Varie, 6 marzo 2002
Tags : Britney Spears
SPEARS Britney McComb (Stati Uniti) 2 dicembre 1981. Cantante. Ha venduto 37 milioni di copie dei suoi primi due dischi
SPEARS Britney McComb (Stati Uniti) 2 dicembre 1981. Cantante. Ha venduto 37 milioni di copie dei suoi primi due dischi. stata fidanzata con Justin Timberlake degli ”NSync • «Nata a Kenwood, un piccolissimo centro della Louisiana e cresciuta fra cori di chiesa e saggi di danza [...] Già a 8 anni, accmpagnata da mamma, andò ad Atlanta per un provino televisivo per il Club di Topolino. Era troppo piccola per essere ingaggiata, ma troppo brava per non essere notata, e il produttore del programma le procurò un agente a New York, dove trascorse tre estati a studiare alla Performing Arts Scholl e all’Off Broadway Dance Center. Qualche spot pubblicitario, qualche lavoro teatrale e, finalmente, a 11 anni, ha l’età per il Club di Topolino. un vero trampolino di lancio, perché lei che ha imparato a cantare e ballare e recitare diventa una beniamina del pubblico teen-ager. Così, due grandi del pop americano. Max Martin ed Eric Foster White , che hanno già prodotto i dischi di star come Backstreet Boys e Whitney Houston, scrivono per lei una serie di canzoni che esaltano le sue doti vocali e la sua capacità di ballare [...]» (Lucia Castagna, ”Sette” n. 6⁄1999) • «Ha avuto dalla sua il vantaggio di comunicare alle sue coetanee un modello di successo, costruito sulla scia di quello facilmente replicabile delle boy band: non canta particolarmente bene, non balla come una professionista, non è bellissima, è insomma una ragazza media americana come milioni di altre. Il problema è che la giovane cantante americana e i suoi produttori stanno cercando di occupare, come del resto stanno provando a fare moltissime altre colleghe negli Usa e nel resto del mondo, lo spazio lasciato libero da Madonna, la quale conquistando la maturità ha scelto di muoversi in territori musicali differenti, di dare una immagine di se decisamente più adulta, liberando nell’immaginario giovanile uno spazio grandissimo» (Ernesto Assante) • «Zompa fuori dal sottosuolo, issata su una specie di gru. Fasciata di rosso e nero, tra fiamme diaboliche, ancheggia come una soubrette consumata. E canta: ”Sono la tua schiava...”» (Riccardo Romani, ”Corriere della Sera” 22/11/2001) • «Giro per casa nuda, non sono molto pudica. Credo che il corpo sia una cosa bella e che una persona non si debba nascondere. Devi essere orgoglioso della tua sessualità. Solo perché sono giovane questo non significa che non possa essere sexy» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 14/9/2001) . «Sono sulla strada giusta. Non so cosa significhi la parola ”sexy”. Però spero che le mie canzoni siano sexy, questo sì. I’m slave 4 U è provocante ma non troppo. Mi preoccupo di essere me stessa e mi annoio a cantare sempre le stesse cose. Serviva una svolta. Non sono più una ragazzina e ho molto da imparare prima di potermi considerare una donna […] Sono una ragazza come tante. Adoro stare a casa con gli amici e ho una splendida relazione con mia madre, una confidente eccezionale. Molti pensano che la mia vita sia un circo, ma non è così. Certo è un po’ movimentata, specie quando sono in tour, ma niente di speciale […] Ballo e canto da quando sono bambina. Mi piace il movimento e mi alleno molto per questo. Come ho detto, ho molto da imparare da tutti. Però io sono Britney. Ammiro molte cantanti, ma il mio modello rimane Britney Spears […] Come mi vedo tra dieci anni? Spero che avrò fatto qualche buon film; spero anche di non ritrovarmi depressa perché Justin potrebbe avermi mollato. Ma forse avrò fatto un altro album che sarà andato malissimo, nessuno si ricorderà più di me e dovrò cercarmi un lavoro. Chissà...”» (Riccardo Romani, ”Corriere della Sera” 22/11/2001) • « La Cnn ribattezza la sua