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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

Theron Charlize

• Benoni (Sudafrica) 7 agosto 1975. Attrice. Premio Oscar miglior attrice protagonista 2003 (Monsters) • «La più grande fortuna di Charlize Theron è stata quella di perdere all’ultimo momento un ruolo da protagonista. Colpa del suo inglese impuro. Siccome il film era Showgirls, considerato oggi una pietra miliare di kitsch involontario, su quella apparente disgrazia Charlize ha avuto il tempo di fondare una carriera in crescendo, accompagnata dall’etichetta di ”nuova Marilyn”. una vera bionda, ma una finta californiana, arrivata a Los Angeles con in tutto 200 dollari dalla fattoria sudafricana in cui è cresciuta. Madre tedesca, padre francese e un accento che ha dovuto affinare guardando i serial tv perché non poteva permettersi un vero insegnante. Scoperta per caso dal manager di Rene Russo in una banca, al culmine di una lite con il cassiere, oggi è la più fotografata delle nuove aspiranti dive. Quando Esquire ha scelto Charlize, lo strillo era senza equivoci: ”Libido ergo sum”. [...] ha fatto la modella e la ballerina classica. [...] Woody Allen, che parla di lei così: ” così bollente che quando è in una stanza i bottoni della camicia cominciano a squagliarsi”. Lei ringrazia e risponde con aforismi alla Marilyn: ”Preferisco i corpi rotondi, perché quando mi metto i jeans mi piace riempirli”» (’Panorama” 17/8/2000). «Come molte delle attrici che riescono ad affermarsi, è riuscita farsi notare grazie al suo look. E che look: bionda, occhi azzurri, la grazia di una ex-ballerina unita alle gambe di una modella alta oltre un metro e 80. Il suo aspetto fisico ha finito anche per diventare una specie di gabbia dorata, per costringerla film dopo film a fare l’oggetto del desiderio, o il trofeo, del Matt Damon o del Keanu Reeves di turno» (’La Stampa” 16/11/2003). «Sconosciuta, in un memorabile spot Martini in bianco e nero di qualche anno fa, indossava un abitino nero di maglia che si disfava filo per filo, mostrando alla fine uno spicchio di sedere diventato cult. [...] ”Io resterò sempre sudafricana, anche se per fare l’attrice devo vivere a Los Angeles. Ho avuto laggiù un’infanzia molto bella, circondata da una natura splendida di cui ho molta nostalgia. Mi piace pensare che quando avrò dei figli li crescerò in una fattoria, a mungere capre e a giocare con i ragazzini neri, come ho avuto la fortuna di fare io da bambina. [...] Quando arrivai a Hollywood mi guardavano con diffidenza, perché pensavano che io fossi di destra, razzista. Io sono di origine boera, parlo Afrikaner e infatti ho avuto difficoltà a imparare un iglese accettabile, ma sono sempre stata contro l’apartheid e sono stata felice quando Nelson Mandela è diventato presidente. Certo, il paese è ancora sofferente, c’è molto caos, ma le cose miglioreranno. [...] So di essere molto, molto fortunata, e sono conscia di essere bella, non dirò mai di sentirmi brutta come fanno tante dive. Però io mi alzo alle quattro del mattino, perché devo cominciare a prepararmi per il lavoro, e a quell’ora non si ha molta voglia di ammirarsi”. [...] stata anche la supermodel scentrata di Celebrity di Woody Allen, che l’ha anche diretta nell’inedito, per ora, Curse of the jade scorpion e la dolce bellezza anni ”40 che insegna l’amore a Tobey Maguire in Le regole della casa del sidro. [...] Si sa che ha avuto un flirt con uno con cui tutte vorrebbero averne uno, anche per sbaglio, George Clooney. [...] Non racconta soprattutto della tragedia che ha sconvolto la sua adolescenza, e che non è riuscita a celare per molto tempo: sua madre Gerda [...] quando Charlize era appena adolescente sparò e uccise il marito che la malmenava ubriaco: fu assolta per legittima difesa, e non finì mai in carcere. A sedici anni, da sola, Charlize venne a Milano in cerca di fortuna e ci rimase un anno, imparando un po’ d’italiano. Ma era l’epoca delle grandi modelle, di Naomi Campbell e di Claudia Schiffer e nessuno la notò» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 4/3/2001). Vedi anche: Valeria Paniccia, ”Sette” n. 6/2001;