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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

TEOCOLI

TEOCOLI Teo Taranto 25 febbraio 1945. Attore. Comico • «Il più fantasioso, imprevedibile e capriccioso degli artisti milanesi, uno che ha fatto la sua bella, generosa parte nella storia della comicità degli ultimi trent’anni» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 16/3/2003). Cresciuto a Milano, cominciò nei primissimi anni Sessanta come attore di cabaret: esordi al glorioso Derby dove si esibivano negli stessi anni anche Enzo Jannacci e Cochi e Renato. Ballerino nella compagnia che mise in scena in Italia il musical Hair. Negli anni Settanta fu, come attore-intrattenitore, tra i pionieri della tv privata esibendosi in emittenti lombarde. La notorietà è arrivata dopo una lunga gavetta attraverso programmi tv di grande successo come Mai dire goal e Quelli che il calcio (’liberal” 19/8/1999). «Il geniale artista che ha costruito una galleria di personaggi entrati nella storia della tv - Galliani, Cuccia, Maldini, solo per citarne alcuni - il formidabile osservatore che ruba i tic e "diventa" la sua vittima [...] ”Sono l´uomo più buono del mondo e passo per uno che ammazza i cristiani: è possibile? [...] Se sei solo, se non hai nessuno alle spalle, come me, che sono un cane sciolto, fai più fatica. Ma ormai è uno stillicidio. Faccio l´attore, se sono ancora in pista qualche merito ce l´ho. Non dovrei dirlo io, picchi di ascolto con Celentano, Fiorello, al festival di Sanremo. E poi Quelli che il calcio [...] Io non mi sento più come una volta, sa come succede ai tennisti? Prima teste di serie, ora io sono tra i primi venti [...] le cose che ti dicono non ti scivolano mai addosso, e poi i giornali. Quando leggo che l´unico ”mangiacristiani’ sono io, beh, mi girano [...] Ho sempre fatto il pagliaccio, mai stato in ufficio, in fabbrica. Sempre in scena. A 15 anni ho cominciato a girovagare in cerca di lavoro. La musica, gli anni del Derby e poi la tv. Cinema poco, essendo uno che non impara ero un pericolo: ”Teo, tutte le volte che ritardi so´ milioni, lo vuoi fini´ sto film?’. Ecco, non avevo i tempi”» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 24/8/2003). «Milano non è mica Roma. Non c’è niente, gh’è nient. Se stai a piazza Navona, qualunque cosa fai, ti diverti comunque. Ma prendiamo Zelig: è laggiù, sulla Martesana mica in via Spiga. in mezzo alle zanzare. Se ti affacci al balconcino dello Zelig, ti trovi di fronte un palazzo di dodici piani. Lì, o ti inventi tu da ridere oppure che fai? Il cabaret milanese è nato per questo, perché a Milano non c’è niente» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 16/3/2003). «Secondo il cosiddetto Principio di Peter, nel mondo moderno chi fa bene una cosa viene promosso e messo a farne un’altra, fino a raggiungere un livello al quale è incompetente - e lì resta. Nello spettacolo il fenomeno si manifesta spesso coi personaggi che avendo avuto successo in tv dove si sono esibiti nella loro specialità, si allargano poi a macchia d’olio. Comici inventori di una macchietta fortunata diventano non solo scrittori e protagonisti unici, ma anche registi, e magari persino produttori. Riflessioni del genere può suscitare [...] Teo Teocoli [...] alle spalle una buona carriera di entertainer, in cabaret e in emittenti minori. Famoso è diventato in tempi più recenti, con le sue imitazioni soprattutto di personaggi del calcio (Maldini, Galliani) trasmesse dentro allegri programmi domenicali: in particolare, era spassosa l’impassibile audacia con cui un tipo così caratterizzato - Teocoli è un uomo alto dall’aria solenne, triste, con scuri occhi infossati, può ricordare alla lontana Boris Karloff - si calava nei panni di individui fisicamente tanto dissimili, e nemmeno, a pensarci bene, tanto facilmente caricaturabili. Però erano istantanee, flashes. [...] Rievoca un episodio dei suoi esordi in questa attività. Rifaceva Maldini da una postazione, per Quelli che... il calcio, e dallo studio il conduttore Fabio Fazio continuava a chiamarlo in causa. ”Ma io non avevo abbastanza materiale per continuare, e mentre non ero in onda pregavo Fazio di lasciarmi perdere. Non sapendo più che fare, a un ennesimo collegamento presi in mano un fiasco di vino che era lì e lo agitai... Non lo avessi mai fatto! Maldini, che è astemio, si offese e mi chiamò per dirmene di tutti i colori...”. Segue l’imitazione di Maldini arrabbiato. Il punto è proprio questo. Teocoli non ha abbastanza materiale per continuare, e nemmeno per diversificare. La sua specialità sono questi ritrattini superficiali, consentiti da un ottimo orecchio (sa modulare la voce, rifare i dialetti, è intonato quando canta); ma tutto finisce qui [...]» (Masolino D’Amico, ”La Stampa” 20/11/2003). Vedi anche: Maria Volpe, ”Sette” n. 19/1999.