di quei contenitori giornalieri pomeridiani in cui ci si può infilare di tutto. Il ciuffo di capelli, solo un po’ incanutito, è sempre quello, ma ormai si altera sempre più facilmente e inizia a martellare con la voce arrochita dall’ira, le vene del collo che si gonfiano, gli occhi inferociti. ”Balle, balle, balle…” [...]» (Luigi Galella, ”il Fatto Quotidiano” 20/11/2009) • «[...] ”Con tre interventi da Costanzo raggiunsi la popolarità assoluta” [...] La sua invettiva contro Federico Zeri (’Lo voglio vedere morto”), resterà a lungo negli archivi televisivi. ”Il mio ruolo era di stabilire contrasti, creare sconcerto. Un po’ come quando al casinò ti riesce di sbancare il banco. Volevano farmi parlare di una cosa e io li spiazzavo parlando d’altro [...] Benché avessi vinto il Premio Estense contro Bocca, Pampaloni e Villari, ero isolato, il riconoscimento diffuso era di là da venire. In quel contesto fu proprio Costanzo a invitarmi in tv per raccontare l’anomalia della mia critica d’arte” [...]» (Michele Anselmi, ”Capital” dicembre 2001) • «Sgarbi critico d’arte, Sgarbi uomo mondano, Sgarbi politico, e adesso anche Sgarbi regista d’opera. Si è paragonato a Pasolini, anche lui uno che ”deborda”, letteratura, cinema, politica» (Dino Villatico). «Passa per essere un uomo provocatorio, iroso, narcisista, infantile e prepotente. Ma sa essere anche generoso, schietto, leale. un intelligente impasto di contraddizioni. […] ”La mia vita è un lungo tentativo di scappare dal pensiero della morte. Non mi fermo. Perché se uno si ferma riflette. Fuggo attraverso il mio vitalismo […] Non riesco a sopportare lidea di non fare attività politica. Ma non perché mi senta inattivo, quanto per la ragione che la politica, se sei competente, ti consente di tradurre le buone idee in azione […] Il potere politico e tecnico per me sono il mezzo per evitare lo scempio. Anche Federico Zeri avrebbe volentieri fatto il ministro per impedire gli orrori […] Per me la televisione è una sfida. Essa è il luogo della dimenticanza. come un fiume su cui è impossibile incidere qualcosa […] Io sono uno dei pochissimi che è riuscito a incidere qualcosa su quest’acqua. Dei gesti che restano memorabili […] Prima che io arrivassi la televisione era considerata spregevole dagli intellettuali […] La televisione consente di guadagnare molto denaro. E io come il Parmigianino ho fatto un’operazione alchemica: ho tradotto il denaro in spirito. I quadri, le opere d’arte che vede come pensa siano state comprate? Con la televisione[…] Gran parte di quello che io faccio è orale. Ho scritto libri, alcuni anche importanti, ma sono soprattutto, lo ripeto, un uomo che dà voce oralmente ai suoi pensieri. Lo era anche Oscar Wilde di cui solo qualcosa di scritto è rimasto”» (Antonio Gnoli, ”la Repubblica” 1/12/2002).