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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Stefani Gwen

• Anaheim (Stati Uniti) 3 ottobre 1969. Cantante. Dei ”No doubt”. Poi solista. I nonni paterni erano di origine siciliana da cui il nome Gwen, diminutivo di Guendalina. I primi passi nel mondo della musica sono fortemente influenzati dallo ska e dal punk. Una miscela altamente esplosiva che rimarrà per sempre nel Dna dei No Doubt. Il primo disco registrato per la Interscope risale al 1992. Ma è solo nel ’95, con l’album Tragic Kingdom, che la band si fa conoscere oltre l’ambito locale e vende ben 15 milioni di copie in tutto il mondo. Grazie a Just a Girl uno spregiudicato inno al girl power seguito da uno spumeggiante e coloratissimo videoclip. E grazie soprattutto a Don’t Speak canzone nella quale la Stefani raccontava la fine della love story con Tony Kanal, il bassista del gruppo. Nel 2000 arriva un nuovo album, Return of Saturn, ma è con Rock Steady, nel 2001, che i No Doubt consolidano le loro posizioni. Anche qui una manciata di canzoni destinate a diventare numeri uno come Hey Baby e Hella Good, seguite al solito da videoclip particolarmente accattivanti. «Una Blondie per gli anni 90: capelli platinati, vocina in falsetto, look che mescola stile di strada e citazioni hollywoodiane [...]» (Stefano Pistolini, ”L’Espresso” 23/7/1998). «A metà strada fra Madonna (più bella e meno carismatica) e una star degli Anni Venti (più aggressiva e meno elegante) [...] californiana con papà di origini italiane [...] il maggior successo con i No Doubt - 25 milioni di dischi in carriera - è stato Don’t Speak, in cui raccontava la fine del suo amore con Tony Kanal, bassista del gruppo. [...] Crisi ne ha avute anche quando non riusciva a trovare una porta aperta nel cinema. Da anni ci pensava: ”Ci avevo provato seriamente con Fight Club”, ha ricordato. Ma la parte andò a Helena Bonham-Carter. Altre volte o non funzionava il copione oppure erano gli impegni discografici a costringerla a rinviare il debutto. [...]» (A. Laf., ”Corriere della Sera” 12/11/2004). «Ha i capelli biondo platino e occhi nerissimi [...] ha l’aria sexy e strafottente della sciampista di talento e di programmatico successo. Anche lei, come zia Madonna, la rispettata apripista del Girl Power, ama avere tutto sotto il suo controllo. Anche lei è entrata a far parte del regno delle celebrità. [...] ”Mio padre ha lavorato 18 anni per una compagnia giapponese. Quando tornava dai suoi periodici viaggi mi portava ogni volta trucchi e bambole meravigliose. Nel ’96 sono andata per la prima volta anch’io a Tokyo. E sono finita subito ad Arajuko, il famoso quartiere dello shopping. Era pieno di ragazze che circolavano in banda, contendendosi il primato dell’originalità, in una sorta di sfida al look più ricercato e stravagante. Mi sono detta: ecco finalmente ragazze come me. E da allora torno in Giappone ogni anno” [...]» (Alberto Dentice, ”L’Espresso” 18/11/2004). « Proviamo a immaginare una bionda starlet da musical anni Quaranta riletta da un gruppo punk, rifinita da uno stilista new wave anni Ottanta, e infine catapultata nel suono dance delle discoteche contemporanee. Avremo così un’idea del personaggio Gwen Stefani (si legge con l’accento sulla ”a”), ambiziosa, vezzosamente ribelle, artificiosa e impudica come una bambola del futuro, a tutti gli effetti il personaggio del momento, un ciclone che per molti versi ricorda la travolgente verve della prima Madonna. [...] una lussuriosa vena provocatoria e soprattutto un sapiente uso del mezzo discografico [...] vanta alle spalle 17 anni di carriera come cantante dei No Doubt e un portfolio di 25 milioni di copie vendute col suo ex gruppo. Dunque viene da lontano e per il primo passo da solista ha fatto le cose in grande: ”Avevo sempre scritto le mie canzoni nel mio ambito”, racconta, ”come fosse una famiglia. Poi ho pensato, perché non fare un disco dance, perché non confrontarmi con i migliori musicisti del momento? stata una sfida continua, ho lavorato con personaggi dotati di grandissimo talento, come Dr. Dre, Andre 3000 degli Outkast, i Neptunes”. Sembra una perfetta storia americana. Gwendolyn Renee Stefani è nata il 3 ottobre del 1969 (due mesi dopo Woodstock e lo sbarco sulla luna) a Anaheim nella californiana Orange County, uno di quei paradisi del divertimento (spiagge, surf, e clima sempre perfetto) che fanno parte dell’immaginario dei giovani americani. cresciuta in una cattolica famiglia irlandese-italiana e fino