Varie, 6 marzo 2002
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Swayze Patrick
• Huston (Stati Uniti) 18 agosto 1952, Los Angeles (Stati Uniti) 14 settembre 2009. Attore. Figlio di un campione di rodeo e di una maestra di danza. Nello studio della madre si era formato al ballo arrivando a esibirsi con il New York City ballet prima di calcare i palchi di Broadway. La sua interpretazione in «Grease» lo lanciò nel cinema. Tra i suoi film: «I ragazzi della 56ma strada» di Coppola (1983), «Alba Rossa» (1984), «Dirty Dancing» (1987), «Ghost» (1990), «Point Break» (1991) • «Nella spaventosa confusione di una tipica adolescenza maschile – ”giungla della gioventù” la chiama lo scrittore Michael Chabon – quando tutto ti succede per la prima volta, i padri sono troppo distanti e i fratelli maggiori troppo vicini per rappresentare un modello funzionale di comportamento, restano almeno i film. Ai quali generazioni di ragazzi si sono rivolti – e si rivolgono – per cercare una guida nello stato brado della loro nascente identità maschile. Patrick Swayze [...] è stato uno di quei modelli. Per la generazione globale di chi è stato teenager negli Anni ”80: perché se da una parte, mascella a ferro da stiro e addominali d’acciaio, faceva surf non sull’acqua ma su oceani di testosterone, in film come I ragazzi della 56a strada, Dirty Dancing , Ghost creava però un modello di mascolinità carismatico e capace di ascoltare. Attraente per le ragazze non soltanto grazie ai muscoli – quelli li ha pure il primo palestrato che passa – ma grazie al rispetto che alle ragazze lui riservava. E poi attraverso gli anni ecco Swayze surfista rapinatore Zen in Point Break e rude in Il duro del Road House che sa trasformarsi in drag queen (nel film culto supergay A Wong Foo, grazie di tutto! ...) facendo più di tanti educatori per spiegare che siamo tutti fratelli, uomini con o senza rimmel e tacchi a spillo numero 45. Arrivato alla mezza età aveva poi riservato l’ultima sorpresa: diventando il santone della psicologia da supermercato che, in Donnie Darko, dietro alla facciata delle prediche impartite ai ragazzi nascondeva l’orrore della pedofilia. Il suo ultimo consiglio a una nuova generazione di fans: diffidare degli adulti professionisti di moralismo. Insomma un modello di identità maschile modernissimo: non stupiva apprendere dai giornali che il divo refrattario alle ve line era sposato da più di trent’anni con la stessa donna. Mentore, da lontano, di chi non può non dirsi grato di avere avuto Swayze come modello mediatico di mascolinità. Ad altre, precedenti generazioni, era andata molto peggio. Con i ri sultati pedagogici ad alto quoziente di machismo sotto gli occhi di tutti» (Matteo Persivale, ”Corriere della Sera” 16/9/2009).