insolita iniziativa ”Salvare Britney Spears” e si appella addirittura a Bono degli U2 perché si faccia portavoce di un concerto per Britney simile, nello spirito, a Band Aid dell’84. ”Non è uno scherzo di cattivo gusto – precisa il network all news ”. Temiamo che Britney possa fare la stessa fine di Anne Nicole Smith”. E l’emittente di Atlanta non è la sola, in America, ad interrogarsi sulla rovinosa ed inarrestabile caduta di una delle sue star più precoci e un tempo fortunate. L’ex ragazzina del pop oggi travolta da una tale escalation di follia autodistruttiva da scomodare lo stesso esercito di psicologi e sociologi che quasi dieci anni fa si erano appassionati a spiegare la sua fulminea ascesa come idolo incontestato dei teenager
di tutto il mondo. A scandire il tramonto di questa ex star che ha appena compiuto 25 anni, bastano i titoli sui giornali delle ultime settimane. ”SOS Britney: gli amici chiedono aiuto a Timberlake”; ”Britney in centro disintossicazione per la terza volta in una settimana”; ”Britney Spears furiosa, colpisce auto paparazzi con ombrello” e infine la smentita a notizie diffuse dalla stampa britannica ”Britney Spears non pensa al suicidio”. Quest’ultimo gossip doveva servire a tamponare la devastante notizia, pubblicata da News of the World, secondo cui Britney, da tempo dedita a droghe quali la metanfetamina, di recente avrebbe tentato di impiccarsi con le lenzuola del letto. ”Al termine di una giornata particolarmente disturbata”, precisa il tabloid, che l’ha vista scriversi sulla testa rasata il numero 666 e gridare di essere l’anticristo”. ”Britney è figlia della cultura hollywoodiana dell’autodistruzione, immortalata da John Belushi [...]”, teorizza un critico. Ma se la cultura americana è tutta costellata di artisti maledetti votati all’autodistruzione – da Marilyn Monroe a River Phoenix, da Janis Joplin a Jim Morrison a Kurt Cobain, da Jackson Pollock a Jean-Michel Basquiat – è anche vero che i guai di Britney sono relativamente recenti e non il frutto di qualche preesistente tarlo esistenziale. L’inizio della fine, a detta degli esperti, è stata la maternità. Un incidente, più che una scelta, che Britney – protestante di ferro, repubblicana e anti-abortista – ha pagato amaramente. Il primo di un’infinita serie di scandali [...] risale infatti al febbraio del 2006, quando un paparazzo la ritrae dietro il volante del suo Suv nera con il figlioletto di cinque mesi Sean Preston in ginocchio, senza cintura né seggiolino, come ordina la legge. L’incidente le scatena addosso l’ira di pediatri ed esperti dell’infanzia la cui tesi – ”Britney non è adatta ad essere mamma” – viene rinforzata dalle successive gaffe: Britney che fa cadere il figlio dal seggiolone in cucina e più tardi, già incinta del secondo bimbo, Britney che si presenta in canottiera e mutande ad un’intervista con Matt Lauer di Dateline, reclamando il proprio diritto a divertirsi, lasciando i figli a casa. Da allora è stata una reazione a catena di esibizionismo autolesionista: dal party di capodanno al Pure Nightclub, dove l’hanno portava via in barella, alle feste selvagge – e senza mutande – con Paris Hilton. Dal taglio drastico dei capelli ai nuovi tatuaggi. Dalla fuga dalla clinica alla scenata davanti alla casa dell’ex marito Kevin Federline che vuole strapparle la custodia dei due figli, Sean Preston [...] e Jayden James [...]. Per la diva che debuttò a 13 anni in tv al ”Club di Topolino”, la vita sembra già bruciata. ”Britney è cresciuta sotto i riflettori e non ha mai avuto un’adolescenza – spiega la psicologa Anne Wolfe ”. E infatti la sta vivendo adesso, male e in ritardo. Lei e i suoi due figli sono le vittime di uno star system che ti crea e ti distrugge, senza pietà”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 6/3/2007) • Vedi anche: Lucia Castagna, ”Sette” n. 46/2001;