7 marzo 2002
TOMLINSON
Richard. Ex spia inglese ribellatasi all’M 16: "Voglio trascinare l’M 16 in tribunale, gli inglesi hanno diritto di sapere come funziona il servizio segreto finanziato con le loro tasse. Reclutato nel ’91, appena uscito da Cambridge con una laurea in Ingegneria, alto un metro e novanta, "atletico, colto e intelligente, sembrava destinato a una fulminante carriera alla James Bond. Gli affidano compiti delicati: si infiltra in una rete di trafficanti d’armi in Iran; lavora con i reparti speciali delle Sas in Bosnia; spia sotto falso nome a Mosca. La leggenda dice che è stato lui a trafugare dal giardino di casa Mitrokhin l’archivio che ha fatto tremare i governi di mezza Europa.Ma qualcosa in Bosnia non va come previsto. Gli uccidono un amico e commilitone. Pochi giorni dopo viene a sapere che la fidanzata è morta di cancro a Londra. La depressione lo attanaglia. Il ’capo del personale’ lo chiama e gli dice: ’Non ti vogliamo più. Ti abbiamo già trovato un lavoro nella City. Arrivederci e grazie’. Lui non ci sta e va da un avvocato: vuole una causa in tribunale per sapere perché lo licenziano. Propone un libro di memorie a un editore australiano. Nel giro di pochi giorni lo arrestano. Passa sei mesi in un carcere di massima sicurezza. Appena scarcerato, fugge all’estero e scatta la caccia alla volpe. L’M 16 lo fa espellere dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Francia, dalla Svizzera. Lo fa pedinare in germania e Nuova Zelanda. Dovunque vada, gli sequestrano computer e hard disk. Per tutta risposta, lui ogni tanto ’molla’ una bomba ai giornali. Svela che gli inglesi spiavano Parigi (...) Non l’ha mai ammesso, ma è lui che fa uscire su Internet il nome di 117 agenti inglesi in giro per il mondo (...)". Vedi "Repubblica" 15/1/2001;