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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

ELISA

ELISA (Elisa Toffoli) Monfalcone (Gorizia) 19 dicembre 1977. Cantante. Lanciata da Caterina Caselli con canzoni in inglese. Ha vinto il festival di Sanremo 2001: «La ragazza più misteriosa della nuova musica d’autore italiana. Personaggio complesso, che riesce a piegare alle proprie esigenze le logiche del musicbusiness senza però mai troppo concedersi, talentosa e refrattaria alla lingua dei padri [...] voce bellissima e capace di ogni sfumatura, si muove con padronanza fra i ruderi dell’industria discografica» (’La Stampa” 1/12/2003). «Quando canta si avventura su picchi di vocalità molto arditi, ma tutto le sgorga dal cuore, zampilla naturale come acqua di fonte. Dev’essere questo che incanta ogni volta in lei, soprattutto dal vivo. Usa i più spericolati virtuosismi, ma non si sente. Non c’è artificio perché lei è la prima a vivere le sue canzoni, e il pubblico lo avverte subito. Così ha vinto Sanremo e così affronta ora l’America e l’Europa» (Giacomo Pellicciotti). «Potremmo chiamarla Alice, nel paese delle meraviglie della musica, un piccolo elfo che si muove in punta di piedi, lo sguardo rivolto alle nuvole, ma che quando è "dentro" la musica sprigiona una forza insospettabile. [...] ”La musica per me è ricerca, devi sentire che stai imparando sempre delle cose nuove. Il senso è lì, non è da nessun’altra parte. Non è stato facile, ho fatto una scelta dura, ho fatto ritirare un disco antologico fatto apposta per il mercato inglese (a ventiquattro anni, dopo soli tre dischi) ed era un minestrone con tre suoni diversi. Avevo paura perché non è facile ottenere un contratto internazionale, ma mi sono resa conto che non avevano un’idea giusta di me, mi sono detta aspetta, devo spiegarmi molto meglio, e non scendere a compromessi, ma non per fare la rockstar, anzi al contrario, per cercare di essere chiari. Da quel momento ho cambiato strada e l’hanno capito anche gli internazionali. [...] A 11 anni scrivevo delle piccole cose. Avevo imparato qualche accordo. Poi un giorno ho deciso. Ho paura a dirlo, non dovrei, perché forse può essere vista come una cosa pretenziosa... [...] C’era un mio carissimo amico che voleva fare il musicista, aveva cominciato a suonare, poi si è ammalato di leucemia ed è morto quando aveva tredici anni. Era il mio migliore amico, eravamo cresciuti insieme, e nel momento in cui è morto, ancora di più, anche se ero già dentro la musica, mi sono promessa che sarei riuscita, per lui. Allora ho scritto su un foglietto, che ho ritrovato molti anni dopo, quando avevo già fatto il primo disco: "Io farò sognare il mondo con la mia musica". Avevo undici anni e mezzo, firmato Elisa Toffoli. Era comunque il mio sogno. Da piccola facevo cabaret, ballavo, guardavo Fame, non quello di adesso, il telefilm degli anni Ottanta, sarei voluta andare lì a New York, a studiare danza e recitazione... [...] Ho una doppia faccia. Sono sempre stata svanita, persa nel mio mondo, per esempio se mi metti in un posto isolato, a fare un disco insieme ad altri, sono quella che soffre di meno, perché non me ne rendo conto. Da piccola mia madre si è anche preoccupata perché quando ho cominciato a studiare il pianoforte, ci stavo nove ore al giorno, non uscivo mai, ma io ero felice così, poi in altri periodi all’opposto stavo sempre in giro. [...] A me avere un pianoforte nella stanza mi cambia la giornata, mi cambia tutto. [...] Non bisogna fare quello che gli altri si aspettano, mai. Ci vuole un po’ a capirlo. Io credo di aver recuperato qualcosa dentro di me che avevo a sedici anni, quando suonavo in garage col mio gruppo punk. Se non ci fossero state delle violenze così grosse, pressioni, brutture, intraprendendo il lavoro musicale, cose che ho visto nel mondo del business, ci sarei arrivata prima, e come me tanti altri. una cosa che fa talmente paura che prima devi diventare abbastanza forte per poter scegliere”» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 2/12/2003).