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 2002  marzo 06 Mercoledì calendario

Taylor Elizabeth

• Londra (Gran Bretagna) 27 febbraio 1932, Los Angeles (Stati Uniti) 23 marzo 2011. Attrice • «Otto matrimoni alle spalle, sette mariti uno dei quali, Burton, sposato due volte, oggi abita sola, a parte i domestici e i cani, nella sua reggia di Bel Air resa meno disadorna da un Van Gogh e da qualche Toulouse Lautrec. È sopravvissuta a tutto e a tutti, sesso alcol diamanti, cascando - sì - ma sempre in piedi, i celebri occhi viola scintillanti anche nella terza età, nonostante le protesi, i punti, i lividi. Davvero sta per sposarsi per la nona volta? Con chi, con Jeff Goldblum, con Victor Luna? È da quando, bambina, ha girato Torna a casa Lassie che alimenta con capricciosa sapienza la propria leggenda. Ancora oggi, da circa mezzo secolo, Liz zarina di Hollywood è un’icona. Non è solo il volto che ha totalizzato il maggior numero di copertine sui rotocalchi, o il multiplo di Andy Warhol più famoso, più copiato, più riprodotto assieme a quello di Mao e di Marilyn. Liz è merchandise, vende e fa vendere: appare anche sulle scatole dei cereali, sui kit da cucito, sui francobolli di Nigeria, Burkina Faso, Grenada, Repubblica di Mali e anche Russia. Nei tardi anni 50 un tipo di popcorn, Jiffy Popocorn, s’ispirò alla sua pettinatura. Liz è una bambola di ogni ordine e grado: in vestito da sera come quello in cui ritirò l’ultimo Oscar, o ingioiellata con diamanti autentici, come la Taylor doll venduta in beneficenza pro Aids a 25 mila dollari tre anni fa, o anche in versione Barbie Cleopatra, acquistabile oggi su E-Bay, base d’asta nove dollari e 99. Cleopatra, uno dei maggiori disastri finanziari della storia del cinema: secondo i conti della produzione Liz mangiava tutte le mattine per colazione 12 polli e 18 kg di bacon. Ma che importa il dare e avere. Fu un elettricista di Cinecittà il primo a capire che fra lei e Burton era divampata la passione: “Aò, quei due fanno sul serio!”, esclamò di fronte a una scena d’amore un po’ troppo partecipata. Si erano conosciuti sul set: lui arrivò, strinse la mano al regista Mankiewicz e poi a tutti gli altri del cast. “Ha salutato me per ultima, volutamente credo - ricorderà Liz - Si avvicinò squadrandomi dalla testa ai piedi. Ero molto seccata, ma soggiogata dal suo sguardo. Appena mi è stato vicino, mi ha sussurrato con un sorriso: le hanno mai detto che lei è la donna più bella del mondo?”. Fra i mitici diamanti che lui le regalerà, alternati ad epici litigi con botte, la pietra che prenderà il nome dalla loro coppia: il Taylor Burton, 69,42 carati che Liz indosserà un’unica volta per poi venderlo e costruire un ospedale in Botswana. Generosissima. Ex bambina prodigio, ex fidanzata d’America, ex (ma neanche tanto ex) collezionista di amanti e mariti, si è riciclata in fata benefica della beneficenza, in regina dei charities, in santa patrona a favore della ricerca sull’Aids, che le ha portato via tanti amici e colleghi, primo fra tutti Rock Hudson. Lei per prima, da sempre, ha esibito i segni e le tracce delle sue malattie, dalla caduta da cavallo al tumore, e dei suoi quaranta interventi chirurgici. Liz rischia la cecità, Liz si rompe il naso due volte, Liz ha la polmonite e potrebbe non farcela, Liz ha una brutta flebite, Liz si opera all’anca, alla schiena, al ginocchio, Liz ingrassa anzi raddoppia, Liz ha l’artrite reumatoide alle mani, Liz ancora una volta tenta il suicidio. Lacrime e sangue, senza risparmio. Quando nel maggio del 2000 viene insignita dalla regina Elisabetta della più alta onorificenza riservata alle donne, quella di Dame, si presenta a Buckingham Palace sulla sedia a rotelle. Più mostra la propria vulnerabilità più è amata dalla gente comune: quale altra diva, quale star si sarebbe fatta fotografare calva con l’enorme cicatrice fresca sul cranio in bella vista? È piena d’acciacchi ma sta benissimo: cita spesso sua madre, morta a 99 anni. Di Marilyn Monroe un giorno disse: “Marilyn? Quella lesbica?”. Nella comunità gay internazionale è forse la diva più popolare ed amata. Più di Rita Hayworth, più di Ava Gardner, per il suo stile trash, perché è una caricatura della femminilità, perché è facile e insieme impossibile da imitare, nonostante le sosia di professione. “L’amore è il più alto grado di tolleranza che un essere umano possa avere per un altro”, ha detto di recente. Da nessuno dei sette ex mariti ha mai avuto un centesimo di alimenti. Neppure dal primo, che di cognome faceva Hilton, quello degli alberghi. Quanto all’ultimo, l’ex muratore Larry Fortensky, incontrato nel centro di disintossicazione Betty Ford per alcolisti, lo obbligò a firmare un accodo prematrimonale in cui lui si impegnava a nulla pretendere in caso di divorzio. Le nozze, rapidamente andate a male, furono celebrate nel ’91 nel fiabesco ranch “Neverland” dell’amico Michael Jackson, il suo Peter Pan personale, mentre i 60 anni della diva furono festeggiati fra pochi intimi, appena mille invitati, a Disneyland» (Laura Laurenzi, “la Repubblica” 25/2/2002).