Varie, 6 marzo 2002
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Simpson John
• Londra (Gran Bretagna) 9 agosto 1944. Giornalista • «Veterano della Bbc, fin dall’inizio sul terreno in Afghanistan con una troupe di sei persone, e giunto nella capitale un attimo prima delle milizie anti-Taliban [...] Da Kabul, se n’è vantato in diretta: ”E’ stata la Bbc ad aver liberato la città, siamo entrati prima dei soldati dell’Alleanza del Nord; mi sento profondamente orgoglioso di far parte di un’organizzazione capace di anticipare tutti gli altri”. A conferma, si è fatto riprendere mentre si apriva la strada tra la folla festante. La cosa non è piaciuta a colleghi e concorrenti, e neanche al ministro degli interni di Blair, che, presente in studio, non gli ha risparmiato qualche pesante ironia: ”Mi sto ancora riprendendo dalla notizia che la Bbc ha conquistato Kabul”. I giornali [...] in velenosi corsivi, invitavano il ”liberatore” quantomeno a dividere il merito della conquista con l’Alleanza del Nord. Il concorrente diretto, un cronista di Itn, non ha disdegnato un’allusione alla stazza torreggiante del collega: ”Si può pensare a molti paragoni tra John Simpson e un bombardiere B52; ma è chiaro chi ha provocato i danni maggiori ai Taliban”. Nella stessa Bbc, che aveva a Kabul un’altra troupe già da giorni, finita fra l’altro in diretta tv sotto un bombardamento, la battuta del giorno è: ”La prossima mossa di Simpson sarà formare un governo provvisorio”. Non è la prima volta che ”big John” fa scandalo. Chioma bianca e statura da gigante, che non gli hanno impedito di fingersi donna per penetrare coperto da un burqa in Afghanistan nei primi giorni della guerra, il ”world affairs editor” ha trasmesso nella sua carriera da 101 paesi, raccontando praticamente tutte le guerre degli ultimi quindici anni. Raggiunse la fama nel 1991 a Bagdad, quando riuscì a farsi riprendere sul tetto del suo albergo mentre un missile gli passava sulla testa sfiorando le telecamere. Durante il bombardamento di Belgrado, dopo aver votato insieme con la maggioranza dei giornalisti presenti la decisione di ritirarsi dalla città, giudicata ormai troppo pericolosa, cambiò idea all’ultimo momento e all’insaputa degli altri, restando da solo. Fu da lì che irritò Downing Street: ci fu una protesta ufficiale per i suoi reportage, giudicati un po’ troppo favorevoli agli ospiti serbi. Figlio di un ricco signore del Suffolk che ebbe tra le sue amanti Zsa Zsa Gabor, Simpson ha la qualità indispensabile per una stella del reportage televisivo: è arrogante e pieno di sé, con una spiccata tendenza a trasformarsi da narratore in protagonista. Ma, almeno, è sempre nel posto giusto, con il giubbotto antiproiettile in vista sotto il giaccone. A sua discolpa va detto che non è il primo cronista a mettersi in gara con la Storia. Ernest Hemingway, per esempio, fu il primo corrispondente di guerra ad entrare a Parigi, dove si issò sull’Arco di Trionfo e si vantò di aver ’liberato’ l’hotel Ritz alla testa di un manipolo di ’resistenti’ francesi, con i quali festeggiò ordinando 50 Martini al bar. Doon Cambell, invece, all’età di 24 anni e privo di un braccio dalla nascita, portò la Reuters per prima in Normandia, sbarcandovi con le truppe alleate alle 9,06 del mattino. Marguerite Higgins, dell’’Herald Tribune”, precedette i soldati americani a Dachau, dove fu accolta da 22 SS ancora armate, cui ordinò con successo la resa. In tempi più recenti, la palma del più veloce spetta a Tim Marshall a Pristina: con le telecamere di Sky News diede il benvenuto ai parà inglesi, preceduti d’un soffio dai russi. E a Bob McKeown, che piombò a Kuwait City nel breve intervallo tra la ritirata delle truppe di Saddam e l’arrivo dei marines americani» (Antonio Polito, ”la Repubblica” 15/11/2001).