Varie, 6 marzo 2002
SIFFREDI
SIFFREDI Rocco (Rocco Tano) Ortona Mare 4 maggio 1964. Attore. Porno • «Biondo, atletico, loquace. [...] Dice che oggi ”la più grande forma di pornografia esistente è rappresentata dalla televisione”. Che ”i reality-show non sono altro che perversione autorizzata”. [...] ”Ho dichiarato che volevo fare di meno l’attore per dedicarmi di più ad altre cose, soprattutto la produzione. Non sono stanco, ma inizio a provare qualche sensazione strana. Quando ho iniziato, vent’anni fa, mi sembrava buffo vedere sui set uomini quarantottenni con ragazze diciottenni, erano poco credibili. Ecco, non mi voglio ritrovare in quei panni. [...] Mi sono sposato nel ’95, ho detto subito a mia moglie che non doveva chiedermi di smettere perchè non l’avrei mai fatto, lei ha resistito e credo che questa sia stata una grandissima prova d’amore. Però sotto qualunque cielo e in qualunque religione non c’è donna che non preferisca avere un uomo tutto per sè. Certo, alcune cose mi mancheranno, conoscere ragazze e fare sesso con loro per me è un po’ come una droga, però desidero davvero cambiare. [...] A tredici anni, quando ho iniziato ad andare con le ragazze, sentivo forte il peso di una certa mentalità. Se stavi con una e poi con un’altra e poi con un’altra ancora, alla fine venivi considerato un porco e nessuno voleva avere più niente a che fare con te. Per questo a 15 anni non ne ho potuto più e sono venuto qui a Parigi, in cerca di lavoro. Ho iniziato in un club di scambisti e lì, per la prima volta, mi sono sentito felice”. A dargli man forte, contro tutte le convenzioni, è stata proprio la mamma. Ebbene sì, Rocco è diventato il re del porno con la benedizione di mammà, altrimenti chissà quale modesta fine avrebbe fatto: ”Devo tutto a mia madre che mi ha sempre sostenuto. Se mi fossi accorto che il mio mestiere la rattristava avrei smesso subito. Lei è stata bravissima, soprattutto agli inizi, quando, nel palazzo dove abitavamo, s’era sparsa la notizia del mio lavoro: diceva a tutti ”se lui è felice tutto il resta non conta’”. Diverso l’atteggiamento dei fratelli che ”per molti anni non volevano neanche che toccassi i loro figli. Adesso tutto è cambiato, anche se l’Italia resta un Paese dove le regole imposte dalla società sono molto forti, forse anche perchè la Chiesa ha un ruolo tanto importante”. Certo, in Francia è tutto più semplice. Arriva una regista super-intellettuale come Breillat, ti fa interpretare ruoli dove il sesso è un modo per parlare d’altro ed ecco che ti ritrovi a concedere fiumi d’interviste a schiere di occhialuti cinefili del mondo: ”Comunque fare la pornostar non è facile. E’ una specie di marchio che mi sento addosso anche adesso, dopo che ho incontrato una grande artista come Catherine, un’autrice che mi fa pensare a Pasolini”» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 18/1/2004) • «[...] l’infanzia ”normale” in una famiglia modesta, i primi piaceri solitari in bagno, la vergogna provata quando sua madre l’ha colto sul fatto, una libido che diventa rapidamente ”imbarazzante”. Nelle memorie è anche questione di ”taglia”, come per tutta la sua vita. Una volta per tutte, Rocco Siffredi conferma ”sono proprio 24 centimetri”. ”Certo un grande sesso per essere attore porno aiuta, perchè è visivo - ha dichiarato a France Soir - un grande Rocco Siffredi con un piccolo sesso, non sarebbe stato possibile”. Questa carriera Rocco Siffredi l’ha scelta per ”vocazione”. ”Essere attore porno è un vero lavoro - ha detto - fare l’amore per otto ore è impossibile per un comune mortale. C’è bisogno di talento, ma anche di tecnica”. L’attore ha alle spalle 1.500 film e circa 4.000 donne con le quali ha avuto dei rapporti sessuali ”se mi tengo ad una media - ha sottolineato - di tre o quattro donne per film”. [...] la ”paura e la vergogna” degli inizi, gli alti e i bassi e gli insuccessi (pochi). Alto, muscoloso, faccia maschile più da slavo che da italiano, però, tratto gentile e diretto, parlare esplicito ma mai volgare, protagonista di un film ”serio” della Breillat, Rocco Siffredi sorprende per la semplicità con cui ha affrontato il suo mestiere. ”Un lavoro perfetto per me, di cui mi piace tutto, eccetto il giro che gli si muove intorno. Fare l’amore è un atto naturale, anche davanti a una telecamera, ma frequentare certi produttori di porno-film, a volte, è veramente disturbante”. [...] la cosa che lo infastidiva nel suo lavoro era ”la solitudine, la sera, a casa. Poi ho trovato una moglie e anche il vuoto è stato riempito”. [...] sposato con la bella ungherese Rosa che gli ha dato due figli [...]» (’La Stampa” 11/3/2006).