Varie, 7 marzo 2002
Tags : Terence Trent D’Arby
TrentDArby Terence
• New York (Stati Uniti) 15 marzo 1962. Stella del pop di fine anni ”80. «Un tempo c’era una star nel mondo della musica popolare che si chiamava Terence Trent D’Arby, un personaggio difficile quanto affascinante, in grado di catturare l’attenzione del pubblico con un’energia e una forza davvero rare e un repertorio che metteva insieme con grande intelligenza rock e black music. Oggi quel personaggio non c’è più, e al suo posto, sorprendentemente, è arrivato Sananda Maitreya. Terence Trent D’ Arby ha cambiato nome, ha cambiato casa discografica, ha cambiato vita, e ha deciso di tornare sulle scene. ”Negli ultimi dieci anni ho attraversato molti cambiamenti”, dice oggi ”Sei anni fa ho scelto questo nuovo nome, e ho iniziato un nuovo percorso. Il nome mi è arrivato in sogno: ho sognato diverse volte di camminare con degli amici che erano angeli e che continuavano a chiamare questo nome. Solo la terza volta che facevo questo sogno ho capito che il nome era il mio. Cambiare nome mi è servito a ristabilire un equilibrio, a curare la mia sofferenza interiore, a mettere tutto in una prospettiva giusta”. La prospettiva è quella di un lavoro completamente indipendente, nel quale si muove a capo di una sua etichetta, provando a riscrivere le regole dello show business, regole che, secondo lui, non lasciano gli artisti liberi di decidere il proprio destino: ”Tra la realizzazione del mio primo e del mio secondo disco i responsabili della Sony, l’etichetta per la quale lavoravo, cambiarono. Finii in una situazione simile a quella di George Michael, avevo firmato un contratto con persone che capivano la mia musica e mi trovavo invece a lavorare con persone che non vedevano l’ora di dirmi che cosa dovevo fare come artista. Il mio primo disco vendette tredici milioni di copie, il mio secondo soltanto un milione e mezzo. Ci ho messo quattro anni a liberarmi dal contratto con la Sony, ed ora propongo la mia musica al pubblico, senza filtri […] M’interessa essere percepito come un nuovo artista, ma credo ancora nel mio passato artistico, sono fiero della musica che ho creato, non voglio rinnegare quello che sono stato”» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 31/7/2002).