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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Swank Hilary

• Lincoln (Stati Uniti) 30 luglio 1974. Attrice. Ha vinto l’Oscar come miglior protagonista con i film Boys don’t cry (1999) e Million Dollar Baby (2004) • «La fanciulla più amata dal pubblico trasgressivo, quella che si fece conoscere incarnando l’ambiguità sottesa a Boys Don’t Cry, il film che la portò all’Oscar nella parte di una lesbica pronta per amore a farsi passare per un uomo. [...]» (Stefano Pistolini, ”L’Espresso” 6/6/2002) • «Il suo agente, per anni, le ha ripetuto: basta con questi ruoli della ragazza dura e ostinata in un mondo maschile. Perché invece non sfrutti il tuo fisico da modella? Hilary Swank non gli ha dato molto ascolto, naturalmente [...]» (l. s., ”La Stampa” 27/2/2005) • «[...] « Non credo che si possano vincere Oscar solo con personaggi estremi, ingrassando o dimagrendo come ha fatto Renée Zellweger per Bridget Jones, imbruttendosi come ha fatto Halle Berry o mettendosi un naso finto, che ha tramutato Nicole Kidman nella Virginia Woolf di The Hours. Io ho vinto le statuette come ragazzo ragazza androgino e da pugile con il corpo trasformato dagli allenamenti [...] Hollywood è pericolosa perché mette in dubbio la tua identità, le tue verità con i suoi stereotipi di eterna giovinezza. Sono diverse le mie scelte, la mia storia di ragazza povera. Povera davvero, senza una lira per qualche bel vestito e... bruttina ’con troppi denti’, come dice ancora oggi affettuosamente mio fratello [...] sono giunta a Hollywood solo con i sogni pronti a ogni sacrificio d’attrice. So bene cosa significa essere nel gorgo pericoloso della competizione, del glamour da ostentare comunque. Ogni giorno s’insediano a Los Angeles ragazze bellissime, che vogliono fare le attrici. Ho conosciuto questo mondo nei miei primi anni di lavoro, di audizioni dove devi sempre esibirti. [...]» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 11/3/2005) • «[...] Da bambina volevo fare l’astronauta [...] Verso gli otto anni ho partecipato a una recita scolastica e ho trovato emozionante stare davanti al pubblico. [...] Ero un maschiaccio. Mi arrampicavo sugli alberi, giocavo con le rane e praticavo molti sport: baseball, nuoto, ginnastica. Andavo in giro con i maschi e facevo la lotta con loro [...]» (Gigi Marzullo, ”Sette” n. 13/2000) • «[...] ”[...] non considero Million dollar baby un film sul pugilato, e quindi uno sport maschile, ma sulla condizione umana. Cosa che era anche Boys Don’t Cry [...] Million Dollar Baby è un ottimo esempio di storia universale ma al tempo stesso molto americana: la maggior parte delle persone che vivono qui hanno un sogno e vogliono realizzarlo. Questa è l’America [...] non ho fatto cinema per diventare una star ma per raccontare storie e perchè mi piace la gente, quello che fa, come agisce, come soffre. Io ci ho messo la preparazione ma poi è arrivata l’opportunità, senza cui un mucchio di attori di talento non si conosce nemmeno l’esistenza. E poi sono sposata dal ’98 con un uomo stupendo (l’attore Chad Lowe) che mi aiuta a stare con i piedi per terra. Abito a New York dove sono lontana dal glamour di L.A. e gli amici sono sempre gli stessi da quando sono adolescente. Tutte queste cose fanno sì che lo show-business non mi soffochi [...] mi sono tolta soddisfazioni che tantissimi super colleghi non hanno mai raggiunto [...]” [...]» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 2/12/2005).