Varie, 6 marzo 2002
SOLFRIZZI
SOLFRIZZI Emilio Bari 5 aprile 1962. Attore. Noto soprattutto per le fiction (Sei forte maestro, Tutti pazzi per amore), ha portato in tv l’avvocato Guido Guerrieri, protagonista dei bestseller di Gianrico Carofiglio. Film: El Alamein (Monteleone, 2002), Agata e la tempesta (Soldini, 2004), La Terra (Rubini, 2006). Laurea in Scienze dello Spettacolo, si è dedicato al cabaret con l’amico Antonio (Toti e Tata), coppia arrivata alla fine degli anni Ottanta fino a Striscia la notizia • «[...] ”Negli anni Ottanta, quando facevo teatro a Bari, con il mio amico Antonio Stornaiolo (eravamo Toti e Tata), andavamo in onda su Telenorba, un’emittente pugliese che trasmetteva in Campania, in Calabria e in Albania. Ero già molto popolare in… Albania e, durante le tournée, ci capitava di andare in giro protetti dalla security. Poi, fuori da quei confini, di colpo nessuno ci riconosceva più. Anonimato completo!”. Divide la sua vita artistica in due fasi: la prima, di Toti e Tata, e quella attuale che lo ha portato al successo. ”Ne sono felice, ormai mi vengono offerte tante cose e posso finalmente scegliere”, e cita con orgoglio i ruoli a cui più tiene: il padre di Anna Frank in Mi ricordo Anna Frank per Raiuno e quello da protagonista in La doppia vita di Natalia Blum, il primo film della serie ”Crimini” andato in onda su Raidue. E, per chi viene dalla gavetta come lui, tanto riconoscimento è un bel traguardo. ”Con Antonio, da ragazzi, ci siamo preparati per ogni tipo di spettacolo. Seguivamo tutti i corsi che si tenevano in Puglia, formazione classica, dizione, scansione, tecnica gestuale; da quelli organizzati dalla Regione a quelli del Centro universitario teatrale di cui faceva parte Michele Mirabella. All’epoca, ai miei genitori non piaceva l’idea che io facessi l’attore. Loro si aspettavano che seguissi almeno una facoltà classica; mio padre era professore di matematica, mio fratello era iscritto a medicina, e a quei tempi solo la cartuscella sembrava garantire un titolo spendibile. Raccontavano ai parenti che frequentavo giurisprudenza…ma io, già a sedici anni, avevo cominciato con gli spettacoli e a un certo punto decisi di seguire il mio istinto, o meglio di seguire il mio amico Tata che si era iscritto al Dams, a Bologna. Ci siamo perfino laureati”. Determinato a fare di testa sua, ma non scapestrato, il giovane Solfrizzi pratica sport e arti marziali, recita e cambia spesso ragazza. Infine torna a Bari dove, con il suo amico Stornatolo, apre un teatro. ”Senza una lira e solo grazie a un imprenditore che ci dette fiducia. Si chiamava ”La dolce vita’, all’interno avevamo ricostruito una specie di via Veneto, sampietrini compresi. Il sabato e la domenica c’erano gli spettacoli dei comici che venivano da fuori. Per il resto eravamo noi, Toti e Tata, a esibirci. E per avere pubblico, dal lunedì al venerdì gli studenti potevano accedere ogni sera con una tessera da ventimila lire tutto compreso”. Un sodalizio comico che è stato una scuola, come la sua versatilità che viene da lontano. [...] a Bari, durante la campagna elettorale, si è schierato con Nichi Vendola [...] ”Io faccio il cinema possibile e spesso perfino quello che non mi piace perché rispetto comunque il lavoro, e dunque ho detto molti ”no’ ma anche parecchi ”sì’ non proprio convinti. Decido di pancia, non razionalmente. Accetto le cose che non mortificano la professione e il mio modo di vivere la vita. Il confine, per me, è quando sento che un ruolo mi farebbe sentire ridicolo. Per il resto sono pignolo, rompipalle, propongo, studio [...]”» (Silvana Mazzocchi, ”la Repubblica” 20/6/2010) • «Passa dal comico (’Tutti pazzi per amore”) al tragico [...] ”Ci sono attori comici che, quando passano al tragico, dicono ”mi riposo’. Non è così. Io mi sentivo quasi inadeguato nel ruolo di Otto Frank” [...]» (’Corriere della Sera” 3/5/2009).