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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

SIRCHIA

SIRCHIA Girolamo Milano 14 settembre 1933. Medico. Ex primario del Policlinico di Milano. Politico. Ministro della Sanità nel Berlusconi II (2001-2005) • «[...] l’uomo che istituì una commissione ministeriale subito ribattezzata ”taglia-porzioni”, per stabilire ”quante calorie assumere ogni giorno” e per indicare ”come portare nelle diete delle mense, così come nei bar e nei ristoranti, alimenti più salutari ma anche in quantità più adatte” [...] è anche, e soprattutto, l’uomo della legge anti-fumo, la più severa mai concepita da mente italica, e la più inflessibile nell’applicazione. Questa storia del fumo è stata un po’ il chiodo fisso [...]. Aveva cominciato con il listare a lutto i pacchetti di sigarette, apponendovi scritte minacciose, dal secco ”Il fumo uccide” all’insinuante ”Il fumo può favorire la caduta dei capelli”. Poi aveva inviato una circolare a poliziotti e carabinieri per invitarli a non fumare in servizio, quindi aveva sollecitato le televisioni pubbliche e private ad istituire un Comitato di vigilanza ”per evitare che film e spettacoli messi in onda promuovano il fumo di sigaretta, specie nelle trasmissioni dedicate ai giovanissimi”. E infine, aveva impartito urbi et orbi il divieto generalizzato di fumo negli uffici e nei luoghi pubblici, con [...] sceneggiate pubbliche e drammi privati, silenziose proteste e rare redenzioni dal tabacco. Quanto a Bacco, Sirchia ha lanciato [...] una campagna per bandire il consumo di alcol tra i minori. Un’altra l’aveva lanciata contro le merendine. E, per dare un’idea della fama di cui gode, è circolata anche la voce di un decreto che limitasse l’attività sessuale, causa possibile di infarto. Era uno scherzo, naturalmente. Il volumetto Pensiamo alla salute è stato invece recapitato direttamente a tutti gli italiani, per spiegar loro alcuni principi fondamentali: ”Per evitare confusione le medicine devono essere conservate in un luogo adatto e sicuro”; ”Imparate ad usare i farmaci solo quando ci sono reali motivi”; ”Dedicare più attenzione a come si vive rimane il modo più sicuro per conservarsi in buona salute”. [...]» (Fabrizio Rondolino, ”La Stampa” 23/4/2005). «Il ”mullah Girolamo” [...] come lo chiamano i radicali rinfacciandogli posizioni un po’ oscurantiste, non è mai stato tipo di compagnia. Un giorno che si sentiva estroso, preso da una vertigine di creatività, arrivò a sbottare in un’intervista: ”Quando c’è la salute c’è tutto!”. Fu l’unica battuta, che si sappia, della sua vita. Ma riuscì solo in parte a cambiare quella immagine di grigia sofferenza che indossa con cravatte grigie su vestiti grigi. [...] protagonista della storica svolta sul fumo [...] Figlio di una milanese e di un immigrato pugliese comunista (’Ne ho visti tanti in casa, di comunisti, ho conosciuto le loro idee e non mi sono piaciute”), laureato in medicina a 25 anni, docente in Semeiotica Medica e Ematologia, primario per una vita al Policlinico, fondatore e segretario fino al 1999 della Fism (la Federazione Italiana Società Medico-Scientifiche che, accusa la Federazione italiana medici di famiglia, ”è divenuta per lo stesso ministero della Salute un interlocutore esclusivo e obbligato per tutto quanto riguarda il mondo della formazione”) , autore di 750 pubblicazioni [...] non è un uomo facile. Basti dire che ad Antonello Caporale, che gli chiedeva perché non andasse a cena con gli altri ministri per stemperare i continui contrasti, rispose: ”Non credo sia il caso. Non saprei cosa dire. Parlo poco”. Da quando è lì, non perde occasione per dichiarare la missione che si è data: ”Sbindizzare il ministero della Salute”. Vale a dire buttar via tutto il lavoro fatto da Rosy Bindi, che detesta almeno quanto detesta le bevande gassate che, come spiegò in una mitica intervista, avrebbe voluto abolire dagli scaffali del bar interno del ministero. Via tutto: coca-cola, aranciata, chinotto... Il tutto, s’intende, per il bene collettivo. Come quando per il bene collettivo lanciò la proposta d’introdurre contro l’obesità, in tutte nelle mense pubbliche, la ”mezza porzione”. O quando prima invitò i pensionati a non guardare la televisione (’Abolitela e vivrete più a lungo: nuoce alla salute”), poi protestò contro lo sceneggiato La Cittadella: ”Malgrado le mie proteste i due medici protagonisti continuano a fumare dall’inizio alla fine!”. O ancora quando suggerì, nel caso dovesse arrivare un’altra estate calda come quella assassina del 2003, uno ”spostamento degli anziani in supermercati”. Roberto D’Agostino lo bolla col nomignolo di ”Sirchia-pone”, aggiornamento umano dell’equino di Totò: ”Ma ogni bella scarpa nu scarpone / c’o tiempo addeventammo tutte quante / venette pure ”o turno ”e Sarchiapone...”. I medici lo adorano al punto di avergli scatenato contro (record) cinque scioperi. [...] Daniele Capezzone e i radicali lo considerano più o meno una beghina bigotta e nemica della scienza, al punto che dopo l’ennesima sortita su aborto (’è un omicidio”) e cellule staminali, piazzarono davanti a Montecitorio un enorme striscione che diceva: ”i Talebani ringraziano il mullah Girolamo”. Fa colazione bevendo solo caffè lungo senza zucchero, salta puntualmente il pranzo sbocconcellando al massimo qualche grissino, indossa alla cintura una macchinetta conta-passi che ogni tanto controlla (’Bene, oggi sono già a 1.850”), se ne infischia dell’accusa mossa anche dai suoi alleati di essere un decisionista con un debole per i collaboratori e le collaboratrici più stretti (’Sì, a Napoli ho nominato una mia assistente: e allora?”) , passa per essere vicino a Comunione e Liberazione e appena può sospira: ”Ah, quando c’erano le suore in ospedale, allora sì era molto meglio...”. Nemico acerrimo del fumo (’Anch’io a 15 anni sono stato fumatore, sedotto dal mito di Humphrey Bogart, ma la sigaretta non è più simbolo di forza e emancipazione ma di debolezza, come il doping e la droga”) descrive gli effetti della sigaretta con toni a volte così integralisti che ti mettono voglia d’accendere un toscano anche se odii perfino l’odore del tabacco: ”Il fumo distrugge la femminilità: la pelle diventa opaca e grinzosa, i denti neri e l’alito cattivo. La voce si trasforma e assume un timbro mascolino. La tosse si fa insistente e catarrosa. Gli effetti estetici della sigaretta non sono un’attrattiva per gli uomini...”. [...] anni fa, a chi gli chiedeva come viveva questo suo incontro con la politica, rispose: ”Non arrivo io, qui, alla mia età, a 68 anni e a fine carriera, per rubare o fare porcherie di sottogoverno. Sarò il nemico più feroce di tutto ciò. Non voglio chiudere la mia carriera con delle macchie per avallare operazioni di sottogoverno”. [...]» (Gian Antonio Stella. ”Corriere della Sera” 6/2/2005).