Varie, 6 marzo 2002
SOLDINI
SOLDINI Silvio Milano 1958. Regista • «Prima di Pane e tulipani, in particolare in Un´anima divisa in due, tutti i suoi film inseguivano un´altra vita. Insoddisfatti di questa. [...] ”Erano personaggi che volevano scappare da situazioni in cui erano ingabbiati. Poco a poco da L´aria serena dell´ovest dove nessuno riesce ad uscire dal cerchio a Le acrobate dove le due donne alla fine salgono in cima a una montagna, c´è uno sviluppo. A quel punto ricominciare con personaggi in crisi esistenziale che cercano un´altra vita mi stava stretto. Soprattutto non ho più voglia di raccontare in modo naturalistico, lo trovo piatto. Cerco di farlo in modo più strampalato, inventando un mondo che ha richiami stretti con la nostra realtà ma non è quello che vedi alla televisione. Un giorno avrò voglia di parlare di una realtà molto più dura dall´interno, come Ken Loach o i Dardenne. la via di mezzo che non ha più molto da dirmi. [...] Quando penso a quali film fare penso a che cosa piacerebbe a me andare a vedere. Che tipo di musica, di idee sentimenti suggestioni, mi piacerebbe portare fuori da quel film. Oggi come oggi mi piacciono i film che ti fanno attraversare dei momenti anche dolorosi, non importa, ma quando esci non sei indebolito, sei rafforzato. [...] Quando ho incontrato Licia Maglietta come attrice qualcosa è cambiato. Già da qualche tempo desideravo avvicinarmi alla commedia, ma incontrata lei questa necessità è scattata in modo ben più forte, mi ha dato una spinta. Soprattutto a spingermi in fuori, a fare film non più così contratti [...] Pane e tulipani. Quando è uscito non sa quanti mi dicevano: non sembra neanche un film italiano! E voleva essere un complimento. Adesso non lo direbbero più, e vuol dire che qualcosa è cambiato. [...] Ci sono film che vanno bene o altri meno bene ma questo è il terno al lotto del cinema. Che vale per tutti, anche per i più commerciali. [...] Il mio sogno è fare un musical e prima o poi lo faccio. [...] Non a tutti piace la leggerezza. L´unico modo è seguire quello che sei e senti tu in quel momento. Leggero o, perché no, ’pesante’. La cosa peggiore è non sapere chi te lo fa fare, qualsiasi cosa fai. Devi rispondere solo a te stesso. [...] Sbagliato sarebbe pensare che faccio commedie con la mano sinistra per fare i soldi, [...] e poter fare poi quei film in cui ci si spara sui coglioni. Resto fedele a Bresson e Antonioni, resta evidente che il mio ispiratore non è Billy Wilder, ma mi piacerebbe fare tutto”» (Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 19/1/2004).