a 30 anni (a dispetto della sua apparenza da bad girl) ha vissuto coi genitori. ”Quando avevo 17 anni” ricorda, ”ero innamorata ed eccitata al pensiero del futuro che mi aspettava con quello che pensavo sarebbe diventato mio marito e i bambini che avremmo avuto. Poi ho scoperto che ero in grado di scrivere canzoni e in quel momento la mia vita è cambiata”. Fu il fratello Eric a coinvolgerla come seconda voce nella band che stava mettendo in piedi, i No Doubt per l’appunto. Pochi mesi dopo era la prima voce, grazie a una atroce disgrazia, ovvero al suicidio del cantante John Spence. Da lì, qualche anno di gavetta e poi l’esplosione del successo. Era il 1995 e i No Doubt scalarono le classifiche col disco Tragic Kingdom. Ora è la star più ricercata dello show business musicale. E non solo. A esaltare quello che in fondo era un suo desiderio (’Voglio apparire come se fossi appena uscita da un film di Jean Harlow” ha detto una volta) è stata chiamata a interpretare proprio Jean Harlow, accanto a Leonardo Di Caprio nel film The aviator che Martin Scorsese ha dedicato alla leggendaria figura di Howard Hugues. Ma i riferimenti al passato sono solo apparenti. Lei è proprio una ragazza di oggi, multiculturale, multicolorata, icona fashion eccentrica e autorevole (ha un suo proprio marchio di moda, chiamato Lamb), [...] Sembra una miscela tra Lene Lovich, Debbie Harry e Madonna, ma rispetto a quest’ultima vanta indiscutibili qualità vocali e una più spiccata fantasia nel concepire i brani. Ma il suo marchio di fabbrica è tutto nell’evocazione della musica degli anni Ottanta. ”Per me è la migliore” ammette ”prima ascoltavo gruppi hardcore come Madness, Selector e Specials, perché quando sei adolescente sei piuttosto decisa. Poi Tony Kanal (suo ex fidanzato e bassista dei No Doubt) mi ha fatto ascoltare Prince, Depeche Mode, i Cure e Madonna e tutto mi sembrava giusto. Era un periodo potente per la musica e volevo un disco che mi riportasse dentro tutto questo”. Ma ha anche compiuto la piccola magia di rendere tutto questo adatto alle orecchie del pubblico di oggi. Piace ai trentenni, non è disprezzata dai quarantenni che ricordano l’integrità dei suoi trascorsi, ma soprattutto non dispiace ai ragazzini. Lei stessa sembra aver scoperto il segreto dell’annullamento del tempo. [...] Una donna per tutte le stagioni, o per nessuna, che nel mondo della musica di oggi significa esattamente la stessa cosa» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 9/12/2004). « partita da un garage , quello di casa sua a Anaheim, California, ed è arrivata in vetta alle classifiche di tutto il mondo[...] romana di parte paterna. Prima con i No Doubt, gruppo fondato dal fratello Eric, tastierista [...] Scricciolo biondo dagli occhi nerissimi [...] come tanti artisti statunitensi ha scelto di vivere in Inghilterra, a Londra, a fianco del neomarito Gavin Rossdale leader dei Bush. Il rock l’ha scelto giovanissima, quando ancora frequentava il California State Fullerton College: il fratello Eric suonava le tastiere in una garage-band, i No Doubt, vi entrò lei e, poco dopo, rivedendo arrangiamenti e scrivendo bei pezzi, ecco il successo. Meritato e mondiale. Fatto di album come No Doubt, ’92, Beacon Street Collection, ’94, Tragic kingdom, ’95, e Return of Saturn, 2000, tour e concerti che hanno fatto giganteggiare la Stefani come la nuova ”diva pop-rock”. Tanto è vero che con le chiome biondo platino, e una notevole versatilità interpretativa, ha debuttato sul grande schermo diretta da Martin Scorsese che l’ha voluta nei panni della sfortunata Jean Harlow in The aviator. Dal vivo non è la vamp dei video ma il cervello è tanto e buono. Assai. [...] Si è cimentata, con lusinghieri risultati, nella moda con la linea Lamb , dalle iniziali del suo primo lavoro solista, non si sente parte di una gigantesca operazione di marketing? ”Non credo che scrivere canzoni sia la cosa più difficile del mondo, seguo anche nella moda l’impulso creativo del momento. [...]”. Il paragone, vista la sua comprovata ecletticità, va immediatamente a Madonna... ”Quando ha cominciato a cantare lei andavo al liceo, la sua musica non mi piaceva, non mi fece grande impressione. [...]”. Dallo ska giamaicano degli esordi al rock, pop fino al Giappone, che percorso è il suo? ”Qualcosa che mi è venuto bene perché naturale, spontaneo. Lo ska è l’amore primordiale, il Giappone una folgorazione che ho avuto nel ’96, la prima volta che suonai là con i No Doubt” [...]» (Paolo Zaccagnini, ”Il Messaggero” 5/3/2005).