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 2002  marzo 07 Giovedì calendario

TOZZI

TOZZI Umberto Torino 4 marzo 1952. Cantante • «1977, terribile quell’anno. Il terrorismo infuria (2128 attentati, 32 ”gambizzazioni”, 11 assassinii), il movimento studentesco si infiamma, Gui e Tanassi sono incriminati per lo scandalo Lockheed. Ma sulle spiagge si canta l’amore, senza troppe mediazioni. Umberto Tozzi all’epoca ha 25 anni e lunghi capelli rossi, la sua Ti amo diventa l’inno romantico e strampalato della generazione a cavallo tra Settanta e Ottanta. Eppure lui, dice, non se ne accorse neppure. Con Ti amo [...] ha praticamente sconvolto il mondo dei teen ager e lanciato la sua carriera verso un futuro da star. Si accorse subito di aver scritto una canzoncina semplice e così importante? ”[...] no. Era come se tutto quello che stava accadendo intorno a me non mi appartenesse. Tra l’altro da ragazzo il mio sogno era diventare un calciatore e forse posso dire di essermi messo a fare il musicista per caso. Non ho mai affrontato questa professione con la volontà di apparire e infatti all’inizio suonavo la chitarra nelle band di Pappalardo prima e Patrick Sanson poi. Mi vergognavo del timbro vocale e mi sono reso conto tardi che possedevo una vocalità personale e quindi unica. Su Ti amo, poi, c’è un aneddoto divertente. L’allora direttore artistico della casa discografica Alfredo Cerruti insisteva con il mio produttore Giancarlo Bigazzi perché il singolo si intitolasse Se tu mi aiuterai. Secondo lui Ti amo aveva un testo più debole. Insistetti e ebbi ragione io. Ricordo che ero in vacanza in Puglia e telefonai a Cerruti per sapere come andavano le vendite. Mi disse: ”Male, malissimo’. Imprecai, sconfortato. A quel punto Alfredo esclamò: ”Oh! Sto scherzando. Avevi ragione tu. Ti amo sta vendendo quarantamila copie al giorno. un trionfo!’”. Un successo che non si fermò all’Italia. ”Assolutamente. La Francia si innamorò della canzone che ebbe quasi più successo da loro che da noi”. L’anno dopo ci fu Tu e poi nell’82 Gloria, che arrivo addirittura negli Stati Uniti. ”Fu quello il vero grande successo della mia vita. Non fui io a cantare quella canzone in America ma Laura Branigan. [...] la sua interpretazione di Gloria fu perfetta e permise alla canzone di arrivare al numero uno negli Stati Uniti e ottenere altre cinquanta versioni in tutto il mondo. Tra l’altro la canzone fu messa come riempitivo nel disco di Laura al quale mancava un pezzo. Il produttore della Branigan Greg Mathieson, che mi aveva conosciuto in Italia, le disse che c’era un cantautore italiano che aveva scritto un brano molto carino perfetto per il suo disco. Lei lo incise ma furono i disc jockey delle radio Usa a scoprirlo e a lanciarlo in tutto il mondo”. Dopo Gloria un buio quasi totale fino al 1987. ”Sì, e nell’87 arrivo Si può dare di più con Morandi e Ruggeri. La vittoria a Sanremo mi diede la voglia di ricominciare a scrivere e nel ”91 arrivò Gli altri siamo noi. Con Io muoio di te del ”94 vinsi il Festivalbar [...]”» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 31/8/2005).