varie, 6 marzo 2002
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STELLA Gian Antonio Asolo (Treviso) 15 marzo 1953. Giornalista. Inviato ed editorialista del «Corriere della Sera», ha pubblicato diverse opere di saggistica e narrativa
STELLA Gian Antonio Asolo (Treviso) 15 marzo 1953. Giornalista. Inviato ed editorialista del «Corriere della Sera», ha pubblicato diverse opere di saggistica e narrativa. Tra di esse, i due famosi bestseller «La casta» (2007) e «La deriva» (2008), scritti assieme a Sergio Rizzo e pubblicati da Rizzoli • «[...] un cronista di razza [...] uno della pattuglia di testa del giornalismo italiano [...]» (Corrado Augias, ”la Repubblica” 3/5/2005). « diventato una firma del ”Corriere della Sera” facendo il mestiere del cronista come si faceva una volta [...]» (’Sette” n. 46/1998). «[...] l’inviato speciale che cammina di più. [...] la Vespa. Al G8 di Genova fregò tutti noleggiandone una. Una cosa banale, ma nessuno ci aveva pensato e quando scoppiò il finimondo fu l’unico cronista in grado di muoversi velocemente per la città. I coleghi gliela chiesero in prestito, e lui: ”No, mi spiace”. [...] in televisione si vede di rado, i talk show non gli interessano, le sue fotografie sono rare eppure civettuole e sempre in posa da lavoro: all’aeroporto, accovacciato con la valigia accanto e il computer portatile assceso. [...] scrive [...] di cronaca e di fatti e di persone e di storie e di cose che succedono. Il resto è fuffa: il commento non è il suo pane, e non si fa distrarre dal fumo dell’opinione. Lascia agli altri anche l’arte del retroscena, lui che è il re del racconto della scena. stato anche il re delle interviste politiche, nessuno era bravo come lui a far parlare un deputato e un sottosegretario. Sapeva dosare scudisciate ed eleganza, senza mai venir meno al principio della correttezza. un bel moralistone e scrive anche libri divertenti che raccontano l’Italia [...]» (Christian Rocca, ”Capital” dicembre 2001). I leghisti non lo possono vedere. Calderoli: «[...] sempre alla ricerca di qualche occasione per potersi cimentare nel suo sport preferito, l’antileghismo viscerale [...] quelle sue famose (o famigerate, dipende dai punti di vista) interviste in cui riusciva a far emergere concetti e situazioni in grado di generare titoloni antileghisti. Lo fece, ad esempio, per restare agli anni Novanta, con l’ex autista di Bossi, Pino Babbini. O con l’ex segretario della Liga Veneta che abbandonò la Lega Nord, Franco Rocchetta. O con l’ex presidente della Camera, ex vandeana ed ex politica, Irene Pivetti. Insomma, sempre pronto a prestare servizio a quei ”poteri forti” che si sono rivelati ostili al nostro Movimento fin dalla sua nascita. [...]» (’Corriere della Sera” 14/4/2005). «’Nell’albergo delle mignotte? Ma bravo!”. Del mio primo giorno al ”Corriere”, nel luglio del ”75, quando venni provato con un contratto a termine all’’Informazione” che del giornale era l’edizione pomeridiana ma anche il pollaio dove tiravan su i ”pulcini” come me, ricordo solo la vergogna. Il panico che mi prese, incendiandomi il viso, alla scoperta che l’amabile pensioncina che venendo dalla provincia avevo scelto per una prima sistemazione, in via Pontaccio, era uno storico albergo a ore [...] Mi misero allo sport ma non conservo nella memoria nulla: ero troppo impegnato a sopravvivere in quel mondo troppo grande per me e a imparare più in fretta possibile. Ricordo però come fosse ieri la notte in cui ad Asiago, quando il contratto stava scadendo ed ero alla febbrile ricerca di uno scoop, cercai di ubriacare Nereo Rocco per strappargli una confidenza. Una catastrofe. Non facevo in tempo a riempirgli il bicchiere che rideva: ”Zovine, son vecio si ma mona no: bevo mi ma ti bevi anca ti”. Alle quattro di mattina lui era ancora buono per il tressette e io ero ciucco. [...]» (’Corriere della Sera” n. 52/2000).