Varie, 6 marzo 2002
SIGNORI Giuseppe
SIGNORI Giuseppe Alzano Lombardo (Bergamo) 17 febbraio 1968. Ex calciatore. Lanciato dal Foggia di Zeman, esplose nella Lazio vincendo tre volte la classifica cannonieri (1992/93, 1993/94, 1995/96). Dopo una breve esperienza alla Sampdoria, nel 1998 passò al Bologna. Con la nazionale fu vicecampione del mondo nel 1994, in tutto 28 presenze e 7 reti. 16° nella classifica del Pallone d’Oro 1994, 21° nel 1993. Il 1° giugno 2011 finì agli arresti domiciliari con l’accusa di essere il “leader indiscusso” di un clan bolognese accusato di aver truccato alcune partite per lucrare sulle scommesse, il 9 agosto 2011 fu radiato dalla Figc (sentenza della Disciplinare, i giudici sportivi gli riconobbero un ruolo di primo piano nell’organizzazione a delinquere finalizzata all’accomodamento di risultati di partite anche di primo piano) • « A Foggia è diventato Signori. “Avevo segnato 5 gol in B col Piacenza e Zeman mi accolse con un ‘Ciao, bomber’. Ero un esterno e mi trasformò in punta”. In tre stagioni fece 36 gol. “Quel Foggia era una macchina perfetta” [...] Pavone lo scoprì in un’amichevole col Trento. “Signori aveva una incredibile facilità nel saltare l’uomo”. Il talent scout di Zemanlandia lo acquistò per un miliardo e 400 milioni di lire. Il patron del Foggia, Pasquale Casillo fiutò l’affare: “È costato più di un mulino, ma forse renderà tantissimo”. Tre anni dopo Signori passò alla Lazio per 12 miliardi di lire. [...] “Ci trovavamo ad occhi chiusi. Rambaudi era più portato all’assist. Baiano sapeva sempre inventare un gol. Io? Crescevo per fare il bomber”. Dopo Foggia, tre volte il titolo di capocannoniere in A. “Zeman mi ha insegnato i tempi giusti per arrivare sul pallone. [...] Quel Foggia era bello da vedere, ma era bello pure giocarci. Sapevano in anticipo come muoverci, correvano il doppio degli avversari: uno spettacolo” [...]» (Nicola Berardino, “La Gazzetta dello Sport” 13/12/2008) • «[...] amante del gioco, nell’estate 2000 ribrevettò una scommessa sentita qualche anno prima in discoteca: riuscire a mangiare un Buondì camminando, nello spazio limite di trenta passi. Messa al bando ogni forma di doping, compresa la possibilità di siringare della marmellata onde ammorbidire il prodotto, il bomber di Foggia, Lazio e Bologna mise in palio addirittura un milione di vecchie lire. Nessuno ce l’ha mai fatta, e Signori ha cavalcato la scommessa per anni, anche in televisione. Finché proprio la disfida della merendina, divenne motivo di scontro con il capitano romanista Francesco Totti, che alla vigilia di un Bologna-Roma del 2002 non si risparmiò lo stoccate: “Signori chi? L’ultima volta l’ho visto fare pubblicità al Buondì Motta”» (Ma. Fe., “Il Sole-24 Ore” 20/1/2010).