Varie, 6 marzo 2002
SOLDINI
SOLDINI Giovanni Milano 16 maggio 1966. Velista. Fratello del regista Silvio • «L´America ha avuto Slocum, il marinaio che alla fine dell´Ottocento fece, prima volta nella storia, il giro del mondo in barca a vela, in solitario. L´Inghilterra ha avuto Chichester, che il giro del mondo in solitario lo fece a sessant´anni. La Francia ha avuto Tabarly, il bretone che per le imprese sportive, per il carattere, per la personalità è diventato, nel suo paese, l´eroe del mare. Ma un eroe del mare lo abbiamo anche noi, Giovanni Soldini, famoso per le regate oceaniche, per le vittorie, e per il salvataggio (nel 1999) di Isabelle Autissier, quando la barca della ragazza si era rovesciata in mezzo all´oceano. Ricordate? La rintracciò, la raggiunse mentre lei stava a ridosso nello scafo capovolto, e dovette gettare un pezzo di metallo sulla carena per farle sapere che era arrivato. Soldini, milanese con un´ascendenza di Camogli, [...] è un vero uomo di mare: qualche volta succede anche coi milanesi, e poi c´è quel ramo camogliese che conta. Oltre a essere bravo è semplice, è simpatico. Quando va in vacanza con la famiglia, prende una barca in affitto: segno che il mare gli piace davvero. Nel salotto di casa (abita a Sarzana) ha costruito un Optimist di legno. [...] , nella nostra vela sportiva, il numero uno. Ma adesso c´è un guaio. Da qualche tempo non vince più. Si iscrive alle regate, parte, e non arriva. Come mai? La risposta è facile. Soldini si è innamorato dei trimarani. [...] Soldini ammette che i trimarani non sono, per chi naviga, la soluzione ideale. [...] Questi pluriscafi, dunque, entusiasmano in primo luogo per la velocità, e quando Soldini ne parla, gli brillano gli occhi. ”Nella Manica, dice, col vento al traverso, davanti a Cherbourg, il satellite ha registrato la nostra velocità: 38 nodi. Capite che cosa vuol dire, settanta chilometri l´ora, sull´acqua? Una follia”. Chi va a vela per correre, e per vincere, non può rinunciare a questa ebbrezza. E poi c´è la sfida tecnologica, che è l´altro aspetto dell´innamoramento. Il materiale di costruzione è sottoposto a sforzi enormi. Quando il vento rinfresca, solo uno scafo, dei tre, sta nell´acqua. Quello esterno vola. Lo scafo centrale batte sull´onda, la sfiora, senza penetrarvi. I tre scafi, tenuti insieme dai bracci, sorreggono un albero alto trenta metri. Non occorre essere ingegneri per capire quanto siano alte le probabilità che qualche cosa si rompa. [...] Nel 2002, Soldini era partito per la Rotta del Rhum, in solitario: tutto sembrava in ordine perfetto. E poi? Aveva installato sul retro del pozzetto una centralina idraulica, che serviva a flettere l´albero secondo le esigenze. Erano stati praticati alcuni fori per il passaggio dei cavi. Sono bastati quei fori per provocare, sotto sforzo, alcune crepe. Il bollettino meteorologico preannunciava tempeste: Soldini si è ritirato, riparando a Lorient. Ha fatto bene: è poi venuto il finimondo, la tempesta affondò una petroliera. Il vero uomo di mare conosce la prudenza. Altra esperienza, con Vittorio Malingri, regata Le Havre-Bahia, novembre 2003: era stato abbassato il pagliolo del pozzetto di quindici centimetri, per migliorare (appena appena) l´abitabilità. bastato questo per indebolire la struttura, e a trecento miglia a ovest del Portogallo, quando il trimarano navigava a venti nodi di bolina, con onde di cinque metri, si è squarciato lo scafo centrale. Soldini e Malingri, metà a bagno perché lo scafo si era riempito d´acqua (ma queste imbarcazioni sono inaffondabili), rientrarono a Vigo: bella impresa anche quella. La confraternita dei trimarani è soprattutto collocata in Francia. Una quindicina di organizzazioni affrontano di volta in volta i problemi tecnici, cercano le soluzioni, si informano reciprocamente sul risultato delle loro esperienze. Soldini e la sua équipe di una decina di persone, alla Spezia, appartengono idealmente alla confraternita. La sponsorizzazione è della Telecom» (Piero Ottone, ”la Repubblica” 4/2/2004).