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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Spacey Kevin

• S. Orange (Stati Uniti) 26 luglio 1959. Attore. Ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista per I soliti sospetti (Singer), come attore protagonista per American Beauty • «Ci sono attori che intraprendono questa professione perché hanno un fisico da modelli. O perché conoscono le persone giuste: un amico che fa casting, magari, o che è ai vertici di uno studio. Kevin Spacey è arrivato alla recitazione in un altro modo. Lavorava nell’amministrazione di un teatro di New York quando il suo direttore lo vide in una commedia Off-Broadway, gli chiese che cosa facesse dietro una scrivania e gli diede una parte. E poi, per combinazione, tra gli spettatori arrivarono Al Pacino e Jack Lemmon, entrambi chiesero chi era quel giovane con una presenza così carismatica e lo contattarono. Da allora il suo amore per il teatro è rimasto intatto. Quando gli è stato proposto di rivitalizzare il glorioso Old Vic a Londra come direttore artistico, Spacey ha preso l’opportunità con entusiasmo. Senza voltare le spalle al teatro, ha saputo reggere al cinema ruoli come quello del misterioso Verbal Kint in I soliti sospetti, del tragicomico Lester Burnham in American Beauty, il film che gli ha regalato l’Oscar, piuttosto che come Lex Luther, la nemesi de “L’uomo d’acciaio” in Superman Returns. [...] » (Lorenzo Soria, “La Stampa” 18/11/2010) • «Dicono a Hollywood che, attore bravissimo, potrebbe perdersi per il suo carattere esigente e ambizioso, per il suo Ego sproporzionato, per quella volontà compulsiva di fare sempre più e sempre meglio che lo induce a scegliere personaggi tanto lambiccati ed ‘elevati’ da risultare pomposi, inattendibili, balordi» (Lietta Tornabuoni, “La Stampa” 28/1/2002) • «Sono eclettico e mi stimola allo stesso modo recitare Shakespeare, impersonare Bobby Darin in un nightclub o Lex Luthor in Superman Returns. Per me, passare dalle tavole dei palcoscenici del mondo alla città di cristallo di Krypton del celeberrimo fumetto, è sempre una avventura eccitante. Comunque, preferisco ai super eroi i perdenti, e i cattivi — almeno sullo schermo, lo sono quasi sempre — o gli uomini ‘border line’. Ne ho interpretati tanti, da I soliti sospetti a L.A. Confidential ad American Beauty” [...] vincitore di due Oscar, prestigioso attore teatrale, uomo enigmatico [...] e cittadino adottivo di Londra da quando ha accettato l’incarico nel 2004 di direttore artistico dell’Old Vic Theatre [...]. “Come cattivo sono ‘un buono’ - sorride - nel senso che cerco sempre le qualità creative delle persone che incontro. [...] I perdenti - assicura- sono sempre sospettati forse perché una certa malinconia è il loro tratto caratteristico al di là delle loro azioni o super gesta. Io, poi, sto sempre nella vita dalla parte dei deboli”. Infatti, Spacey è amatissimo da Hollywood dove sempre va a trovare nella casa di riposo, da lui sostenuta con tantissimi lasciti e sovvenzioni astronomiche, gli anziani attori. [...] Gli piace anche passare da produzioni blockbuster da 200 milioni di dollari [...] a piccoli film, e lo stimolano le tante chiacchiere pro e contro che si fanno a Londra sulla sua programmazione per l’Old Vic. “Il pubblico ama il momento aggregativo del teatro. A mio parere, ci avviamo a interconnessioni e a grandi mutamenti dell’intero mondo dello spettacolo [...]”» (Giovanna Grassi, “Corriere della Sera” 7/6/2006).