Varie, 6 marzo 2002
Tags : Sharon Stone
Stone Sharon
• Meadville (Stati Uniti) 10 marzo 1958. Attrice. Film: Basic Instinct, Atto di forza (Paul Verhoeven), Casino (Martin Scorsese) • Figlia di un operaio metallurgico e di una casalinga, a 15 anni entra alla Edinboro State University of Pennsylvania: è una specie di ragazza prodigio, legge un enorme numero di libri, il suo quoziente di intelligenza è 154. Le suggeriscono di fare l’avvocato, ma a 17 anni vince il titolo di miss Pennsylvania, diventa modella, fa qualche spot, poi si dà al cinema. Sposata tre volte, l’ultima il giorno di San Valentino del 1998 con il giornalista Phil Bronstein (matrimonio finito nel 2003). Il 29 settembre 2001 si sentì male (fortissimo mal di testa): era stata colpita da un emorragia subaracnoide, per giorni si temette per la sua vita • «La corsa al successo iniziò nel 1980 quando era solo ”la ragazza carina sul treno” in Stardust memories di Woody Allen. Dodici anni dopo ecco Basic Instinct. Con il passare del tempo si è guadagnata una candidatura all’Oscar per Casino e la reputazione di signora piuttosto coriacea. Poi la malattia, un’emorragia cerebrale che l’ha fermata per un anno. In più di un’occasione è stata descritta come una prima donna difficile, soprattutto una maniaca del controllo delle proprie emozioni. ”Certo, se fossi stata un maschio, sarei diventata il presidente della compagnia [...] Spesso sono stata incurante, insensibile. Credo di essermi spaventata e aver agito con aggressività, magari per difesa. Non ho avuto spesso vicino a me persone capaci di consigliarmi per il meglio [...] Ho avuto una vita straordinaria, sono stata fortunata. Dio ha dato il dono della vita di vivere a Sharon Stone, non a un personaggio di celluloide”≥ (Katie Couric, ”la Repubblica” 2/12/2002) • «Suo padre Jo, un operaio vagamente socialista, raccontò di averla iscritta a scuola un anno prima e direttamente in seconda. Di sicuro è fiera di un quoziente intellettivo che la colloca, ha detto, ”tra Mozart e Napoleone”. [...] Ammise di aver avuto ”più amanti di Caterina di Russia”. Le sono state attribuite relazioni [...] con tutti i potenti d’America, a cominciare da Bill Clinton [...] Michael Douglas ha detto: ”Non c’è uomo che non voglia entrare in lei. Anche se sa che è difficilissimo uscirne” [...] L’accavallamento di gambe nel film Basic Instinct è diventato il più famoso accavallamento di gambe della storia proprio perché le ondate di provocazione, di emozione, e di calore che trasmette sono cervello, sono mente e pensiero; e perché la gioia fisica che avvolge chi guarda è giudizio, è logica, è ragione [...] Del primo marito, un produttore senza nome, di cui fu moglie per soli quindici giorni, dice: ”Non dedicherò mai più i miei sguardi agli uomini che potrei possedere senza sentimenti”. Di Phil Bronstein, un giornalista con l’aria del macho e le maniere raffinate dall’ironia e dalla gentilezza: ”L’amo. E dunque vorrei poterlo chiudere in una stanza, attaccarlo a una sedia e semplicemente guardarlo” [...] Ha raccontato: ”La mia voce ha un timbro maschile che dapprima mi ha fatto disperare. Poi ho imparato a dare bellezza anche all’ambiguità” [...] la sociologa femminista omosessuale Camille Paglia in un saggio dottissimo e famoso ha confessato di essersi eccitata in aereo imbattendosi, su una rivista, nelle sue foto» (Francesco Merlo, ”Corriere della Sera” 7/10/2001) • Il regista Paul Verhoeven: «Lavorare con lei è un vero incubo». Paula Froelich di ”Page six”: « una primadonna insopportabile e capricciosa che maltratta tutti sul set» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 19/1/2001) • «Io mi presento per quella che sono e sono contenta di non dover fingere di avere anche un anno di meno. Mi auguro di rappresentare bene sullo schermo le donne della mia età e di rendere onore al loro fascino e alla loro intelligenza. [...] Avevo bisogno di starmene un po´ in disparte e mettere le cose nella loro giusta prospettiva. Certo, ho dovuto anche fare i conti con quel che avrebbe significato essere meno giovani. Ma ora sono consapevole, felice di essere quello che sono. [...] Senza voler fare del melodramma, direi che c´è stata "un´era Sharon Stone" oramai sorpassata, da me prima di tutti. Ora voglio essere un altro tipo d´attrice e offrire un messaggio agli altri attraverso il mio lavoro. Sì, mi sento diversa. Un tempo il mio lavoro era caratterizzato dalla prestanza fisica, dalla presenza, un misto di "atletismo" e individualismo. Adesso sul set con la troupe, con i miei colleghi sono molto più espansiva, m´interesso alle persone con cui lavoro, penso al processo in cui siamo coinvolti, al significato globale di quello che facciamo. [...] Come tutte le donne. La maternità porta saggezza. I bambini sono così profondi e delicati. La maternità ti apre il cuore, ti ricorda la tua femminilità, la gentilezza del gesto e la volontà di essere presente per un´altra persona, ascoltarla, amarla. E imparare da quella persona. [...] Io di natura sono una hippie, a me del matrimonio non è mai importato molto. Era lui, Phil, che ci teneva molto a sposarsi. Lui è un tipo tutto d´un pezzo. Ma ho preso il matrimonio seriamente. Ci sono cose in un matrimonio che mi piacciono molto: il fatto di non dover uscire con altri uomini per esempio. Il mio uomo, e pure bello, ce l´avevo già, tutte le sere, a casa. Eppure il matrimonio è il contrario di quel che penso debba essere una vita davvero libera. Credo nell´impegno con un´altra persona, ma non nell´atto formale, quelle formule vuote che ti dicono cosa devi o non devi fare. Mi è piaciuta molto l´idea di costruire una famiglia, che rimarrà, ma detesto l´ufficialità anagrafica del matrimonio. [...] Sicuramente la famiglia ha avuto un effetto stabilizzante per me equilibrando questa follia di essere una diva. Per anni ho avuto un posto dove rifugiarmi e questo mi ha aiutato molto e mi ha fatto crescere, anche spiritualmente. Credo che tutto ciò si rifletterà nel mio lavoro. [...] Mi faccio mille domande sul senso della vita. Non ho desideri brucianti come prima. Mi sento invece piena di gratitudine e di pace interiore. L´assenza di ambizione mi farà lavorare meglio» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 10/9/2003).