6 marzo 2002
Tags : Ichiro Suzuki
Suzuki Ichiro
• . Nato a Kasugai (Giappone) il 22 ottobre 1973. Giocatore di baseball giapponese, nel 2001 è andato a giocare nella Major League Usa con i Seattle Mariners: ha concluso la stagione regolare (American League) al primo posto come media di battuta e basi rubate. A fine anno ha vinto il premio come miglior giocatore della lega (oltre che quello di miglior rookie). «Fa un certo effetto il suo nome in fondo alla colonna: Joe Di Maggio, Lou Gerhig, Mickey Mantle, Ichiro Suzuki. Proprio così: Ichiro Suzuki, nome che sembra un refuso ma invece appartiene a un ragazzo silenzioso che usa la mazza da baseball come fosse un bisturi. [...] Segni particolari: è giapponese. Nessuno prima di lui, era riuscito nell’impresa. E ancora: nessuno dal 1964 ha vinto il premio di miglior battitore oltre a quello di miglior esordiente nello stesso anno (Tony Oliva). Naturalmente è diventato anche un ”caso”, perché gli americani considerano sacre due cose: il baseball e i premi. Ichiro ha battuto di misura nelle votazioni il poderoso Jason Giambi, italiano di Oakland, oltre al suo compagno di squadra Bret Boone. Poi, in un’intervista telefonica ufficiale, realizzata con un traduttore, ha detto: ”Adesso non posso più essere un giocatore normale. Essere in questa lista di nomi, significa che da domani dovrò fare felici molti più fans. Sono incredulo e felice. Ma adesso la mia vita è molto più difficile”. I tormenti del povero Ichiro, il cui sogno di bambino è stato sempre quello di giocare e basta. Senza dare spiegazioni. Una tranquilla vita da anonima star del baseball, in conformità col suo nome che, in Giappone, sarebbe come chiamarsi Mario Rossi in Italia, oppure John Smith qui in America. Ma anonimo, uno che colpisce la palla 35 volte su 100, non può rimanere a lungo. In Giappone il suo ideale era lavorare da bracciante agricolo in un posto chiamato Toyoyama e poi scappare agli allenamenti delle leghe minori dove, ovviamente, faceva piangere torme di lanciatori. Lasciata la campagna per un ricco contratto coi professionisti di casa sua, Ichiro non ha perso l’abitudine di far volare via le palline. Sette stagioni da ”pro”, tre volte MVP del suo Paese, e un record che sembra d’acciaio inossidabile: 216 partite a fila senza un solo strike-out . Alla fine la chiamata tanto attesa: la Major League Baseball, i Seattle Mariners [...]Piace a tutti. Non è chiassoso e muscolare (pochi fuori campo), ma la sua affidabilità è straordinaria. ”So fare bene molte cose - ammette -, e l’equilibrio tra queste cose mi aiuta ad essere un buon giocatore”. Un giocatore col primato di basi e percentuali di battuta. ”E’ anche un’ottima persona” - spiega Lou Piniella, coach a Seattle. E soprattutto una leggenda dalle sue parti dove con la sua foto ci ricoprono le stazioni del metro. Ogni mese da Tokio parte un charter di fanatici che spendono circa 3000 dollari per l’’Ichiro Tour”. Una settimana annusando le orme del loro idolo. Allenamenti, interviste, spogliatoio, partita, ristoranti preferiti, autografi. E così via, cliccando selvaticamente moderne macchine digitali. Ichiro sembra rassegnato: ”Adesso lo so, anche qui sarà più difficile mangiarsi un hamburger in pace”» (Riccardo Romani, ”Corriere della Sera” 22/11/2001).