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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

SHAKIRA

(Shakira Isabel Hebarak) Barranquilla (Colombia) 9 febbraio 1977. Cantante • «[...] apparve nel 2001 come un fulmine a ciel sereno. Nessuno la conosceva ancora al di fuori del mercato latinoamericano ma con Laundry service, il suo debutto in inglese, la cantautrice colombiana di origini libanesi vendette tredici milioni di copie e finì in classifica in tutto il mondo. [...]» (Carlo Moretti, ”la Repubblica” 6/6/2005) • «[...] piccola e pepata, madre colombiana e padre libanese nato a New York, è proprio in buona posizione nella corsa con Jennifer Lopez, Christina Aguilera e Paulina Rubio per il titolo di ”regina della musica latinoamericana made in Usa”. Ha scritto il primo pezzo, My dark glasses si intitolava, a 8 anni, parla tre lingue, deve molto a Gloria Estefan e al marito produttore discografico Emilio, da un anno è felicemente fidanzata con Antonio De La Rua, figlio dell’ex presidente argentino Fernando, il suo ultimo disco, Laundry service, giganteggia in tutte le classifiche, è felice di ”cantare in una lingua diversa dalla propria è esperienza eccitante, stimolante, rinfrescante. una gioia che Gloria ed Emilio abbiano tanto creduto in me” [...] Non solo sesso, la ragazza, perchè se le si chiede della sua Colombia, sulle prime pagine per il rapimento Betancourt, che ha fama di essere Paese violento, diviso tra guerriglia e narcotrafficanti, lei pronta risponde...”La mia nazione l’ho sempre nel cuore, nei pensieri. Cerco di esserne ambasciatrice ma sono solo una pedina in un più complesso gioco. Lo so, il mio Paese - lei da anni vive a Miami, ndr - ha una situazione molto triste ma una minoranza di violenti non può oscurare 30 milioni di persone pacifiche. Spero che presto si possano rimarginare le ferite subìte”. Tra queste persone c’è lo scrittore, premio Nobel, Gabriel Garcia Marquez che l’intervistò due anni fa per il settimanale Cambio 16...”Ancora non me ne capacito, uno scrittore come lui che mi cerca, mi intervista. stato un grande onore, ancora oggi ci sentiamo”. L’immagine molto sexy come si concilia con la sbandiarata fede cattolica? ”Sono cattolica, nata e cresciuta, quando posso vado a messa ogni domenica ma, adolescente, fui folgorata dal rock’nd’roll. Il che vuol dire spirito ribelle, libertà”. Le influenze arabe che si sentono nella sua musica? La danza del ventre? ”Vengono da papà”» (Paolo Zaccagnini, ”Il Messaggero” 8/3/2002) • «Ha intitolato il suo album Laundry service (Lavanderia). E, già che c’era, nell’operazione lavaggio ci si è messa anche lei, in prima persona. Cambiamento numero uno: siccome gli uomini preferiscono le bionde, via le treccine nere che facevano tanto Alanis Morissette latina per far spazio a una chioma color miele che sembra la parrucca di Britney Spears. Cancellato anche il broncetto che sta meglio a una cantautrice intellettualoide, sostituito da sguardi caldi e sexy. Dimenticati anche i vestiti castigati che la facevano sembrare un attaccapanni per tirare fuori dall’armadio i top mozzafiato che accompagnano i suoi passi di danza e i suoi ancheggiamenti da far invidia a Jennifer Lopez. Messa in secondo piano, infine, la lingua spagnola, sostituita dall’inglese che solo fino a qualche mese fa nemmeno conosceva. Quello che è rimasto uguale è la materia prima, la voce calda e sensuale. Ma volete mettere, ora, con un pacchetto così? Shakira è lanciata come nuova star del mercato globale dopo che, in questi anni, ha già venduto circa 10 milioni di dischi nei Paesi latini e alla comunità ispanica negli Usa. I risultati già si vedono. Negli Stati Uniti Laundry Service, che in Italia uscirà il 25 febbraio, ha già venduto 1 milione di copie ed è arrivato al numero 3 delle classifiche di Billboard e il video di Whenever, Wherever, primo clip della storia ad essere programmato su Mtv sia in inglese che in spagnolo, è fra i più richiesti dal pubblico. E piovono copertine: dal ”Rolling Stone” in lingua spagnola a ”Time” , da ”People” ai maggiori periodici femminili. La ragazza ha iniziato presto: ha scritto la sua prima canzone a otto anni e a tredici aveva già firmato il suo primo contratto discografico. Dopo due album accolti freddamente una pausa di riflessione, occupata completando gli studi e provando anche la strada delle telenovelas. Quindi la rinascita con Pies Descalzos che ne fa una star in tutta l’America latina e la spinge a cantare anche in portoghese per i fan brasiliani. Nel ’98 arriva la conferma con Donde Estan Los Ladrones? Ma attenzione a non confondere Shakira con un Ricky Martin in gonnella. La sua musica ha mille profumi e mescola pop e rock, influenze latine, flauti andini, tango e ritmi orientali. Insomma una musica globale, che può funzionare ad ogni latitudine. E per ogni influenza c’è una spiegazione. L’Oriente anzitutto: Shakira è il suo vero nome e in arabo significa ”donna piena di grazia” ed è stato scelto dal padre, un gioielliere americano di origine libanese. L’amore per il rock lo spiega lei: ”Sono nata e cresciuta in Colombia, ma ascoltavo gente come i Led Zeppelin, i Cure, i Police, i Beatles e i Nirvana. Oggi i macchina ascolto Iggy Pop e i Clash, in relax a casa con Bob Marley”. La miscela esplosiva viene spiegata da nientepopodimenoché Gabriel García Márquez, premio Nobel suo connazionale: ”La sua musica ha un marchio personale, non assomiglia a nessuno e nessuno può cantare e ballare con quella stessa innocente sensualità”. Nega con grinta di essere un prodotto del marketing: ”Ho deciso di diventare bionda perché volevo cambiare e vedere qualcosa di diverso nello specchio, mi sembra umano. Molti pensano si tratti di una scelta per fare colpo sul pubblico americano, ma non è vero. Sarebbe stata una strategia migliore restare bruna in un momento in cui tutte diventano bionde”. Anche le sue canzoni hanno cambiato tiro. Basta testi arrabbiati che l’avevano fatta paragonare alla Morissette. Oggi, anche se il suo fidanzamento con Antonio de la Rúa, figlio dell’ex presidente argentino, sembra non funzionare più, parla di amore: ”Ora capisco cos’è e lo metto nelle mie canzoni. come quando ti capita qualcosa di buono e tu hai un impulso irresistibile di correre fori e dividerlo con tutto il mondo. Certo ha faticato a scrivere in inglese: posso parlare bene con il mio manager, ma parlare dei propri sentimenti in un’alta lingua è più difficile”. E lei come si vede? ”Mi identifico in molti tipi di donne. Certo non sono quel genere di donna che lava i vestiti del marito tutti i giorni”. Su questo, almeno, non ci sono dubbi» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 14/1/2002).