Varie, 6 marzo 2002
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SHYAMALAN Night Tamil Naduc (India) 6 agosto 1970. Regista. Film: Il sesto senso, Unbreakable, Signs • «L’ultimo genio di Hollywood è un ragazzo affascinato dal mistero della vita e della morte, affascinato dalle atmosfere inquietanti, dei poteri soprannaturali
SHYAMALAN Night Tamil Naduc (India) 6 agosto 1970. Regista. Film: Il sesto senso, Unbreakable, Signs • «L’ultimo genio di Hollywood è un ragazzo affascinato dal mistero della vita e della morte, affascinato dalle atmosfere inquietanti, dei poteri soprannaturali. [...] ”Newsweek” gli ha dedicato una copertina, titolando ”The next Spielberg”, il prossimo Spielberg, e non è un caso che il giovane cineasta consideri il regista di E.T. come un modello. Legatissimo alla famiglia, - è figlio di un cardiologo e di un’ostetrica - cresciuto a Philadelphia, dall’età di otto anni amava girare con una camera super 8, affascinato dai film di Steven Spielberg. A 16 anni aveva già scritto e girato 45 cortometraggi e a 17 frequentava la Tisch School of the Arts dell’Università di New York, una delle più prestigiose degli Stati Uniti. Il suo primo lungometraggio risale al 1992, Praying with anger, film a basso budget che gli fa vincere il premio come miglior film d’esordio all’American Film Institute di Los Angeles. Nel 1995 la Columbia gli commissiona la sceneggiatura di Stuart Little e nel 1998 esce Wide awake il suo secondo film. Ma è proprio con Sesto senso che il giovanissimo regista indiano ottiene il maggior successo e le sei nomination all’Oscar. E Hollywood lo adotta. Quando si è presentato alla Disney con la sua sceneggiatura di Signs, il 21 aprile 2001, ha talmente impressionato gli alti vertici della casa di produzione da indurli subito a mettere nero su bianco: un contratto stratosferico sugli otto milioni di dollari (ne ricevette cinque solo per la sceneggiatura di Unbreakable)» (Jeff Giles, ”la Repubblica” 29/7/2002) • «Il nuovo maestro del brivido del cinema di Hollywood fa di nuovo centro col suo ultimo film, The Village. Ormai è sufficiente il nome [...] per riempire i cinema. [...] è anche autore dei copioni dei suoi film, interpreta piccoli ruoli come fossero una firma, orchestra ogni aspetto della produzione. [...] ”Faccio cinema per le masse, non per gli intellettuali. [...] Preferisco l’orrore personale, quello interiore, pensato. Ciò che s’immagina incute più terrore di quello che si vede. Questa è una regola che applico sempre al mio cinema. Non c’è bisogno di schizzare sangue dappertutto per essere efficace. meglio il crescendo di tensione come creava abilmente Rod Sterling nella serie tv Ai confini della realtà. Poi fa più paura ascoltare che vedere: lo scricchiolio di un’asse, il sibilare strano del vento, una porta che si socchiude [...] Lo squalo di Spielberg è stata una grande lezione: il terrore del mostro che non si vede evidenzia la nostra vulnerabilità nelle acque oscure del nostro inconscio. C’è una linea sottile tra la paura del demone e il demone stesso [...] L’esorcista, E. T. e I predatori dell’arca perduta [...] I miei gusti coincidono con quelli della maggioranza. Sono un uomo di massa” [...]» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 19/8/2004).