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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

SILVAN

SILVAN (Aldo Savoldello) Venezia 8 giugno 1942. Illusionista • «Un nome, un mito […] possiede a casa sua una libreria sulla magia di quattromila volumi che farebbe invidia a quella della scuola di Hogwarts […] “La magia mi è sempre appartenuta. Per me, da ragazzo, esisteva solo e soltanto un signore chiamato Mandrake. Mi proposero anche di interpretarlo al cinema, poi non se ne fece nulla […] Tempo fa, tenevo una rubrica su “Topolino”. In due anni ricevetti duemila lettere. La più bella? Quella di un bimbo che sognava: ‘Silvan, ma stasera se lascio la finestra aperta, tu arrivi?’”» (“Il Messaggero” 3/12/2001) • «[...] “leggenda vivente della prestidigitazione”. L’unico al mondo capace di tagliuzzare una donna in otto parti e ricomporla con un “Sim sala bim”. Silvan è un affabulatore vero, anche a riflettori spenti. Modula la voce come raccontasse una fiaba: “L’illusionista esibisce il falso e nasconde il vero, ma è una persona onesta. Quando il pubblico grida al miracolo di fronte a un mio numero io dico sempre ‘Alt! Questo non è un effetto paranormale, ma un gioco di prestigio’”. Un mago è mago sempre, anche in casa. Ai suoi figli faceva scomparire coltelli e forchette da sotto il naso, riduceva in brandelli il tovagliolo per poi farlo riapparire tutto intero. “Ho cominciato a sette anni. La magia è un virus che può contagiare chiunque: avvocati, macellai, ingegneri, camionisti. In principio c’è l´esigenza di calamitare l’attenzione su di sé, poi bisogna studiare. Per preparare un nuovo numero impiego due, tre anni”. La tecnologia fa miracoli eppure c’è ancora chi si stupisce di fronte al cliché del coniglio che spunta da un cilindro. “Non è solo il trucco a stupire il pubblico. È il racconto. Prima di far vedere l’impossibile cerco di raccontarlo, di creare un’atmosfera misteriosa. Chi vede affondare la lama di un coltello nella scatola in cui è racchiusa una persona non deve domandarsi dov’è il trucco. Deve stupirsi e basta”. Per questo è un tipo di spettacolo che non tramonta mai. “Mai. L’illusionismo è esploso negli anni ’70 grazie alla televisione e oggi appassiona come una volta: il fenomeno Harry Potter non nasce per caso. I miei spettacoli hanno sempre registrato il tutto esaurito. Ho scritto dodici libri sull’arte della prestidigitazione e venduto un milione di copie. La gente ha un disperato bisogno di irrazionalità”. Mai svelato un trucco? “Assolutamente no! Sarebbe crudele come mostrare gli ingranaggi di un giocattolo a un bambino”» (Francesca Romana Elisei, “la Repubblica” 22/8/2005).